Pantheon: armonia tra Terra e Cielo
Il Pantheon è uno dei luoghi più affascinanti di Roma: nato come tempio romano, è diventato una chiesa e oggi ospita tombe di re e artisti. Passeggiando al suo interno scoprirai curiosità sulla sua architettura, la grande cupola, l’oculo aperto al cielo e i tanti simboli che raccontano duemila anni di storia.
Museo: Pantheon
Introduzione al Pantheon romano
Benvenuti al Pantheon, testimone silenzioso di quasi duemila anni di storia romana. Ci troviamo davanti a uno dei monumenti più straordinari dell'antichità, un edificio che rappresenta il culmine dell'ingegneria e dell'architettura romana. La parola Pantheon deriva dal greco e significa tempio di tutti gli dei, riflettendo la sua originaria funzione religiosa. Costruito dall'imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d.C., questo edificio sostituì un precedente tempio eretto da Marco Agrippa, di cui ancora oggi possiamo leggere l'iscrizione sul frontone: "Marco Agrippa, figlio di Lucio, durante il suo terzo consolato, lo fece costruire" Durante il nostro percorso, scopriremo come questo spazio sacro abbia attraversato i secoli, trasformandosi da tempio pagano dedicato a tutti gli dei a basilica cristiana consacrata a Santa Maria ad Martyres nel 609 d.C. Questa conversione, voluta da papa Bonifacio IV, ha paradossalmente contribuito alla sua conservazione, permettendoci oggi di ammirarlo pressoché intatto. Il Pantheon incarna la perfezione geometrica: la sua cupola emisferica, con l'oculus centrale aperto verso il cielo, crea un dialogo perpetuo tra terra e firmamento, tra umano e divino.
Funzione e simbolismo del Pantheon antico
Ci troviamo ora davanti a uno dei più straordinari esempi di continuità religiosa nella storia dell'umanità. Il Pantheon, il cui nome deriva dal greco pan (tutto) e theon (divino), fu concepito originariamente come tempio dedicato a tutte le divinità del pantheon romano. Commissionato da Marco Agrippa nel 27 a.C. e ricostruito dall'imperatore Adriano intorno al 126 d.C., questo edificio rappresentava il culmine dell'architettura religiosa pagana. Le sue nicchie ospitavano le statue degli dèi principali: Marte, Venere, Giove e altre divinità che proteggevano Roma e il suo impero. La perfetta armonia della struttura, con la sua cupola emisferica che simboleggia la volta celeste, creava un legame tangibile tra il mondo terreno e quello divino. Nel 609 d.C. avvenne una trasformazione epocale: l'imperatore bizantino Foca donò l'edificio a papa Bonifacio IV, che lo consacrò come chiesa cristiana dedicata a Santa Maria ad Martyres. Questo passaggio non comportò distruzioni ma una reinterpretazione: il tempio di tutti gli dèi divenne la casa dell'unico Dio cristiano. Le nicchie che un tempo ospitavano divinità pagane accolsero altari cristiani e reliquie di martiri. Questa metamorfosi religiosa è probabilmente la ragione principale della straordinaria conservazione dell'edificio attraverso i secoli. Osservando l'interno, possiamo ancora percepire questa duplice natura: l'architettura pagana romana che esalta la perfezione matematica del cosmo convive armoniosamente con elementi cristiani come l'altare centrale e le cappelle laterali. Il Pantheon rappresenta così un raro esempio di continuità spirituale, dove la ricerca umana del divino ha trovato espressione in forme diverse ma ugualmente potenti.
Piazza della Rotonda
Siamo giunti in Piazza della Rotonda, una delle piazze più suggestive di Roma, un palcoscenico perfetto per contemplare la maestosa facciata del Pantheon. Il nome della piazza deriva proprio dalla forma circolare del tempio, che domina lo spazio con la sua imponente mole. In epoca romana, l’area circostante era molto diversa: più angusta, su un livello più basso e occupata da edifici addossati al tempio. Solo nel Quattrocento, per volontà di papa Eugenio IV, le strutture medievali vennero demolite per restituire al monumento il respiro che meritava. Al centro della piazza, ammirate la fontana cinquecentesca progettata da Giacomo Della Porta nel 1575. Più tardi, nel 1711, l’architetto Filippo Barigioni vi aggiunse un elemento sorprendente: l’obelisco egizio di Ramses II, proveniente dal tempio di Ra a Eliopoli. Questo slancio verticale crea un contrappunto visivo perfetto con l’orizzontalità della piazza e la solennità della facciata del Pantheon. Da questo punto privilegiato, potete godere della vista più armoniosa del pronao con le sue colonne corinzie e il frontone triangolare.
