Villa Borghese: un viaggio tra arte, storia e natura
Villa Borghese, uno dei più affascinanti parchi urbani d'Italia, rappresenta un perfetto connubio tra arte, storia e natura nel cuore di Roma. Con i suoi estesi 80 ettari, questo scrigno verde custodisce secoli di storia e straordinari tesori artistici che raccontano l'evoluzione della cultura italiana ed europea. Attraverso questo itinerario, scopriremo le storie che si celano dietro le sue meraviglie artistiche, offrendo uno spaccato affascinante della Roma aristocratica, papale e moderna.
Museo: Villa Borghese
Benvenuti a Villa Borghese
Villa Borghese, splendido polmone verde nel cuore di Roma, è uno dei parchi più affascinanti della capitale, esteso su 80 ettari e ricco di tesori artistici e naturalistici. Questa villa può essere considerata come un vero e proprio museo all'aperto. La Villa è un insieme di architetture, monumenti celebrativi, fontane, statue e giardini dalla ricca flora che desta particolare interesse (si pensi alle orchidee selvatiche che crescono nei suoi giardini o agli alberi secolari). È proprio la fusione di arte e natura che fa di Villa Borghese un luogo di rara bellezza. La sua storia inizia nel 1605, quando il Cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V e grande mecenate di Bernini, decise di trasformare quella che era una tenuta vinicola nella più estesa area verde costruita a Roma dall'antichità. Il sito scelto non era casuale: si identifica con gli antichi giardini di Lucullo, i più famosi della tarda Repubblica romana. La villa, che si estende per ben ottanta ettari con un perimetro di quattro miglia, fu realizzata in due distinte fasi. La prima fase prese l'avvio subito dopo l'acquisto di numerose vigne comprese fra la Porta Pinciana, le Mura Aureliane e il Muro Torto. Fino al 1615 tutte le energie del cardinale furono indirizzate nella realizzazione di una residenza modello, la più rappresentativa fra le numerose dimore che già possedeva in città e sui colli tuscolani. Nel volgere di pochi anni fu avviata la costruzione del Casino nobile, l'attuale galleria Borghese, affiancato da due Giardini segreti e dal padiglione dell'Uccelliera, e furono realizzati i primi due recinti del parco con gli ingressi, le statue e le fontane. Nel corso dei secoli, la villa ha visto numerose trasformazioni: nel XVIII secolo Marcantonio Borghese, quinto Principe di Sulmona, trasformò i giardini formali in un paesaggio all'inglese. L'architetto Antonio Asprucci e suo figlio Mario lavorarono alla sistemazione paesaggistica, dal 1782 per oltre vent'anni. Collocarono statue in tutto il parco e iniziarono la costruzione del Giardino del Lago e di Piazza di Siena. Tra il 1785 e il 1792 edificarono il Tempio di Esculapio in stile ionico al centro del lago. Nel corso del XIX secolo furono aperte le porte dei giardini al passeggio dei cittadini, che vi organizzarono feste popolari. Nel XVIII secolo, in concomitanza con il diffondersi del gusto Neoclassico, Marcantonio IV Borghese apportò alcune modifiche all'assetto della villa, in particolare nell'area del terzo recinto, dove fece costruire dei templi, aggiunse statue, fontane e arredi di vario genere, il tutto ispirato al mondo classico. Decise inoltre di abbattere i muri di cinta nella zona corrispondente a Via Flaminia e di migliorare le qualità estetiche e architettoniche della zona affacciata su Piazza del Popolo, in quanto stava diventando un luogo assai visitato. Dopo l'Unità d'Italia, si aprì un contenzioso tra la famiglia Borghese e lo Stato italiano sul possesso della Villa. Al termine di una lunga controversia legale, lo Stato italiano acquistò nel 1901 l'intero complesso monumentale. Nel 1903 il Parco fu ceduto al Comune di Roma e aperto al pubblico. Oggi Villa Borghese è un luogo dove storia, arte e natura si intrecciano in un dialogo affascinante. Il nostro percorso ci condurrà alla scoperta dei suoi tesori più belli e significativi.
