Itinerario completo
Questo itinerario racconta i tesori contenuti nel Museo Archeologico di Mel.
Museo: Museo Archeologico di Mel
01. Ingresso e presentazione del museo
Il primo punto d'interesse introduce il visitatore al museo.
Benvenuto al Palazzo delle Contesse, sede del museo Civico Archeologico di Mel. Ti starai chiedendo perché il palazzo sia dedicato a ben due contesse: beh, devi sapere che il suo antico proprietario si sposò due volte ed entrambe le volte scelse una contessa veneziana. Osserva con attenzione il pavimento del piano nobile: é un terrazzo veneziano raffigurante una Fenice, simbolo della famiglia Papadopoli, di cui faceva parte la prima moglie del proprietario. Ora alza lo sguardo e ammira il soffitto con lo splendido affresco del Bettio raffigurante il trionfo dell’aurora e un putto con ali di farfalla. Il Museo civico archeologico di Mel è stato inaugurato nel 1996. Al suo interno troverai molte testimonianze antiche, tra cui i corredi tombali provenienti dalla necropoli preromana di via Tempietto e altri materiali provenienti dai più recenti scavi dell’abitato di Cioppa, insieme ad alcune altre collezioni. Dal 2006 l’esposizione si è arricchita con gli oggetti di epoca romana provenienti dal pozzo cisterna del I secolo d.C., ritrovato sempre in località Cioppa, e si è dotata di nuove teche e pannelli illustrativi. Buona visita!
02. Introduzione e contesto storico
Il secondo punto d'interesse introduce il visitatore nel contesto storico museale che spazia dall'Età del Ferro ai giorni nostri.
L’avventura all’interno del Museo inizia con l’Età del Ferro. Nelle nostre regioni, il passaggio all’Età del Ferro avviene intorno agli inizi del primo millennio avanti Cristo. Questa fase è caratterizzata dalla presenza di una popolazione, quella dei Veneti Antichi, con precise caratteristiche culturali, estesa in un territorio che coincide con l’odierno Veneto e il Friuli Venezia Giulia: quasi una “terra di mezzo” tra i popoli della pianura padana e le popolazioni delle aree transalpine. Le maggiori attestazioni che ci riconducono ai Veneti Antichi sono presenti a Padova, Este, Montebelluna, Lagole di Calalzo e Mel. Pensa: proprio Mel è uno dei più antichi abitati d’altura dell’età del Ferro presenti nella nostra regione! La civiltà dei Veneti Antichi è considerata una delle più fiorenti durante l’Età del Ferro in Italia, evoluta ed attiva al punto che sviluppò persino un proprio alfabeto. Il tuo viaggio nel tempo sulle tracce di queste antiche popolazioni si concluderà nel III secolo a.C., con la romanizzazione, cioè l’insediamento dei Romani, che porta a nuove forme politiche e di organizzazione del territorio. Sei pronto per iniziare quest’avventura? Bene, allora sali le scale e preparati a scoprire la necropoli.
03. Necropoli Preromana: introduzione
Il terzo punto d'interesse conduce il visitatore tra i resti di una necropoli romana.
Fai qualche passo avanti e guarda il pannello nell’atrio: nella foto sono immortalati gli scavi avvenuti tra il 1958 e il 1964 che riportarono alla luce la necropoli preromana di Mel, situata a circa 1 km di distanza dal museo, sulla strada principale tra Mel e Belluno. Dagli scavi emersero circa un’ottantina di tombe e sette circoli funerari. Oggi ne restano ben visibili quattro: li puoi osservare nella fotografia alla tua destra. La necropoli ci permette di conoscere gli antichi riti legati alla morte. Il defunto veniva cremato su di una pira di legno profumato; le sue ceneri venivano raccolte e messe in vasi cinerari insieme al materiale di corredo. I vasi venivano a loro volta inseriti in “cassette” di pietra arenaria a forma di parallelepipedo e talvolta coperte da un tumulo segnalato da un circolo in pietra. Devi sapere che non tutte le tombe si presentano allo stesso modo: la maggior parte, infatti, si presenta come una semplice cassetta in lastre di pietra, senza il circolo e il relativo tumulo. Ciò fa pensare che esistesse un’organizzazione sociale gerarchica rispecchiata appunto nell’organizzazione delle sepolture: a tumulo per persone di rango elevato, sepolture in semplici cassette per chi apparteneva ai ceti meno abbienti. Al suo interno, la necropoli presenta una strutturazione ben definita, con percorsi che purtroppo non si sono conservati; tuttavia l’utilizzo della pietra ha permesso che almeno le strutture delle tombe si conservassero. Queste sono le uniche ancora visibili e visitabili in Veneto. Ora puoi entrare nella sala di fronte a te e conoscere più da vicino la struttura di questa necropoli.
