Visita alle Cappelle Medicee
Un percorso pensato per bambini curiosi alla scoperta delle Cappelle Medicee di Firenze. Tra tombe monumentali, pietre preziose, stanze segrete e storie di famiglia, conosceremo chi erano i Medici e i Lorena e perché sono così importanti per la storia di Firenze.
Un viaggio semplice e coinvolgente per esplorare arte, potere e storia in uno dei luoghi più affascinanti della città.
Cosa sono le Cappelle Medicee?
Le Cappelle Medicee si trovano a Firenze, dentro la chiesa di San Lorenzo. Sono delle stanze molto speciali, costruite per ricordare e onorare una famiglia davvero importante: i Medici. Questa famiglia ha governato Firenze per tanti anni, ed è famosa perché ha aiutato molti artisti, scienziati e pensatori a creare opere bellissime.
Le Cappelle sono due: la Sagrestia Nuova, progettata da Michelangelo, e la Cappella dei Principi, costruita più tardi, con tante decorazioni ricche e colorate. Nella Sagrestia Nuova si trovano le tombe di alcuni membri famosi della famiglia, mentre la Cappella dei Principi è più grande e molto decorata, con marmi colorati e pietre preziose.
Visitare le Cappelle Medicee è come fare un viaggio nel passato, per scoprire com’era la vita di una delle famiglie più potenti di Firenze e quanto l’arte fosse importante per loro.
La Sagrestia Nuova e le tombe di Lorenzo e Giuliano
La Sagrestia Nuova è una delle parti più affascinanti delle Cappelle Medicee. È stata progettata da Michelangelo, uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi. Michelangelo non ha solo costruito la stanza, ma ha anche scolpito le statue che decorano le tombe.
Qui si trovano le tombe di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello Giuliano, due importanti membri della famiglia Medici. Accanto a queste tombe ci sono statue molto particolari, che rappresentano momenti del giorno e della notte, come Aurora, Giorno, Crepuscolo e Notte. Michelangelo ha scolpito questi personaggi come se fossero vivi, con muscoli, movimenti e espressioni molto realistici.
Queste statue non sono solo belle: vogliono farci riflettere sul tempo che passa, sulla vita e sulla morte. Michelangelo ha usato l’arte per raccontare emozioni profonde, ma in un modo che possiamo ancora ammirare oggi, anche se sono passati più di 500 anni!
Com’è fatta la Sagrestia Nuova?
La Sagrestia Nuova non è solo bella per le statue che contiene: è anche un vero capolavoro di architettura, cioè di come è stata progettata e costruita. A idearla è stato Michelangelo, che non era solo un grande scultore, ma anche un architetto bravissimo.
La stanza ha una forma quadrata e sopra c’è una grande cupola, una specie di tetto rotondo e alto che lascia entrare la luce naturale dall’alto. Questo fa sì che la luce illumini le statue in modo speciale, creando ombre e riflessi che le fanno sembrare ancora più vive.
Michelangelo ha pensato tutto nei minimi dettagli: anche le colonne e le decorazioni alle pareti non sono lì solo per bellezza, ma servono a farci guardare verso il centro della stanza, dove si trovano le tombe dei Medici. Ogni parte della Sagrestia ha uno scopo e tutto insieme crea un ambiente tranquillo, ma anche molto importante.
Questo modo di costruire era nuovo per l’epoca e ha ispirato tanti altri artisti nei secoli successivi. Michelangelo è riuscito a mescolare arte e architettura come pochi altri nella storia!
La stanza segreta di Michelangelo
Vicino alla Sagrestia Nuova c’è una piccola stanza misteriosa, che è rimasta nascosta per tantissimo tempo. È stata scoperta solo nel 1975 da uno studioso che stava esplorando le Cappelle Medicee. Nessuno sapeva che esistesse!
Questa stanza, molto piccola e senza finestre, è diventata famosa perché sulle sue pareti ci sono dei disegni fatti, probabilmente, da Michelangelo. Si vedono volti, corpi, e schizzi che somigliano alle statue che lui stesso aveva scolpito per le tombe della Sagrestia Nuova.