Porta Pinciana
Il nostro itinerario inizia da uno degli accessi più scenografici e significativi di Villa Borghese: il Piazzale del Museo Borghese. Qui si trova l’edificio della Villa Borghese Pinciana, oggi sede della celebre Galleria Borghese. La costruzione fu voluta dal cardinale Scipione Borghese, potente nipote di papa Paolo V, che ne affidò il progetto all’architetto Flaminio Ponzio. Dopo la morte di quest’ultimo, i lavori furono portati a termine dall’architetto fiammingo Giovanni Vasanzio, che contribuì a definire l’aspetto attuale della villa. Dal piazzale si gode una splendida vista sull’architettura elegante dell’edificio e sul verde circostante. Fin dall’origine, questo spazio fu concepito per stupire: la disposizione degli alberi, i vialetti ombrosi e le prospettive prospettiche dovevano incantare gli ospiti fin dal primo sguardo. Tra le specie vegetali presenti si riconoscono lecci, platani, pini domestici plurisecolari, cedri e abeti, molti dei quali risalgono all’impianto originario seicentesco. Secondo un aneddoto, alcuni visitatori stranieri impiegavano ore a lasciare il piazzale, rapiti dalla bellezza del luogo prima ancora di entrare nel museo. Uno degli accessi storici alla villa è Porta Pinciana, incastonata nel tratto delle Mura Aureliane che collega Porta Pinciana a Piazzale Flaminio. Costruita tra il 271 e il 275 d.C. durante il regno dell’imperatore Aureliano, faceva parte del sistema difensivo ideato per proteggere Roma dalle incursioni barbariche. Il nome della porta deriva dalla Gens Pincia, antica famiglia patrizia che possedeva terreni in questa zona. Dopo essere stata chiusa per secoli, Porta Pinciana fu riaperta nell’Ottocento e oggi rappresenta uno degli accessi principali al parco. L’area è di grande valore storico, poiché si ritiene sorgessero qui gli Horti Luculliani, sontuosi giardini dell’antica Roma. Ed è proprio in questa zona che, nel 1606, papa Paolo V affidò al nipote Scipione Borghese l’ambizioso progetto di una villa circondata da un grande parco: nacque così quella che ancora oggi conosciamo come Villa Borghese.
Giardino del lago e Tempio di Esculapio
Tra gli angoli più incantevoli di Villa Borghese spicca il Giardino del Lago, progettato a partire dal 1782 dall’architetto Antonio Asprucci con la collaborazione del paesaggista inglese Jacob Moore. Questa zona, nota un tempo come “Piano Bello” o “Piano dei Licini”, rappresenta uno dei primi esempi a Roma di giardino paesaggistico all’inglese, caratterizzato da sentieri sinuosi, vegetazione spontanea e giochi d’acqua, in netto contrasto con i rigidi schemi geometrici dei giardini formali seicenteschi. Al centro del lago artificiale si erge il Tempio di Esculapio, realizzato tra il 1785 e il 1792 in stile ionico. Si tratta di un tempietto ispirato ai modelli dell’antichità classica, dedicato al dio greco della medicina. Alla base della struttura sono raffigurati animali simbolici a lui sacri, come il gufo, il gallo e il caprone. La statua del dio all'interno proviene da un’antica collezione romana ed è collocata nella cella, visibile dal lago. La bellezza del luogo è particolarmente apprezzabile al tramonto, quando le luci si riflettono sull’acqua e le sagome degli alberi — tra cui ottocento lecci piantati alla fine del Settecento — creano un’atmosfera intima e suggestiva. Negli anni Trenta del Novecento, il Giardino fu anche teatro di un’iniziativa pionieristica: Raffaele Vico ideò una serie di chioschi-biblioteca, da cui i visitatori potevano prendere in prestito libri da leggere nel parco e restituirli al tramonto. Durante i conflitti mondiali, invece, molte aree verdi della villa vennero convertite alla coltivazione di orti bellici, per rispondere all’emergenza alimentare. Oggi il Giardino del Lago è ancora uno dei luoghi più amati dai visitatori di Villa Borghese. Noleggiare una barchetta per solcare il lago e avvicinarsi al tempio da una prospettiva insolita è un’esperienza suggestiva, che unisce natura, arte e romanticismo. Una piccola avventura nel cuore verde di Roma, capace di incantare grandi e piccoli.
