Itinerario principale museale
Questo itinerario presenta il Museo dell'Oro d'Autore, area allestita nel Palazzo della Fraternita dei Laici e destinata a raccontare il legame profondo che unisce la città di Arezzo con la tradizione manifatturiera locale, che si sviluppa tra arte, storia ed economia, offrendo creazioni uniche che combinano eccellenza, qualità e design.
Museo: Museo Oro d'Autore
0. Sala Multimediale
Benvenuti alla prima sala. Nella prima parete i testi riportano la storia delle tecniche artistiche della tradizione orafa e di fusione ad Arezzo dal VI sec. a.C. alla fine del XIX secolo; nella seconda parete è proposta la storia del distretto orafo aretino fino alla fine del secolo scorso; nella quarta parete l’elenco delle varie edizioni delle rassegne ORODAUTORE dal 1988 al 2012. Nella parete centrale vi accoglie un filmato che vi spiegherà la storia dell’oreficeria ad Arezzo. Questa affonda le sue radici nell’epoca etrusca. Una lunga tradizione che continua fino ai giorni nostri. Buona visione!
1. Sala delle Prime Edizioni (1988-1989 - Materiali e Progetti per una Collezione Orafa e 1993 - Giappone e Stati Uniti d’America)
Del settembre del 1988 è la prima rassegna “Oro d’Autore, Materiali e progetti per una nuova collezione orafa”, curata da Lara-Vinca Masini, ospitata nel Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo assieme alla mostra archeologica “Gioielli e ornamenti dagli Egizi all’alto Medioevo”. Furono invitati 14 artisti - Remo Buti, Nado Canuti, Dadamaino, Mirella Forlivesi, Ugo La Pietra, Eliseo Mattiacci, Bruno Martinazzi, Alessandro Mendini, Mario Mochetti, Franco Onali, Sergio Perlini, Mario Pinton, Alessandro Poli e Anna Romano Cernitori - a presentare un progetto per un gioiello. In questa prima edizione sperimentale fu consigliato agli artisti di fare possibile uso di semilavorati e semiprodotti adoperati dalle fabbriche orafe aretine, fornendo a supporto apparati tecnici descrittivi e fotografici. Per la seconda edizione nel 1989, sempre curata da Lara-Vinca Masini e denominata “Oro d’Autore, Materiali e progetti per una collezione orafa”, fu scelto il più prestigioso luogo espositivo aretino, la Basilica Inferiore di San Francesco, in concomitanza all’esposizione “Polonia: gioielli, ornamenti e arredi. Duemila anni di arte orafa”. Furono invitati a collaborare al progetto Marcello Aitiani, Lapo Binazzi, Bino Bini, Andrea Branzi, Mario Galvagni, Alberto Moretti, Cordelia von den Steinen e Alberto Zorzi. Si ospitarono inoltre le realizzazioni di nove artisti-orafi polacchi contemporanei e una sezione quale omaggio dedicato a due storici maestri, i coniugi Jadwiga e Jerzy Zaremski, a confermare la continuità della tradizione orafa polacca attenta anche agli echi della cultura europea e internazionale.