Il pronao
Fermiamoci ora ad ammirare il pronao, il monumentale vestibolo che precede l’ingresso al Pantheon. Questo portico maestoso, profondo 15 metri e largo 33, è una delle più straordinarie facciate dell’antichità romana. Le sedici colonne corinzie che lo sostengono – otto sul fronte e due file di quattro sui lati – provengono dall’Egitto e sono state trasportate a Roma in una delle più grandi imprese logistiche del mondo antico. Sono colonne monolitiche: realizzate in granito, rosa quelle anteriori e grigie quelle laterali. Alzate lo sguardo verso il frontone triangolare: un tempo ospitava un’aquila bronzea, simbolo di Giove, circondata da decorazioni oggi scomparse. Sotto, l’iscrizione che campeggia sul fregio recita: “Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, lo costruì”. È un omaggio al tempio originale del 27 a.C., ormai perduto, che Adriano decise di ricordare nel nuovo edificio realizzato tra il 118 e il 125 d.C. Il pronao ha una funzione simbolica precisa: è il filtro tra il mondo caotico della città e lo spazio sacro della rotonda. Rappresenta il passaggio dall’umano al divino, dal terreno all’universale.
La monumentale porta bronzea
Davanti a voi si apre una delle più antiche porte ancora in funzione del mondo: la monumentale porta bronzea del Pantheon. Alta quasi 7 metri, questa meraviglia risale al II secolo d.C. e fu realizzata durante il regno dell’imperatore Adriano. Ancora oggi, a distanza di quasi duemila anni, i battenti si muovono con sorprendente facilità, grazie a un sistema di cardini che testimonia la perizia ingegneristica dei Romani. Osservate i dettagli, sebbene consumati dal tempo: le cornici, i rivetti, le decorazioni minimali parlano di un’arte metallurgica raffinata e funzionale. Curiosamente, la porta è leggermente più piccola del vano che la accoglie: questa discrepanza è frutto di una modifica successiva, risalente al VII secolo, quando il Pantheon fu trasformato in chiesa cristiana. Attraversare questa soglia significa compiere un gesto simbolico: lasciare il mondo esterno ed entrare in uno spazio dove geometria e spiritualità si fondono.
La cupola del Pantheon
Alzate lo sguardo. Davanti ai vostri occhi si apre una delle più straordinarie opere d’ingegneria mai realizzate: la cupola del Pantheon. Con un diametro di 43,3 metri, questa cupola in calcestruzzo non armato è ancora oggi la più grande al mondo nel suo genere. La sua costruzione è un capolavoro di equilibrio, leggerezza e visione. I Romani adottarono una tecnica sorprendente: il calcestruzzo utilizzato diventa sempre più leggero salendo verso l’alto. Alla base troviamo pietra pesante, mentre nella parte superiore furono impiegati materiali porosi come la pomice. I cassettoni che scandiscono l’interno non sono solo ornamentali, ma alleggeriscono la struttura e contribuiscono alla sua stabilità. Al centro, un’apertura di 9 metri – l’oculus – lascia entrare la luce naturale e stabilisce un legame diretto tra lo spazio interno e il cielo. L’oculus non ha vetri né copertura: è sempre aperto. La pioggia che vi entra è raccolta da un sofisticato sistema di scolo nel pavimento, invisibile ma efficiente. La luce che penetra dall’alto si muove lungo le pareti come una meridiana naturale, accompagnando le ore del giorno. Questa cupola perfetta potrebbe inscrivere una sfera completa all’interno della rotonda.
Il pavimento del Pantheon
Sotto i nostri piedi si distende il pavimento originale del Pantheon, risalente all’epoca dell’imperatore Adriano, nel II secolo d.C. È uno dei pochi elementi giunti fino a noi quasi intatti dall’antichità. Guardatelo con attenzione: un raffinato disegno geometrico alterna cerchi, quadrati e rettangoli, realizzati con marmi colorati provenienti da ogni angolo dell’Impero. Nulla è lasciato al caso: l’armonia di queste forme riflette la stessa perfezione matematica che regola l’intera architettura del Pantheon. Se seguite le geometrie con lo sguardo, noterete come tutto converga verso il centro della rotonda, esattamente dove il raggio di luce proveniente dall’oculo colpisce il suolo.