Galleria Borghese
Villa Borghese Pinciana e oggi sede della celebre Galleria Borghese, uno dei musei più prestigiosi al mondo. L’edificio, noto anche come Casino Nobile, fu costruito nei primi anni del XVII secolo per volere del cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V. Il progetto fu affidato all’architetto Flaminio Ponzio, che seguì personalmente i disegni e le indicazioni del cardinale, e fu completato, alla sua morte, dal fiammingo Giovanni Vasanzio. Concepita come villa suburbana, la residenza era destinata non solo al soggiorno aristocratico ma, soprattutto, all’esposizione della ricchissima collezione d’arte antica e moderna che Scipione stava con grande zelo costituendo. La villa era circondata da un giardino articolato in una parte “urbana”, con aiuole e fontane geometricamente disposte, e una parte “rustica” dedicata alla caccia, secondo il modello della villa rinascimentale. La facciata della villa, progettata in stile manierista e rielaborata in epoca neoclassica da Luigi Canina nell’Ottocento, fu originariamente decorata da ben 144 bassorilievi, statue e fregi antichi, molti dei quali andarono perduti o furono ceduti a Napoleone Bonaparte nel 1807. La vendita fu orchestrata da Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, e fruttò alla famiglia otto milioni di franchi. Oltre alla perdita architettonica, l’Italia subì una delle più gravi spoliazioni del suo patrimonio artistico: molte di queste opere sono oggi conservate al Museo del Louvre. Nonostante ciò, la Galleria Borghese continua a custodire un’eccezionale collezione d’arte, tra le più importanti d’Europa. Comprende capolavori di Caravaggio (come David con la testa di Golia), Bernini (Apollo e Dafne, Il Ratto di Proserpina), Canova (Paolina Borghese), Tiziano, Raffaello e Correggio. L’interno, rinnovato a fine Settecento da Antonio Asprucci, conserva ancora ambienti sontuosi, con soffitti affrescati e pavimenti intarsiati in marmo policromo. Un episodio emblematico della determinazione di Scipione nel costruire la sua collezione è legato alla "Deposizione Baglioni" di Raffaello, trafugata dalla cappella della famiglia a Perugia: non potendo acquistarla legalmente, il cardinale ordinò la rimozione forzata del dipinto, forte della sua autorità come nipote del papa. Oggi, la Villa Borghese Pinciana rappresenta non solo uno scrigno di capolavori ma anche un documento straordinario del collezionismo barocco, delle ambizioni politiche ed estetiche della famiglia Borghese e dell’evoluzione della villa come spazio pubblico d’arte.
Giardini Segreti
Accanto alla Galleria Borghese, nel cuore della Villa, si estendono i suggestivi Giardini Segreti, piccoli paradisi verdi progettati nel Seicento per essere riservati esclusivamente al Cardinale Scipione Borghese e ai suoi ospiti più illustri. Ispirati all’hortus conclusus medievale, questi spazi chiusi da mura erano pensati come estensione della residenza, luoghi di riflessione, bellezza e contemplazione. I giardini originari, realizzati tra il 1610 e il 1633, erano tre: Il Giardino dei Melangoli, così chiamato per la presenza di aranci amari; Il Giardino dei Fiori, dove si coltivavano essenze rare ed esotiche; Il Giardino della Meridiana, aggiunto intorno al 1680 tra i due padiglioni dell’Uccelliera e della Meridiana, con aiuole di bulbose in fiore. Un quarto spazio, detto “Giardino della Coltivazione”, era invece destinato alla crescita delle piante poi esposte negli altri tre. Alla fine del XVII secolo, a sud dei giardini, fu costruita l’Esedra dei Draghi, un monumentale ingresso semicircolare progettato da Carlo Rainaldi e Tommaso Mattei, decorato con draghi, emblema araldico della famiglia Borghese. Nel Giardino dell’Uccelliera, oggi uno dei meglio conservati, il disegno delle aiuole è stato fedelmente restaurato alla fine degli anni ’90, secondo modelli secenteschi. Le aiuole, o “cassette” come le chiamavano a Roma nel Seicento, sono delimitate da pianelle romane e suddivise in spartimenti geometrici, in linea con il gusto decorativo dell’epoca. Durante le guerre mondiali, i Giardini Segreti furono convertiti per la coltivazione di ortaggi, in risposta alle esigenze belliche. Ma la loro funzione originale, quella di rifugio estetico e privato, è oggi pienamente recuperata. Infine, una lapide oggi conservata al Lapidario Vaticano testimonia l’orgoglio del Cardinale per la sua opera: vi si legge una frase che si può tradurre così: “Io, custode della Villa Borghese, la offro pubblicamente” — un gesto che anticipa l’idea moderna di arte come bene condiviso con la comunità.