2. Sala Las Vegas e Buenos Aires (1993 - Oro d’Autore, Giappone e Stati Uniti d’America; 1995 - Omaggio a Las Vegas e Biennale internazionale di architettura a Buenos Aires e 1996 - Concorsi Argentina e USA)
Alla quarta edizione di “Oro d’Autore, Giappone e Stati Uniti d’America”, inauguratasi nel settembre del 1993 parteciparono 10 artisti giapponesi e 14 statunitensi. Uno di loro, Donald Moffet aveva ideato un ‘secchio’ , uno dei pezzi più provocatori della rassegna, relativamente al quale Sokołowski pone, nella presentazione, il quesito «è un gioiello o no?» e lo risolve pensando che è «un gioiello che non è un gioiello e un secchio che non è un secchio… come un’imperatrice indossa la sua collana, così il vecchio cavallo indossa il secchio che lo nutre!». Siamo di fronte ad un “gioiello per cavallo” che riuscì a provocare l’ira di un noto orafo aretino e che, dopo la rassegna, difficile a credersi, non fu più esposto. Gli statunitensi esibirono progetti ironici e anche provocatori, fuori dagli schemi orafi della nostra tradizione, mentre i giapponesi mostrarono misurati slanci creativi in linea con una loro tradizione orafa alquanto recente. Nel febbraio del 1994 l’intera raccolta di 82 pezzi comprendente le quattro edizioni del 1988, ’89, ’92 e ’93 fu presentata al Makuhari Center di Tokyo. È la prima volta che la collezione viene esposta all’estero, diventando così internazionale, e da allora molti istituti pubblici e privati di tutti i continenti hanno fatto richiesta per ospitarla come simbolo di grande maestria orafa, del made in Italy di cui il polo orafo aretino era ed è il massimo esportatore del settore. Nel giugno 1995 “Oro d’Autore” fu trasferita a Las Vegas in occasione del “JCK Show”. Per questa manifestazione fu realizzata anche una nuova collezione, “Las Vegas: il gioco, la fortuna, le notti infinite…”, ispirata e dedicata a questa città del gioco ove non si distingue il giorno dalla notte. Come artisti parteciparono, con ironici progetti di particolare pregio e qualità inventiva realizzati da aziende orafe aretine e fiorentine, gli scultori Roberto Barni con spilla di figura volante assorta in un sogno metafisico con accesa la fiamma-speranza della vincita, Nado Canuti con le cornucopie traboccanti di monete, Pietro Cascella con originale gioiello da tasca formato da un guscio che trattiene la buona stella, Mirella Forlivesi con collana e pendente con le stelle della buona sorte, Gio’ Pomodoro con spilla formata da una cornucopia costruita nel rettangolo aureo, Enzo Scatragli con spilla balia che trattiene l’asso di cuori e un dollaro in banconota disegnato da preziose granulazioni in oro puro, Cordelia von den Steinen con collana alludente ad una pioggia di monete e il bracciale di Venturino Venturi con cesellati i grani della melagrana simbolo di prosperità, i pittori Franco Grignani con leggero pendente-farfalla simbolo di gioia e di speranza, Luigi Veronesi con collana-pettorale decorata da elementi circolari come monete e Lorenzo Piemonti con collana geo-metrica, i designer Ugo La Pietra con due mani a corna che imperniano le girevoli icone delle slot machine, l’ironico pendente di Bruno Munari con la scritta della città a lettere sforate di cui tre realizzate a forellini riferite alle cosiddette luci Las Vegas, e infine Andrea Branzi con un sorprendente bracciale formato dai sei moduli delle facciate del dado da gioco di resina simil-avorio incastonato come un cloisonné.
3. Galleria Piero della Francesca (1992 e 2007 - Omaggio a Piero)
Questa sala, che di fatto è il lungo corridoio che disimpegna le altre, è diventata la più importante e scenografica dell’intero museo. Qui sono esposti le due rassegne dedicate a Piero della Francesca. Nel 1992 con il patrocinio del Comitato nazionale per il quinto centenario della morte di Piero della Francesca, vide la luce la terza edizione di “Oro d’Autore, Omaggio a Piero” con gioielli ispirati all’opera del grande pittore di Sansepolcro. Vi parteciparono 37 artisti scelti da Gillo Dorfles e Mario Novi, fra i quali gli scultori Mauro Berrettini, Pietro Cascella, Mario Ceroli, i fratelli Pomodoro, Venturino Venturi e Cordelia von den Steinen; fra i pittori, Dadamaino, Piero