04. Necropoli preromana: percorso e corredi
Il quarto punto d'interesse approfondisce l'analisi alla necropoli romana.
In questa sala trovi undici teche, ciascuna delle quali contiene diversi corredi tombali esposti secondo il criterio cronologico: dai più antichi del IX secolo a.C., fino ai più recenti degli inizi del V secolo a.C. Si tratta di reperti in ceramica, metallo, osso, vetro e pietra lavorata, oltre a qualche frammento di legno. Genericamente le tombe sono composte dal cinerario e dal corredo funebre. Lo sai che cos’è il cinerario? Si tratta di un vaso in ceramica o in bronzo che poteva avere forme diverse: poteva essere biconico, oppure panciuto come nel caso delle olle, o ancora simile ad un secchio come le più famose situle. I corredi funebri erano di varia tipologia, a seconda dello stato sociale del defunto. Essi si componevano solitamente di oggetti personali come elementi decorativi dell’abbigliamento e della persona, strumenti di lavoro, oggetti di uso quotidiano e simboli di rango; a completare la sepoltura c’erano recipienti in ceramica come coppette, bicchieri e tazze che richiamano il banchetto funebre e che accompagnavano il defunto nell’aldilà. In questa prima teca sono raccolti oggetti rinvenuti in sei diverse tombe databili al IX, VIII e inizio del VII secolo a.C. Dall’alto verso il basso puoi osservare una pinzetta da toilette, una fibula a navicella globulare ritrovata insieme a due pendagli d’ambra, uno spillone e una coppia di astragali, cioè ossi del calcagno, solitamente di capre o pecore, dal potente significato rituale. Nel ripiano in basso è collocato il corredo di una prestigiosa tomba che si caratterizza per la presenza di numerose fibule in bronzo e altri oggetti di corredo, riferibili probabilmente ad una ricca donna. Abbiamo parlato di fibule: si tratta di spille che servivano a fermare le vesti sia maschili che femminili. Il museo ne conserva di due tipologie: cinque esemplari sono del tipo con arco squadrato e una fibula ha l’arco decorato a grandi coste. Le cinque fibule con arco squadrato sono dette di tipologia “Mel”, in quanto sono state ritrovate numerosissime nella nostra necropoli. Bene, ora puoi continuare con il corredo nella prossima teca.
05. Necropoli preromana: tazze, gioielli e coltello
Il quinto punto d'interesse è dedicato ai cimeli della necropoli preromana.
Ti trovi davanti alla teca che contiene i corredi funebri di quattro tombe: tra questi, il più importante è quello in basso, proprio lì dove vedi una grande tazza ad ansa usata per contenere le ceneri e i frammenti di ossa combuste del defunto raccolti dal rogo funebre. Devi sapere che tale forma rappresenta una particolarità: le tazze di questa forma, infatti, erano solitamente di piccole dimensioni e la loro funzione era di contenere liquidi! La grande tazza è accompagnata da due tazzine in terracotta di colore nero: sono state realizzate di questo colore per assomigliare al materiale metallico che era sicuramente più prezioso della terracotta. Le tazzine hanno un’ansa sopraelevata (una con decorazioni puntiformi in borchiette di bronzo). Sono presenti anche un coltello e un punteruolo in ferro con manico in osso e alcune fibule. La fibula contrassegnata dal numero cinque é dotata di un catenella infilata nella molla da cui pende una pinzetta. Sul secondo ripiano, dal basso verso l’alto, l’elemento più importante é un torques in bronzo: una collana a girocollo. Sul terzo ripiano puoi vedere un anello bronzeo a spirale e una coppia di aghi da cucito che rivelano la pertinenza femminile. Puoi proseguire la tua visita al museo. Nella prossima teca vedrai alcuni reperti appartenuti alle donne venete.
06. Necropoli preromana: tessitura
Il sesto punto d'interesse è dedicato all'antica arte della tessitura.
