Itinerario completo
Questo itinerario spiega la storia della comunità Walser partendo da una loro casa museo.
Museo: Museo Etnografico Walser Valle Vogna
Panoramica del luogo e della casa
L'itinerario inizia con una descrizione del luogo, della comunità Walser e della relativa casa museo.
Il monte Rosa è custode della storia che racconteremo. Dai suoi 4634 mt di altezza ha osservato innumerevoli vicende di genti che nei secoli hanno valicato i suoi pendii.
Popoli in cammino, mossi da spirito di intraprendenza che nei secoli non si sono mai fermati realmente cercando il meglio per sé e le generazioni future.
I primi, a trasformare l’impervio paesaggio montano, furono i Walser. Nel XIII sec. lasciarono la loro terra natia, il Vallese Svizzero, (da qui la derivazione del nome) per cercare nuove terre da dissodare.
Audaci uomini delle alte terre impiegarono le loro capacità di adattamento per utilizzare quanto la natura poteva donargli e trasformare, a quote impensabili prima, il paesaggio naturale in paesaggio abitato.
Il paesaggio che si apre sulla Valle Vogna ne è ancora oggi testimonianza pulsante. I suoi villaggi racchiudono il valore simbolico e lo spirito, tra le arcaiche case in legno ancora perfettamente conservate. Qui il connubio uomo natura ne è la forza e sfida le difficoltà delle alte terre alpine. L’identità culturale delle genti che ancora oggi abitano il luogo è impregnata di sapere.
Lungo l’alta via dei Walser si incontra il villaggio di Rabernardo.
Qui la casa museo narra oggi, all’attento ascoltatore, la storia di queste genti. Di come abbiano dimostrato, grande resilienza ai cambiamenti climatici e rispetto verso le limitate risorse naturali con un sistema di economia circolare semplice, ma efficace.
Piano terra: Godu - Stalla
In questa sezione si spiega il ruolo della stalla nel piano terra della casa.
La Stalla. Questo è il cuore della casa qui uomini e animali convivevano in una simbiosi necessaria alla sopravvivenza. La casa non aveva riscaldamento se non la fonte animale questa stanza irradiava calore ai piani superiori e qui ci la famiglia si univa nelle lunghe serate invernali. Tutto avveniva secondo i ritmi dettati da madre natura. Uomo e animale viveva scandendo con il ritmo del lavoro, il tempo. Anche in stalla non si stava mai fermi. Piccoli lavori manuali, fiabe e racconti ai bambini mentre gli adulti seduti riuniti uno di fronte all’altro potevano argomentare sulle varie occupazioni che la comunità svolgeva riunita. Tutti insieme perché ogni attività qui deve essere affrontata con solidarietà per poter resistere alla durezza che le asperità climatiche e la montagna ti facevano affrontare.
Ognuno seduto uno di fronte all’altro senza gerarchie o differenze sociali.
Piano terra: Firhus - Casa del Fuoco
Questa sezione si sofferma sull'importanza del focolare domestico.
Inspira… questo odore agre di fumo racchiude il passato di questo ambiente. Il focolare non aveva il camino ed il fumo si concentrava in questa stanza per poter affumicare le carni e mantenerle a lungo. Qui avveniva la cottura dei cibi e la lavorazione del latte che era alla base della loro alimentazione come importante fonte proteica.
Alla base del focolare un foro nel loro metteva il fuoco a contatto della pietra ollare presente nella stalla.
Piano terra: i Laboratori
Questa sezione spiega il ruolo svolto degli scapin.
Per i Walser la loro casa era il loro mondo qui vi sono racchiusi non solo i locali fondamentali per la sopravvivenza ma anche i laboratori ove si producevano ogni cosa di cui avevano bisogno. Qui a fianco la produzione delle loro calzature tipiche gli scapin. una calzatura semplice costruita con panno di lana molto pesante e cucino con corde di canapa. Lana e canapa sono alla base di ogni tessuto lavorato in queste aree montane.
Scala esterna: architettura e solidarietà
Questa sezione evidenzia il valore delle scelte comunitarie per i Walser.
Ora saliamo al primo piano tramite la scale in pietra esterna e rechiamoci al secondo piano.
Scale esterne ma sempre protette dai tetti delle case che si incrociavano a proteggere il passaggio durante l’inverno. Non esiste casa o famiglia senza un sistema di solidarietà comunitaria.
Le minute stanze di questo piano non riscaldato servivano per non disperdere il calore ricevuto dalla stalla al piano sotto. Finestre e porte erano minuscole a discapito della luce, ma il piano, coinbentato dal fieno depositato al piano superiore (Stodal – il fienile ), manteneva una temperatura sopportabile senza alcun apporto energetico.