Dorazio, Salvatore Fiume e Alberto Moretti; fra i designer, Andrea Branzi, Riccardo Dalisi, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Bruno Munari e Ettore Sottsass Jr.; fra gli artisti-orafi Bino Bini, Giorgio Facchini, Bruno Martinazzi, Mario Pinton e Alberto Zorzi. Ci troviamo davanti a numerosi esempi che si sono effettivamente ispirati all’opera o alla figura di Piero della Francesca cercando di isolare alcuni elementi delle sue opere o cercando di “simbolizzarne” il significato. Giò Pomodoro, che nelle sue due spille ha presentato due figure “araldiche” emblematiche di Piero; oppure Venturino Venturi, la cui spilla è direttamente ispirata alla Madonna del Parto; o ancora il pendaglio di corallo di Ugo La Pietra pure questo memore di un’opera del grande aretino. Mentre Mauro Berrettini nel suo collare ricorda con una isolata perla rosata l’Ovo della Pala di Brera; e Giorgio Facchini nel suo bracciale, con l’alternanza di onice e crisopazio, simboleggia quella di tenebre e luce. Altri artisti, invece, hanno ideato dei gioielli che fossero attuali come impostazione stilistica, a prescindere da ogni diretto confronto con l’opera di Piero. Tra questi occorre rammentare coloro che hanno privilegiato l’impostazione essenzialmente geometrizzante, come Carrino (che ha trasposto qui il sistema modulare delle sue strutture “primarie”), o Antonio Borrelli che nel suo collier-spilla ha sfruttato la composizione modulare componibile; o ancora Mario Pinton con la sua spilla quadrata a 46 cannule. Un altro gruppo di artisti ha, per contro, preferito abbandonare i sentieri più tradizionali inventando forme inedite come Andrea Branzi con il suo “profilo” umano in oro con pupilla smeraldina e denti di perla; o Mattiacci con la sua collana consistente in una struttura tubolare spiralizzata; o ancora Alessandro Mendini, Lorenzo Guerrini, (con un medaglione costituito da una lastra d’oro con lamelle e tagli), o Bruno Martinazzi con la sua “collana-mela” e Salvatore Fiume che ha trasposto nel monile in smalto nero e rosso un suo tipico dipinto, e Bruno Munari che ha tracciato la parola “Amore ” con un filo d’oro incluso nel perspex. Nella primavera-estate del 2007 fu organizzata ad Arezzo, presso il Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, la grande mostra dedicata a “Piero della Francesca e le corti italiane” e, allo stesso tempo, nella Galleria Comunale d’Arte Contemporanea fu presentata come collaterale “ORODAUTORE Omaggio a Piero” : costituiva il secondo omaggio, dopo quello del 1992, dedicato al grande artista della nostra terra con 29 artisti internazionali invitati da Philippe Daverio e Jeffrey T. Schnapp con la collaborazione di Michela Bondardo. La rassegna ospitò, tra gli altri, gli artisti Gae Aulenti, Dario Fo, Alberto Garutti, Setsu Ito, Giuseppe Antonello Leone, Michelangelo Pistoletto, Florencia Pita, Clino Trini Castelli. Gae Aulenti, celebre per la sua fine sensibilità e femminile inventiva, è riuscita a instaurare un dialogo quasi scientifico con i copricapi, trasformandoli in una collezione da proporre come metodo progettuale. Aldo Cibic, invece, ha compreso che l’essenzialità era la strada per arrivare all’essenza stessa e così ha ideato un anello con la precisione minimale di un pianeta racchiuso in un remoto sistema solare. Fulvia Mendini, in quel sistema, si è lasciata affascinare dall’astro centrale, giocandolo tra pietre preziose e metalli aurei, mentre Michele De Lucchi ha delineato il movimento rotatorio che ne deriva. Gli artisti visivi, come Kokocinski nella pittura, hanno colto dettagli su Piero spesso trascurati altrove: la sua passione per le stoffe raccontate con maestria, dove il loro pregio si manifesta attraverso evoluzioni cromatiche perfette. Altri creativi si sono avventurati in percorsi trasversali, sfidando la tradizione e utilizzando il tema non come punto di riferimento ma come provocazione che invita ad esplorare strade alternative. Eppure, per tutti gli artisti coinvolti il cammino parte da uno stesso incanto: il fascino intrinseco del nome di Piero della Francesca, una figura che sembra rendere impossibile essere post o pre “piereschi”. Un tributo che rappresenta il più autentico dei riconoscimenti.