Eccoti davanti alla teca che contiene i reperti di sette tombe datate al’VIII e VII secolo a.C. Dall’alto verso il basso, nel primo ripiano, puoi vedere da vicino gli oggetti legati ad un’attività prettamente femminile, come la tessitura: due rocchetti in ceramica (n°2) e una fusaiola (n°3). Al tempo dei Veneti Antichi, la tessitura rivestiva una grande importanza, tanto che il suo significato trascende nel mito. I materiali tessuti erano il lino, la canapa, la lana, e venivano lavorati con il telaio verticale, una struttura in legno fatta di pali verticali e orizzontali. Lo sai come funzionava? I fili verticali tenuti in tensione da dei pesi costituivano l’ordito, mentre un altro filo orizzontale fatto passare attraverso l’ordito stesso costituiva la trama. Per la filatura venivano utilizzate la conocchia e il fuso; la fusaiola invece, posta all’estremità del fuso, serviva per regolarne l’avvolgimento; dal fuso il filo veniva poi avvolto intorno al rocchetto. Avvicinati ora al ripiano posto in basso: guarda, c’è un rilievo dal giornale di scavo di Giovan Battista Frescura, il primo archeologo della Soprintentenza intervenuto durante gli scavi.
07. Necropoli preromana: ceramica
Il settimo punto d'interesse è riservato ad uno degli elementi maggiormente ricorrenti nella necropoli: la ceramica.
Ti trovi ora davanti alla teca in cui sono contenuti i reperti di sei tombe del VII secolo a.C. Di pregio, sul secondo ripiano dal basso, puoi osservare un gancio di cintura in bronzo con anello saldato sul retro, probabilmente della stessa cintura; particolare è anche la presenza di una fibula in ferro con arco rialzato. Negli scavi archeologici, il materiale che di gran lunga risulta essere maggiormente presente è la ceramica. Essa si ottiene dall’argilla, un sedimento molto fine formatosi spesso in ambiente di fiume o di lago. Per essere lavorata, l’argilla veniva per prima cosa depurata dalle piccole impurità quali ghiaia e resti vegetali, poi veniva impastata con acqua e materiali come ad esempio la paglia e la sabbia, al fine di farla diventare più plastica, cioè più adatta ad essere manipolata per produrre oggetti.
08. Necropoli preromana: corredo povero
L'ottavo punto d'interesse sottolinea la differenza tra corredi ricchi e poveri.
Ormai lo hai capito: un corredo funebre ricco ci fa capire che la tomba ospitava un defunto di alto livello sociale, mentre un corredo meno ricco accompagnava persone più umili. Gli oggetti che puoi vedere in questa teca sono delle fibule che servivano a chiudere le vesti degli antichi Veneti: la prima ha la forma di un arco serpeggiante (detto “a drago”) con nodulo fermapieghe in bronzo, la seconda ha la stessa forma ma con l’aggiunta di cornetti e dischetti. Osserva con attenzione quei piccoli frammenti di bronzo: si tratta di pezzi di metallo (detti Aes Rude) che costituivano quasi degli antenati delle monete. Si trovano per lo più nelle tombe di donne, poiché servivano come dote della defunta o come offerta per il viaggio nell’oltretomba. Se continui ad osservare gli oggetti in questa teca, vedrai due coltellini in ferro. Questi oggetti avevano un grande valore rituale, oltre che funzionale. Durante i pasti che dovevano accompagnare la cerimonia funebre, il taglio della carne aveva infatti un significato simbolico, di aggregazione sociale. Infine, ecco un vaso situliforme in ceramica, caratteristico per la buona qualità dell’impasto. I vasi di questo tipo sono detti “situliformi” proprio perché richiamano la forma delle più famose situle in bronzo e sono realizzati con impasti molto depurati per ottenere un effetto simile a quello dei vasi metallici.
09. Necropoli preromana: spilloni
Il nono punto d'interesse è dedicato agli spilloni che spesso si trovano nelle tombe e non solo in quelle venete.
In questa teca, che raccoglie i reperti di quattro tombe del VI e V secolo a.C. (cioè della seconda Età del Ferro), puoi osservare una coppia di spilloni con capocchia a globetti in bronzo. Gli spilloni che vedi qui sono stati ripiegati intenzionalmente prima della deposizione del defunto. La pratica di deformare o danneggiare alcuni oggetti destinati alle offerte funebri è molto attestata e viene detta “defunzionalizzazione”, perché impedisce il riutilizzo funzionale di tali oggetti. Sono presenti in questa teca anche tracce di materiale ligneo: puoi vedere i frammenti del manico di un coltello, e nel ripiano in basso il salvapunta in osso di uno spillone. Guarda con attenzione anche i frammenti di tazze in bronzo: vedrai che presentano alcune alterazioni dovute all’esposizione al fuoco, perché sono state bruciate sulla pira funebre. Le caratteristiche tecniche di questi oggetti mostrano che i fabbri che operavano a quel tempo erano davvero specializzati. Anche se, allo stato attuale delle ricerche, non si può dire se tali oggetti siano stati prodotti in loco o importati, è tuttavia possibile affermare che essi sono la testimonianza più fulgida della ricchezza dell’abitato di Mel in questo periodo.