L'Abside del Pantheon
Ci troviamo ora nell’abside, uno degli elementi più significativi per comprendere la trasformazione del Pantheon in chiesa cristiana. Questa struttura semicircolare non era prevista nel progetto originale di Adriano. Fu aggiunta nel VII secolo, quando il tempio venne donato da Foca a Papa Bonifacio IV e consacrato a Santa Maria ad Martyres. Collocata sul lato opposto all’ingresso, l’abside sostituì simbolicamente la statua imperiale che probabilmente un tempo occupava questa posizione. La sua forma semicircolare richiama la volta celeste e guida lo sguardo verso l’altare, diventando il centro spirituale della liturgia cristiana. Sebbene abbia rotto la simmetria dell’edificio originario, l’abside fu cruciale per la sopravvivenza del Pantheon: lo trasformò in una chiesa attiva, evitando l’abbandono che colpì tanti altri templi pagani. Osservate la decorazione del catino absidale: l’attuale apparato barocco risale agli interventi voluti da Papa Clemente XI, nel Settecento. È un dettaglio che racconta quanto il Pantheon sia un organismo vivo, modificato nel tempo ma sempre rispettato. Qui convivono architettura romana, spiritualità medievale e sensibilità barocca: l’abside è il simbolo stesso della continuità culturale e spirituale della città eterna.
L'altare maggiore
Davanti a voi si apre l’altare maggiore, il fulcro spirituale del Pantheon da oltre 1400 anni. È qui che, nel 609 d.C., il tempio pagano fu consacrato a Santa Maria ad Martyres dal papa Bonifacio IV, grazie alla donazione dell’imperatore bizantino Foca. Quel gesto segnò una svolta epocale: un tempio dedicato a tutti gli dèi divenne un luogo cristiano. L’altare che vedete oggi ha subito diversi interventi nel corso dei secoli, ma continua a dialogare con l’armonia dell’edificio originale. La sua collocazione è tutt’altro che casuale: si trova esattamente nel punto d’incontro tra l’ingresso e l’oculo, in un asse simbolico che unisce terra e cielo. Chi celebra messa qui si trova idealmente al centro del cosmo, sotto la grande cupola aperta verso l’infinito. Il paliotto dell’altare, realizzato in preziosi marmi policromi, risplende accanto all’abside retrostante, creando un equilibrio visivo perfetto. Da secoli, questo spazio ospita riti solenni: incoronazioni, matrimoni, funerali di stato. Ancora oggi, ogni domenica, si celebra la messa. È affascinante pensare che, nello stesso luogo in cui i romani antichi guardavano il cielo, ora salgono le preghiere dei fedeli cristiani. Un dialogo tra epoche e spiritualità che rende il Pantheon sempre vivo.
La tomba di Raffaello
Siamo ora davanti alla tomba di Raffaello Sanzio, uno dei più grandi maestri del Rinascimento italiano. Morì nel 1520, a soli 37 anni, all’apice della sua carriera. La leggenda dice che sia morto proprio il giorno del suo compleanno, un Venerdì Santo. La sua ultima volontà fu quella di essere sepolto qui, nel cuore del Pantheon, il luogo che più di ogni altro rappresenta l’armonia e la perfezione che cercava con la sua arte. Sulla lapide leggiamo un epitaffio scritto da Pietro Bembo, che recita: "Qui giace Raffaello, dal quale, mentre era in vita, la Natura temette di essere vinta, e quando morì, temette di morire con lui." Sopra la tomba, un busto in marmo realizzato nel 1883 da Giuseppe Fabris rende omaggio al maestro. Nel 1833, Papa Gregorio XVI ordinò l’apertura della tomba per verificarne il contenuto. I resti furono identificati e oggi accanto a Raffaello riposano anche la sua promessa sposa, Maria Bibbiena, e alcuni dei suoi discepoli più devoti. Questo sepolcro semplice, ma potentissimo nel suo significato, è un omaggio eterno alla bellezza e all’arte.
La tomba di Vittorio Emanuele II
Ora ci troviamo di fronte alla tomba di Vittorio Emanuele II, il primo re dell’Italia unita. Questo monumento, solenne nella sua sobrietà, segna un nuovo capitolo nella storia del Pantheon. Dopo la morte del sovrano, avvenuta nel 1878, fu deciso di seppellirlo proprio qui, trasformando il tempio romano in un sacrario nazionale. Sul sepolcro campeggia la scritta PADRE DELLA PATRIA, un titolo che celebra il ruolo centrale di Vittorio Emanuele nel processo di unificazione italiana. Il contrasto tra la semplicità della tomba e la grandiosità dell’edificio crea un effetto di profonda solennità. Non fu una scelta casuale: il Pantheon, con il suo carico simbolico di eternità, divenne così il ponte tra Roma antica e l’Italia moderna. Anche altri sovrani della dinastia sabauda trovarono qui il loro riposo, trasformando il luogo in una sorta di “pantheon” della monarchia.