4. Sala del Terzo Millennio (1998/99 - Un gioiello per il terzo millennio: architetti, designer orientali e artisti europei)
La collezione continua ad arricchirsi con le tre rassegne “Un gioiello per il terzo millennio”; la prima esposizione fu allestita in occasione della fiera “Oro Arezzo”, marzo 1998, con la partecipazione di 14 architetti e designer di fama internazionale. La seconda serie fu presentata in settembre a Hong Kong in occasione dell’“International Jewellery and Watch Fair”, una delle più importanti fiere internazionali del settore orafo con 13 nuove creazioni di artisti e designer di Hong Kong, Cina, Singapore, Indonesia, Corea, Filippine e Thailandia. Fra la fine del 1998 e il 1999 si è costituita la terza serie con opere di 22 artisti fra pittori e scultori e designer, esposte nell’aretina Basilica Inferiore di San Francesco nella primavera del 1999: Luca Alinari, Enrico Baj, Mauro Berrettini, Agostino Bonalumi, Nado Canuti, Eugenio Carmi, Nicola Carrino, Pietro Cascella, Paola De Luca, Mimmo di Cesa-re, Gillo Dorfles, Jean-Paul Philippe, Lionella Vana Nardi, Ogata, Fabrizio Orlandini, Gio’ Pomodoro, Germano Sartelli, Joe Tilson, Sergio Vacchi, Giorgio Villa, Cordelia von den Steinen e Alberto Zorzi. I gioielli furono realizzati per lo più da aziende aretine, ma si segnalano anche presenze di ditte di Firenze, Vicenza, Valenza e Lucca. La rassegna diviene itinerante con le successive esposizioni in Brasile, presso la Pinacoteca Nazionale di San Paolo in concomitanza dell’evento “Italica Ornamenta” per poi passare nella vicina Argentina a Buenos Aires al Museo Nacional de Bellas Artes in occasione della VII Biennale di Architettura.
5. Sala degli stilisti (2000 - Donazione delle ditte aretine; 2002 - Total Gold Gattinoni; 2003 - It Jewels, 30 stilisti per Oro d’Autore; 2005 - Goldsign e 2012 - Past for-Ward Borbonese)
Il nuovo secolo si apre con la donazione da parte di sette ditte aretine, per la collezione di “Oro d’Autore”, di un gioiello che rappresentasse al meglio le loro produzioni: Aurart donò una collana d’oro di vaghi filigranati; Centoundiciaerre una collana di lamine d’oro sbalzata con texture a superfici ‘liquide’; Elledi una collana d’oro con filigrana e granulazione; Fratelli Chini una croce traforata, gemmata e con decori a filigrana e granulazione; Gruppo Graziella un bracciale a schiava di materiali dell’industria, oro, diamanti e rubini; Uno A Erre uno spillone ispirato all’oreficeria etrusca con la tecnica della granulazione; Furini Loris un anello d’argento progettato dal pittore Mark Kostabi. Nell’estate del 2000 l’intera collezione è esposta a Santiago del Cile. Il 2002 resta un anno fondamentale per la collezione: per la prima volta la raccolta si arricchisce della creatività legata alla moda, primo incontro fra oreficeria e fashion. Nell’edizione di “Oro Arezzo” fu presentato il progetto “Total Gold Luxury and creativity between fashion and jewelry”, in collaborazione con la Maison Gattinoni, il Fashion Institute of Technology di New York, l’Istituto Europeo di Design di Roma e le aziende orafe aretine, coordinato dal Centro Promozioni e Servizi; le 17 realizzazioni di “Total Gold” furono presentate nella Basilica Inferiore di San Francesco di Arezzo. Nella stessa circostanza di “Oro Arezzo” verrà realizzato e presentato il supplemento di Vogue Gioiello marzo 2002, un volume curato da Cristina Lucchini dedicato alla città di Arezzo, alle sue bellezze artistiche e naturalmente alla sua tradizione orafa e alle produzioni delle aziende. Nel febbraio 2003 la significativa rassegna “It Jewels, 30 stilisti per Oro d’Autore”, si celebra a Milano nel Palazzo della Ragione. Grazie alla collaborazione di Vogue Gioiello e al patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana, la collezione si è arricchita delle audaci ricerche formali dei più importanti stilisti di fama mondiale: solo per citarne alcuni Armani, Laura Biagiotti, Blumarine, Chiara Boni, Roberto Cavalli , Dolce&Gabbana, Etro, Fendi, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Alberta Ferretti, Missoni, Moschino, Trussardi, Versace e Vivienne Westwood. Nel 2004 dal Centro Promozioni e Servizi assieme a Regione Toscana, ancora in collaborazione con Vogue Gioiello, viene programmato “Gold Sign”, il primo concorso internazionale di design orafo sviluppato interamente sul web con più di 250 creazioni arrivate via internet: in sei mesi, un’apposita giuria ha selezionato 32 finalisti, abbinati ad altrettante aziende orafe aretine che hanno realizzato i relativi progetti destinati alla collezione di “Oro d’Autore”. Vogue Gioiello ha suddiviso i finalisti in otto aree tematiche e sono risultati vincitori i seguenti designer, premiati in occasione di “Oro Arezzo” 2005: Amy C. Lamenzo per Armonie, Gaby Simão per Contrasti, Angelo Catalani per Intrecci, Norlon Towe per Riflessi, Cristina Carrara per Scintille, Patricia Frota per Sfaccettature, Manuela Gandini per Sfumature e Petri Malinen per Sinuosità.