10. Necropoli preromana: evoluzione della ceramica
Il decimo punto d'interesse ripropone il tema della ceramica spiegandone l'evoluzione
Non noti qualcosa di diverso in questa teca? Per la prima volta compare un vaso plasmato con decorazioni, oltre ad altri reperti contenuti in sette tombe del VI e V secolo. Osserva con attenzione: a partire dall’alto sono visibili frammenti di vaso situliforme decorato con motivi detti “a falsa cordicella” e stampiglia con piccole decorazioni dette “ad occhio di dado”. Queste decorazioni sono legate alla nascita di un artigianato più florido che si riscontra a partire dal sesto secolo ed è testimoniato da produzioni ceramiche di migliore qualità. Ma come venivano impresse le decorazioni sulla ceramica? Come facevano i nostri antenati a decorare gli oggetti della loro quotidianità? La risposta è semplice: sul vaso in argilla cruda si elaboravano semplici motivi con l’uso di unghie e dita, oppure decorazioni più complesse con l’ausilio di strumenti quali bastoncini, cordicelle, stampigli, conchiglie, che permettevano la realizzazione di segni e motivi più o meno regolari. La forma dei vasi e le loro decorazioni ci permettono di datare il contesto archeologico. Anche per i contesti di Mel le datazioni delle singole tombe sono state definite proprio con questo metodo.
11. Necropoli preromana: decorazione
L'undicesimo punto d'interesse è dedicato all'importanza delle decorazioni.
Eccoti giunto di fronte alla teca che raccoglie gli oggetti di sette tombe del VI secolo a.C.: qui puoi osservare nel dettaglio le decorazioni sui vasi in ceramica. Il primo vaso, situliforme, é decorato con cordoncini e motivi a stralucido (ottenuti con un metodo che spiegheremo tra poco), mentre nel ripiano immediatamente sottostante un altro vaso situliforme é decorato a fasce rosse e nere. Lo sai come si otteneva la decorazione a stralucido? Era realizzata strofinando con una stecca di legno, oppure con una pietra, la superficie del vaso lasciato essiccare ma non ancora sottoposto a cottura. Ne risultava un effetto di contrasto tra la superficie resa lucida attraverso l’operazione di strofinamento e quella lasciata più opaca. Era così possibile delineare dei motivi geometrici. Le colorazioni rosse e nere rappresentano uno tra gli elementi più tipici e distintivi della ceramica riferita alla cultura dei Veneti Antichi. Si ottenevano aggiungendo all’argilla liquida dell’ocra rossa o ossidi di ferro, e spalmando poi l’amalgama sulla superficie del vaso. Anche la cottura del vaso incideva sul risultato finale: se la cottura avveniva in forte presenza di fumo, la colorazione risultava essere più nera, viceversa se l’atmosfera era ossidante (cioè se nel corso della cottura si lasciava entrare l’aria, ricca di ossigeno) la colorazione tendeva di più al rosso. Un altro elemento importante di questa teca é la fibula a tre bottoni e catenelle terminanti con pendagli globulari, un esempio di straordinaria manifattura. Infine, nell’ultimo ripiano in basso, è presente una coppia di grandi orecchini (o forse armille, cioè braccialetti) in bronzo.
12. Necropoli preromana: fibule
Il dodicesimo punto d'interesse è riservato alle fibule.
Nel corso della tua visita guidata al museo, hai imparato come dalle decorazioni sui vasi sia possibile risalire ad una datazione storica. Resterai sorpreso nell’apprendere che lo stesso avviene anche osservando le fibule. Come abbiamo già visto, questi oggetti di uso quotidiano servivano per chiudere le vesti. Anche durante l’Età del Ferro la moda cambiava, e con essa la forma delle fibule. Ne esistono di diversi tipi: ad arco semplice, figurato, più o meno decorate: ne possiamo trovare di una grande varietà. Lo studio della loro tipologia ha permesso di evidenziare il loro variare nel tempo, rendendole un utilissimo strumento di datazione del contesto in cui vengono rinvenute. La forma delle fibule cambiava anche a seconda di chi la utilizzava. Forme tipicamente femminili, come le fibule a sanguisuga (nel secondo ripiano un interessante esempio di questo tipo con inserti in pasta bianca, o quella nell’ultimo ripiano in basso al numero 3) e a navicella. Forme invece prettamente maschili erano ad esempio le fibule ad arco serpeggiante. Puoi vedere nel ripiano in basso al numero 2 una fibula con disco ferma-pieghe detto “a cappello di prete”. Continua la visita, nella prossima teca vedrai elementi di parure e oggetti per la cura della persona.