Terrazza del Pincio
La Terrazza del Pincio è uno dei belvedere più iconici di Roma, celebre per la vista panoramica mozzafiato su Piazza del Popolo, sulla città storica e sulla cupola di San Pietro. La vera rinascita del Pincio avvenne nel XIX secolo, quando, sotto l’amministrazione napoleonica, fu progettata la Passeggiata del Pincio: un grande giardino pubblico urbano, tra i primi in Europa, concepito come spazio di ricreazione e benessere per il popolo. L'architetto Giuseppe Valadier disegnò un percorso articolato che collegava armonicamente Piazza del Popolo al colle Pinciano, con scalinate, rampe ellittiche e viali curvilinei. Dopo l'epoca napoleonica, Valadier completò l'opera tra il 1816 e il 1834 durante la Restaurazione. Nel tempo, la Passeggiata si arricchì di busti di uomini illustri italiani – da Dante a Galileo – arrivando a contarne 229 entro la Seconda Guerra Mondiale, rendendola un vero e proprio pantheon della memoria nazionale. Tra le curiosità, spicca l’idrocronometro progettato da Gian Battista Embriaco nel 1867, ancora oggi visibile nel giardino: un orologio alimentato ad acqua, premiato all’Esposizione Universale di Parigi. La Passeggiata del Pincio è stata, fino alla metà del Novecento, il vero parco urbano della capitale: sede di spettacoli, concerti della banda municipale, e oggi luogo amato per eventi culturali e semplici passeggiate. È collegata direttamente a Villa Borghese tramite viale delle Magnolie e Porta Pinciana, uno degli accessi monumentali alla villa. Proprio lungo i suoi viali, dal 1904, furono collocati anche busti di scrittori e pensatori stranieri, come Victor Hugo, simbolo di apertura internazionale della cultura romana.
Museo Pietro Canonica
Nel cuore verde di Villa Borghese, accanto a Piazza di Siena, sorge un piccolo gioiello museale: il Museo Pietro Canonica, ospitato nella suggestiva Fortezzuola, una costruzione dalla forma castellana che un tempo fungeva da allevamento per uccelli esotici della famiglia Borghese. Anticamente chiamata “Gallinaro” o “Pollaio”, veniva usata nel XVII secolo per ospitare struzzi, pavoni e anatre destinate alle battute di caccia. L’aspetto attuale risale a un intervento architettonico settecentesco attribuito ad Antonio Asprucci. Questo edificio divenne la residenza e lo studio dell’artista Pietro Canonica (1869–1959) nel 1927, grazie a una concessione del Comune di Roma. In cambio, lo scultore promise di donare, alla sua morte, tutte le opere contenute nella villa affinché l'edificio diventasse un museo. Canonica visse e lavorò in questo luogo per oltre trent’anni, lasciandovi non solo le sue creazioni, ma anche la sua impronta personale. Scultore di fama internazionale e appassionato compositore, Canonica si formò a Torino e si affermò tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, frequentando le corti di tutta Europa, da Londra a San Pietroburgo, da Parigi a Berlino. Le sue opere, celebri per l’estremo realismo, ritraggono membri dell’aristocrazia e della nobiltà, con una tecnica raffinata e precisa che gli valse numerose commissioni ufficiali. Il museo conserva busti, statue equestri, modelli, calchi e bozzetti, offrendo un viaggio completo nel processo creativo dell’artista. Spiccano opere come il busto di Beatrice, ispirato a Dante, e ritratti di importanti figure storiche. Ma il museo è anche un luogo intimo, che mostra il lato più umano di Canonica: al piano superiore si visitano gli ambienti privati della sua casa, arredati con mobili originali, dipinti dell’Ottocento piemontese e oggetti personali. Il laboratorio al piano terra, conservato come quando l’artista vi lavorava, racconta invece il lato artigianale e tecnico della sua opera, immerso in sculture in varie fasi di realizzazione. Il museo ospita regolarmente mostre temporanee, eventi culturali e concerti, mentre la biblioteca, composta da circa 2200 volumi, conserva testi di storia dell’arte, scultura e arti figurative, tra cui numerosi libri appartenuti allo stesso Canonica. Vi è anche un archivio fotografico che documenta la sua produzione e i contesti storici in cui operò.