5.1 Sala Didattica
Lungo tutta la parete di destra una teca da esposizione frontale raccoglie gran parte del materiale didattico già presente. Sono esposti gli strumenti, gli utensili, i coni e gli elementi per la preparazione delle leghe e i tre semilavorati base dell’oreficeria (lamine, fili e tubi), oltre a riproduzioni di lingotti in oro puro. Nella parete di sinistra sono esposti i macchinari per la produzione industriale della catena e un banco da lavoro degli anni Cinquanta a quattro posti, icona dei laboratori orafi aretini. L’archeologia industriale presenta vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ‘30 - ‘40 ‘e ‘50, per l’incisione meccanica (il guilloché) e per la costruzione delle palline, oltre agli utensili per sbalzare e cesellare, incidere e incastonare le pietre preziose.
6. Sala Borsalino
Nell’anno 2011 la collezione di ORODAUTORE si arricchisce di nuove creazioni sempre legate al mondo della moda e del lusso, ancora in collaborazione con Vogue Gioiello e con lo storico marchio Borsalino. Sono 18 cappelli, entrati nella storia, ornati da altrettanti gioielli, progettati per l’occasione dalla maison stessa e realizzati da orafi aretini a dar vita alla rassegna “Golden Hat_titude” che veste «con le preziose forme dell’oro d’autore la dimensione visionaria di un ornamento che, oggi come ieri, rappresenta l’apice dell’eleganza senza tempo: il cappello di Borsalino. Espressione di una storia tutta italiana, Borsalino vuol dire ‘cappello’ da oltre 150 anni…». Anche questa collezione è stata richiesta in Europa e nel mondo. Nel 2012 fu presentata l’ultima edizione di ORODAUTORE: “PAST for-WARD”, nata dalla partnership tra “Oro Arezzo”, Vogue Gioiello e la storica maison Borbonese. Per questa occasione furono ideati particolari gioielli e ornamenti che oltre a poter essere indossati possedevano la caratteristica di decori da applicare a borse, scarpe e stivali.
7. " ... mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”
Nel 2024 la città di Arezzo nella ricorrenza del 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari ha celebrato con un anno di mostre ed eventi il celebre aretino. Questo ha dato l’occasione di proporre un’edizione straordinaria di ORODAUTORE dedicata appunto al grande artista. Il programma della manifestazione espositiva ha previsto di invitare oltre 25 artisti e designer, con particolare riguardo a quelli del nostro territorio, a cui è stato richiesto un progetto di un gioiello o anche di un ornamento ispirato e comunque dedicato a Vasari, primo storico dell’arte, fondatore dell’Accademia fiorentina del disegno, architetto e urbanista di successo, raffinato disegnatore, pittore, decoratore e scenografo, al servizio di papi, duchi e granduchi, principi, prestigiose comunità monastiche, nobili e banchieri. In questa rassegna, particolare attenzione è stata rivolta a quei maestri-orafi che si sono resi disponibili ad eseguire anche alcuni particolari aspetti del loro progetto, specialmente di sbalzo, cesello, incisione, di superfici texturizzate, di doratura, di modellazione delle cere, di modellazione per medaglie e di ulteriori tecniche innovative, per dar vita alla didattica con le pratiche di laboratorio, rivolte a quei giovani studenti delle scuole medie che ancora non hanno definito i propri progetti formativi ed occupazionali.