13. Necropoli preromana: elementi parure
Il tredicesimo punto d'interesse espande il tema delle fibule e si sofferma sugli elementi parure.
Il viaggio alla scoperta delle usanze dei Veneti Antichi continua: in questa teca osserverai tanti piccoli oggetti che erano importanti elementi di corredo. L’attenzione ancora una volta viene rivolta alle fibule, che potevano essere adornate e valorizzate appendendo elementi aggiuntivi di varie forme e dimensioni. Qui in particolare puoi vedere due pendagli triangolari decorati a cerchielli (n.7 e n. 5), anelli e anellini, ma anche veri e propri oggetti da toilette, che venivano fatti passare nell’ago della fibula e portati in bella vista sulle vesti. In altre teche hai già visto le pinzette, mentre in questa vetrina puoi ammirare un vero e proprio kit completo, nel ripiano in basso (n.5). Questi oggetti legati all’igiene personale erano proprietà di uomini e donne abbienti, attenti alla cura personale, elemento questo che si ritrova anche nella cultura etrusca e si consolida poi nella cultura romana. Segno evidente di tombe femminili di rango, é lo scettro che puoi vedere nel terzo ripiano al numero 10. Secondo gli studiosi, la forma dello scettro richiama l’attività della filatura riproducendo la conocchia su cui veniva posta la fibra. Si tratta di un bastone con anima di legno, interamente rivestito in bronzo e in questo caso decorato da puntini a sbalzo. Nella società dei Veneti Antichi sono frequenti le testimonianze di oggetti preziosi appartenenti a individui femminili: secondo alcuni studiosi questo evidenzia che la donna rivestiva un ruolo importante: la manifestazione visibile ed evidente della ricchezza e potenza dell’intera famiglia. Per questo gli ornamenti, i tessuti e gli elementi di decoro sono molto significativi: vedi ad esempio la collana in perle di ambra esposta nel ripiano in basso al n. 3. Hai capito bene, perle d’ambra. L’ambra, come ben sai, non è certo un materiale locale! Indossandola, la donna di allora manifestava l’esclusività e la preziosità del gioiello che portava, mentre a noi permette di capire che già durante l’Età del Ferro avvenivano scambi con popolazioni insediate nelle regioni oltre le Alpi.
14. Necropoli preromana: teca
Il quattordicesimo punto d'interesse analizza alcuni oggetti conservati in una teca.
In questa teca sono contenuti gli oggetti ritrovati in sette tombe risalenti al VI-V secolo a.C. Un altro oggetto che ti permette di capire che i Veneti Antichi intrattenevano contatti e scambi commerciali con altre realtà é un recipiente (un lebete) di cui puoi vedere nel ripiano in basso alcuni frammenti deformati dalla combustione (n. 1.). Questa tipologia di vaso a forma emisferica era molto in uso nel Mediterrano orientale e in Grecia: veniva utilizzato per scaldare l’acqua e mantenerla calda. La sua caratteristica principale è il manico incrociato. Nelle vetrine del nostro museo sono esposti reperti di materiali differenti, dalla ceramica al bronzo, dal ferro al legno, dall’ambra all’osso, e anche la pasta vitrea, un materiale simile al vetro ma più opaco, lavorato per fusione e utilizzato per ornamenti e amuleti. Ne puoi vedere un esempio nel secondo ripiano dall’alto, dove è esposta una perla colorata. Ecco, la visita a questa sala è terminata. Ma prima di proseguire osserva un’ultima cosa: l’oggetto che è diventato simbolo del nostro piccolo museo, la fibula ad arco configurato a felino esposta nel terzo ripiano dall’alto al n.1. Il viaggio nella necropoli finisce qui. Ora è arrivato per te il momento di scoprire come erano organizzati gli abitati dei Veneti Antichi. Torna nell’atrio e cerca la chiave che ti aprirà le porte di questo piccolo villaggio.
15. Influenze dei territori limitrofi
Il quindicesimo punto d'interesse si sofferma sulle influenze delle aree circostanti a Mel.