Tempio di Diana e Fontana dei Cavalli Marini
Tra i tanti angoli suggestivi di Villa Borghese, uno dei più affascinanti è senz’altro quello che comprende il Tempio di Diana e le numerose fontane artistiche che impreziosiscono il parco. Il Tempio, un raffinato padiglione in stile neoclassico, fu eretto come omaggio alla dea della caccia della mitologia romana. Pur di piccole dimensioni, si distingue per la sua armonia architettonica e l’atmosfera raccolta, ed è spesso utilizzato per mostre temporanee ed eventi culturali. Non lontano dal tempio si apre una piccola piazza che ospita una delle fontane più scenografiche di tutta la villa: la Fontana dei Cavalli Marini. Commissionata da Marcantonio IV Borghese durante la grande risistemazione del parco iniziata nel 1766, fu realizzata tra il 1790 e il 1791 per sostituire la preesistente Fontana del Mascherone, andata distrutta nel corso delle trasformazioni del giardino. La realizzazione scultorea fu opera di Vincenzo Pacetti, uno dei principali artisti neoclassici del tempo. La fontana presenta una composizione circolare, dominata da quattro cavalli marini (ippocampi: metà cavallo e metà pesce) disposti radialmente. Le figure scolpite in marmo sorreggono un catino decorato da cui si innalza un doppio calice e uno zampillo centrale. Ulteriori getti d'acqua sgorgano tra le zampe dei cavalli, creando un gioco dinamico di movimento e luce. Un dettaglio curioso: si racconta che il motivo decorativo sia stato ispirato da un antico cammeo donato dal Principe Borghese a Pacetti, come riferimento visivo per la composizione. A poca distanza si trovano anche le Fontane dei Draghi, collocate nel muro di contenimento tra i giardini che circondano l'Uccelliera e il Parco dei Daini. Queste due fontane simmetriche presentano una roccia centrale da cui emerge la testa del drago Borghese, con fauci spalancate da cui l’acqua scende in una vasca semicircolare decorata con un bordo modanato. I draghi, simbolo araldico della famiglia Borghese, conferiscono a queste fontane una forte identità visiva e storica. Infine, si ricorda anche la meno nota ma altrettanto significativa Fontana di Venere, attribuita probabilmente a Giovanni Vasanzio. Questo elemento, insieme a tanti altri sparsi per il parco, riflette il gusto artistico della famiglia Borghese e la loro volontà di trasformare la Villa in un luogo capace di rivaleggiare con le più sontuose dimore aristocratiche europee.
Villa Borghese
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Lingua dell'itinerario:
Benvenuti a Villa Borghese
Porta Pinciana
Giardino del lago e Tempio di Esculapio
Galleria Borghese
Giardini Segreti
Terrazza del Pincio
Museo Pietro Canonica
Tempio di Diana e Fontana dei Cavalli Marini
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Villa Borghese, uno dei più affascinanti parchi urbani d'Italia, rappresenta un perfetto connubio tra arte, storia e natura nel cuore di Roma. Con i suoi estesi 80 ettari, questo scrigno verde custodisce secoli di storia e straordinari tesori artistici che raccontano l'evoluzione della cultura italiana ed europea. Attraverso questo itinerario, scopriremo le storie che si celano dietro le sue meraviglie artistiche, offrendo uno spaccato affascinante della Roma aristocratica, papale e moderna.
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Percorso di visita
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Giardino del lago e Tempio di Esculapio
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Terrazza del Pincio
Museo Pietro Canonica
Tempio di Diana e Fontana dei Cavalli Marini
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Giardino del lago e Tempio di Esculapio
Galleria Borghese
Giardini Segreti
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Museo Pietro Canonica
Tempio di Diana e Fontana dei Cavalli Marini