Ora al primo piano percorriamo le tradizionali balconate (lobbie) un reticolo di linee che formano una geometria architettonica unica del suo genere. Queste rastrelliere erano create per porvi il fieno ad asciugare e poterlo conservare cosi salubre durante l’inverno. Da questo dipendeva la vita degli animali e quindi della famiglia stessa. La balconata era un ottimo spazio esterno illuminato dal sole dove lavorare protetti dal vento e dalle intemperie.
Secondo piano: Tuu - Telaio
Questa sezione si sofferma sull'utilizzo delle risorse all'interno della comunità Walser, specialmente guardando alla creazione dei vestiti.
La lana e la canapa prodotte in loco erano alla base dei tessuti utilizzati. Con la canapa si producevano cordami e tessuti .La produzione e lo sfruttamento degli animali o terreni da coltura era limitata al fabbisogno famigliare quanto le risorse erano maggiori le famiglie scambiavano quanto in esubero con generi diversi senza mai eccedere nello sfruttamento dei terreni che erano gestiti secondo un sistema di rotazione delle colture e concimati con lo sterco animale.
Secondo piano: Godu - Camera da letto
Le camere da letto erano occupate da diversi membri della famiglia, rannicchiati a dormire nell’alcova letto a baldacchino in legno anch’esso creato per non disperdere il calore corporeo.
Le camere da letto erano occupate da diversi membri della famiglia, rannicchiati a dormire nell’alcova letto a baldacchino in legno anch’esso creato per non disperdere il calore corporeo.
Secondo piano: Spicher - Dispensa
Questa sezione analizza il ruolo vitale della dispensa nella casa.
La casa rappresenta un micromondo creato per produrre e conservare quanto necessario agli animali ed alla famiglia. Oltre alla cura nella conservazione del foraggio per gli animali era fondamentale la conservazione del cibo prodotto. Come abbiamo visto il Firhus serviva anche come affumicatoio nelle cantine con il microclima adatto la conservazione del formaggio e nel spicher (che si trova sempre ai piani rialzati ) l’essicazione del pane.
In fondo alla balconata lo spicher è un ambiente con un micro clima particolarmente asciutto, avvicinati e percepisci le sensazioni che l’ambiente genera.
Questo ambiente cosi salubre è ricreato solo dal saper fare del costruttore che sapientemente ha sfruttato l’ambiente più areato e soleggiato per salvaguardare il suo pane e le sue farine.
In questo luogo posto sulle rastrelliere al riparo dai roditori seccava ma si manteneva salubre per tutto l’inverno in attesa della sfornata che sarebbe arrivata solo in primavera. La gestione di risorse limitate le rende preziose per la salvaguardia della famiglia e della comunità ed ogni sforzo fisico e spirituale era concentrato a mantenere quanto conquistato con la fatica.
Ora ripercorriamo la balconata e ritorniamo alla scala esterna… saliamo per raggiungere lo Stodal.
Terzo piano: Stodal - Fienile
Questa sezione si sofferma sugli spazi decisamente più ampi riservati al fienile.
Osserva. La struttura architettonica ancora cambia. Non più spazi angusti ma ampi ingressi su ogni lato dell’abitazione ed un accesso rapido diretto allo stodal senza dover passare dalla scalinata. In questo piano hanno accesso i carichi pesanti è pertanto utile arrivarvi velocemente e senza impedimenti. Qui non serve ricercare il lavoro lo Stodal è il fienile, l’aia in cui venivano battuti i cereali e luogo dove avvenivano i lavori di falegnameria al coperto. La balconata si allarga a sorreggere l’enorme tetto ricoperto di pietre dal peso sorprendente 120/130 kg al metro quadrato. E’ lui che preserva dai metri di neve e stabilizza l’edificio. 4 piani di casa composta solo da travi e assi incrociate.
Edifico esterno: Forno
L'ultimo luogo è esterno alla casa e si tratta del forno.
La produzione del pane avveniva solo due volte all’anno in autunno ed in primavera prima della nuova semina. Il forno comunitario veniva accesso da tutte le famiglie insieme che contriuivano con il loro legname accumulato con cura durante il lavoro nei boschi. Mentre gli uomini portavano a temperatura il forno le donne impastavano nella stalla (ambiente idoneo in quanto caldo e umido) il pane di farina di segale aveva scarsa lievitazione ma si consumava duro inzuppato nel brodo o nel latte. Prima di infornare la famiglia incideva il proprio pane con un simbolo propiziatorio per salvaguardare il prodotto e riconoscerlo quando sfornato.