Museo Oro d'Autore
Itinerario principale museale
Lingua dell'itinerario:
0. Sala Multimediale
1. Sala delle Prime Edizioni (1988-1989 - Materiali e Progetti per una Collezione Orafa e 1993 - Giappone e Stati Uniti d’America)
2. Sala Las Vegas e Buenos Aires (1993 - Oro d’Autore, Giappone e Stati Uniti d’America; 1995 - Omaggio a Las Vegas e Biennale internazionale di architettura a Buenos Aires e 1996 - Concorsi Argentina e USA)
3. Galleria Piero della Francesca (1992 e 2007 - Omaggio a Piero)
4. Sala del Terzo Millennio (1998/99 - Un gioiello per il terzo millennio: architetti, designer orientali e artisti europei)
5. Sala degli stilisti (2000 - Donazione delle ditte aretine; 2002 - Total Gold Gattinoni; 2003 - It Jewels, 30 stilisti per Oro d’Autore; 2005 - Goldsign e 2012 - Past for-Ward Borbonese)
5.1 Sala Didattica
6. Sala Borsalino
7. " ... mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”
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Museo Oro d'Autore
Questo itinerario presenta il Museo dell'Oro d'Autore, area allestita nel Palazzo della Fraternita dei Laici e destinata a raccontare il legame profondo che unisce la città di Arezzo con la tradizione manifatturiera locale, che si sviluppa tra arte, storia ed economia, offrendo creazioni uniche che combinano eccellenza, qualità e design.
Lingua dell'itinerario:
Percorso di visita
0. Sala Multimediale
1. Sala delle Prime Edizioni (1988-1989 - Materiali e Progetti per una Collezione Orafa e 1993 - Giappone e Stati Uniti d’America)
2. Sala Las Vegas e Buenos Aires (1993 - Oro d’Autore, Giappone e Stati Uniti d’America; 1995 - Omaggio a Las Vegas e Biennale internazionale di architettura a Buenos Aires e 1996 - Concorsi Argentina e USA)
3. Galleria Piero della Francesca (1992 e 2007 - Omaggio a Piero)
4. Sala del Terzo Millennio (1998/99 - Un gioiello per il terzo millennio: architetti, designer orientali e artisti europei)
5. Sala degli stilisti (2000 - Donazione delle ditte aretine; 2002 - Total Gold Gattinoni; 2003 - It Jewels, 30 stilisti per Oro d’Autore; 2005 - Goldsign e 2012 - Past for-Ward Borbonese)
5.1 Sala Didattica
6. Sala Borsalino
7. " ... mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”
Museo Oro d'Autore
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Lingua dell'itinerario:
0. Sala Multimediale
1. Sala delle Prime Edizioni (1988-1989 - Materiali e Progetti per una Collezione Orafa e 1993 - Giappone e Stati Uniti d’America)
2. Sala Las Vegas e Buenos Aires (1993 - Oro d’Autore, Giappone e Stati Uniti d’America; 1995 - Omaggio a Las Vegas e Biennale internazionale di architettura a Buenos Aires e 1996 - Concorsi Argentina e USA)
3. Galleria Piero della Francesca (1992 e 2007 - Omaggio a Piero)
4. Sala del Terzo Millennio (1998/99 - Un gioiello per il terzo millennio: architetti, designer orientali e artisti europei)
5. Sala degli stilisti (2000 - Donazione delle ditte aretine; 2002 - Total Gold Gattinoni; 2003 - It Jewels, 30 stilisti per Oro d’Autore; 2005 - Goldsign e 2012 - Past for-Ward Borbonese)
5.1 Sala Didattica
6. Sala Borsalino
7. " ... mi posi all’orefice. Omaggio a Vasari”