La tomba di Umberto I
Siamo ora davanti alla tomba di Umberto I di Savoia, secondo re dell’Italia unita. La sua sepoltura accanto a quella del padre, Vittorio Emanuele II, non è solo un gesto simbolico: rappresenta il passaggio del testimone dinastico e sottolinea la continuità della monarchia nel giovane Regno d’Italia. Umberto I regnò dal 1878 al 1900, un periodo di grandi cambiamenti e forti tensioni sociali. Era soprannominato "il Buono", ma il suo regno fu controverso, segnato da forti repressioni, come quelle dei moti popolari di Milano nel 1898. Il 29 luglio 1900, la sua vita si concluse tragicamente a Monza, per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. Il Pantheon fu scelto come luogo di sepoltura per sancire la memoria dei Savoia nel cuore della nazione, accanto agli eroi della patria. Osservate la sua tomba: è sobria, elegante, realizzata in marmi pregiati e decorata con simboli monarchici. L’arte funeraria di fine Ottocento unisce la solennità classica a uno stile più moderno, riflettendo l’identità del regno in costruzione. Le tombe reali, ospitate in questo antico tempio pagano divenuto chiesa cristiana, aggiungono un ulteriore strato alla complessa stratificazione storica del Pantheon. Qui convivono l’antico e il moderno, il sacro e il profano, in un equilibrio unico al mondo.
La Fontana del Pantheon
Eccoci all’ultima tappa del nostro itinerario, nella magnifica piazza che si apre davanti al Pantheon. Al centro campeggia la Fontana del Pantheon, una delle più scenografiche fontane barocche di Roma. Fu realizzata nel 1711 dall’architetto Filippo Barigioni per volontà di Papa Clemente XI Albani. A colpire lo sguardo è soprattutto l’obelisco che la sovrasta, chiamato Obelisco Macuteo. Alto circa sei metri, è un monolite in granito rosso, di epoca romana ma realizzato in stile egizio, probabilmente sotto l’imperatore Domiziano. Simbolo dell’Egitto faraonico, l’obelisco qui acquista un nuovo significato, dialogando con la cupola del Pantheon alle sue spalle. La vasca in marmo, dalla forma mistilinea, è arricchita da quattro delfini scolpiti che sorreggono la struttura centrale. Tutto, nella fontana, parla la lingua del Barocco: teatralità, movimento, armonia. È un esempio perfetto di come Roma abbia sempre saputo integrare culture diverse, trasformando ogni elemento in parte di un racconto più grande. Dopo vari restauri, l’ultimo dei quali nel 2017, la fontana è tornata al suo splendore originario. Oggi, è uno dei luoghi più amati dai visitatori: un punto d’incontro, di ristoro, ma anche un epilogo perfetto per la visita. Qui si conclude il nostro viaggio: tra antichità e barocco, pietra e acqua, terra e cielo.
Pantheon
Pantheon: armonia tra Terra e Cielo
Lingua dell'itinerario:
Introduzione al Pantheon romano
Funzione e simbolismo del Pantheon antico
Piazza della Rotonda
Il pronao
La monumentale porta bronzea
La cupola del Pantheon
Il pavimento del Pantheon
L'Abside del Pantheon
L'altare maggiore
La tomba di Raffaello
La tomba di Vittorio Emanuele II
La tomba di Umberto I
La Fontana del Pantheon
Pantheon: armonia tra Terra e Cielo
Pantheon
Il Pantheon è uno dei luoghi più affascinanti di Roma: nato come tempio romano, è diventato una chiesa e oggi ospita tombe di re e artisti. Passeggiando al suo interno scoprirai curiosità sulla sua architettura, la grande cupola, l’oculo aperto al cielo e i tanti simboli che raccontano duemila anni di storia.
Lingua dell'itinerario:
Percorso di visita
Introduzione al Pantheon romano
Funzione e simbolismo del Pantheon antico
Piazza della Rotonda
Il pronao
La monumentale porta bronzea
La cupola del Pantheon
Il pavimento del Pantheon
L'Abside del Pantheon
L'altare maggiore
La tomba di Raffaello
La tomba di Vittorio Emanuele II
La tomba di Umberto I
La Fontana del Pantheon
Pantheon
Pantheon: armonia tra Terra e Cielo
Lingua dell'itinerario:
Introduzione al Pantheon romano
Funzione e simbolismo del Pantheon antico
Piazza della Rotonda
Il pronao
La monumentale porta bronzea
La cupola del Pantheon
Il pavimento del Pantheon
L'Abside del Pantheon
L'altare maggiore
La tomba di Raffaello
La tomba di Vittorio Emanuele II
La tomba di Umberto I
La Fontana del Pantheon