Si pensa che Michelangelo si sia nascosto lì intorno al 1530, in un periodo difficile per lui: temeva che i Medici volessero punirlo perché aveva sostenuto la Repubblica di Firenze, contro di loro. Forse ha vissuto in quella stanza per un po’, in segreto, e ha continuato a disegnare per non smettere mai di creare.
Anche se oggi non è possibile entrare facilmente nella stanza per proteggerla, si possono vedere foto e ricostruzioni. Questa scoperta ci mostra un lato più umano di Michelangelo: non solo come grande artista, ma anche come uomo che, anche nei momenti difficili, trovava conforto nel disegno e nell’arte.
La Cappella dei Principi
La Cappella dei Principi è una delle sale più importanti del complesso delle Cappelle Medicee. Fu costruita tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento per ospitare i sepolcri dei Granduchi della famiglia Medici. Si tratta di un ambiente molto grande e riccamente decorato, pensato per mostrare la potenza e la ricchezza raggiunte dalla famiglia.
Le pareti sono rivestite con marmi pregiati e pietre dure di vari colori, provenienti da diverse parti d’Europa. Questi materiali sono stati tagliati e incastrati con una tecnica molto precisa, chiamata commesso fiorentino, che permette di creare motivi decorativi complessi, come figure geometriche e floreali. L’effetto finale è molto elaborato e raffinato.
La cappella ha anche una funzione simbolica: oltre a contenere le tombe, rappresenta l’importanza della dinastia medicea nel governo della Toscana. Tutti gli elementi decorativi sono stati scelti per comunicare forza, continuità e legittimità del potere della famiglia.
Le tombe vere e proprie non si vedono bene, perché sono nascoste dietro le strutture decorative o sotto il pavimento, ma ognuna è collegata a un membro della famiglia. Oggi, questa cappella è uno dei luoghi più visitati del museo e offre un esempio chiaro di come arte e potere fossero strettamente legati nel periodo barocco.
ll Lanternino: la cupola della cappella
Sopra la Cappella dei Principi si trova una cupola molto alta, sormontata da un piccolo elemento chiamato Lanternino. Questo elemento architettonico serve principalmente a far entrare la luce naturale dall’alto, che illumina l’interno della cappella.
Il Lanternino è decorato con motivi che richiamano la famiglia Medici, come stemmi, figure geometriche e decorazioni floreali. Anche se è solo una parte della struttura, ha un ruolo importante sia dal punto di vista pratico che simbolico. La luce che entra dall’alto rende più visibili i marmi e le pietre preziose e crea un’atmosfera solenne, adatta a un luogo che ospita le tombe dei granduchi.
La realizzazione del Lanternino ha richiesto il lavoro di architetti e artisti esperti, che hanno saputo combinare decorazione, funzione e significato in un unico progetto. Insieme alla cupola, rappresenta uno degli elementi architettonici più significativi della cappella.
Anche se non è facilmente osservabile nei dettagli dal basso, il Lanternino fa parte integrante dell’insieme decorativo ed è stato pensato per completare l’aspetto monumentale della Cappella dei Principi.
La Cripta Lorense
Sotto la Cappella dei Principi si trova la Cripta Lorense, uno spazio costruito alla fine del Settecento per ospitare le tombe della famiglia Lorena, che governò la Toscana dopo i Medici. La cripta fu progettata dall’architetto Gaspare Maria Paoletti nel 1791 e presenta un’architettura semplice ed essenziale.
A differenza della cappella superiore, qui le pareti sono spoglie e non ci sono decorazioni elaborate. L’ambiente è sobrio e silenzioso, con luci basse e pochi elementi visivi. Le tombe, in marmo scuro, sono disposte lungo le pareti o al centro della sala e sono contrassegnate da iscrizioni in latino o italiano. Tra i personaggi sepolti qui c’è anche Pietro Leopoldo I, noto per aver introdotto importanti riforme durante il suo governo.
La Cripta Lorense rappresenta un cambio di stile e di epoca: si passa dallo splendore e dalla celebrazione dei Medici a una forma di memoria più sobria e raccolta. Questo spazio mostra anche come le diverse famiglie che hanno governato la Toscana abbiano avuto modi differenti di rappresentare se stesse e il proprio ruolo nella storia.
Anche se meno conosciuta dai visitatori, la cripta è parte integrante del museo e testimonia la continuità della storia fiorentina, collegando due epoche molto diverse.