Eccoti all’inizio della seconda parte della visita al Museo. Ora ti parlerò della popolazione dei Veneti Antichi, per introdurti alla sala. I Veneti Antichi occuparono il territorio dell’odierno Veneto e Friuli Venezia Giulia, posizione che favorì i contatti con altre popolazioni e culture dello stesso periodo: a Nord la cultura di Hallstatt in Austria, a Est con la cultura di Santa Lucia di Tolmino, a Sud-Ovest quella di Golasecca, a Ovest l’ambito retico e a Sud l’Etruria Padana. Tra queste popolazioni doveva esistere una fitta rete di scambi, sia culturali che commerciali, di cui vari reperti portano testimonianza. Gli scambi tra le popolazioni hanno permesso la loro crescita; la scoperta reciproca di nuove materie prime oppure di prodotti finiti ha migliorato, anche con semplici oggetti, la quotidianità di queste persone. Guarda davanti a te: troverai una bella immagine della chiave ritrovata a Trichiana (comune confinante al nostro) e ora conservata al Museo Civico di Belluno, splendido esempio di manifattura hallstattiana. La chiave datata al VII sec a.C. doveva avere funzione votiva, come si può evincere dall’importanza dei suoi elementi decorativi: un significativo pendaglio triangolare con catenelle che terminano con una coppia di pendagli a coda di rondine, e il cavallino a tutto tondo posto sull’immanicatura. Prosegui e scopri come venne scoperto l’abitato di Mel.
16. Introduzione all’abitato preromano e contestualizzazione storica
Il sedicesimo punto d'interesse funge da contestualizzazione storica nel periodo romano.
La tua visita al museo, finora, ti ha permesso di scoprire i tesori trovati nella necropoli di Mel. Ma come erano fatte invece le abitazioni dei Veneti Antichi? In località Cioppa, sulla pendice meridionale del colle su cui si trova oggi l’abitato di Mel, sono emersi i resti di una struttura di Età Protostorica, proprio di frequentazione venetica. La struttura é ben delineata da un muretto a secco e suddivisa al suo interno in due vani. Presenta un interessante canale di scolo, funzionale alla raccolta dell’acqua piovana che andava a finire in una vaschetta di forma quadrangolare in lastre di arenaria all’interno della quale sono emersi due frammenti di un ampio contenitore. Poco distante dalla vaschetta c’erano le tracce di un antico focolare. Nel 2001, nel giardino retrostante il Palazzo delle Contesse, sono stati portati alla luce resti di un’altra struttura muraria, sempre riferibile ai Veneti Antichi. Nel 2004, a pochi metri dal palazzo, è stata infine rinvenuta anche un’unità abitativa. La struttura è a pianta rettangolare, con resti dei muri perimetrali ben riconoscibili e buche di palo che riportano divisioni interne in ambienti. È evidente inoltre la presenza di un focolare. Le abitazioni che sono venute alla luce rientrano nella tipologia delle casette di ambito alpino, ovverosia strutture parzialmente seminterrate con basamento in pietra e alzato ligneo, tipiche in particolare della zona in cui erano insediate popolazioni di cultura retica. Questa tipologia costruttiva è diffusa nell’attuale Trentino e in parte dell’area montana veneta. Continua la visita e scopri di più sulla struttura delle abitazioni dei nostri antenati. Entra nella prossima sala dalla porta alla tua destra.
17. Abitato preromano
Il diciassettesimo punto d'interesse si sofferma sull'abitato preromano presente.
Questa prima vetrina, proprio di fronte a te, è tutta dedicata ai reperti portati alla luce nel 1995 in località Cioppa. Come puoi vedere contiene i frammenti di un grande vaso cordonato e parte delle lastre di copertura di una vasca. Si é scelto di dedicare un’intera vetrina a questi reperti poiché essi sono stati i primi elementi ritrovati a metà degli anni Novanta e hanno dato il via alle successive indagini sull’abitato preromano di Mel. Devi sapere che la necropoli di Mel era stata scoperta negli anni Sessanta del secolo scorso: da quel momento non si è smesso di cercare, per riuscire a trovare anche l’abitato. La scoperta della prima abitazione è avvenuta addirittura più di trent’anni dopo, nel 1995. Puoi immaginare la gioia degli archeologi in quel momento e il desiderio nostro di sottolineare questa importante scoperta, dedicando uno spazio unico ai primi reperti rinvenuti. Ecco, finalmente puoi conoscere la struttura di un abitato preromano, un piccolo paese dove la vita dei Veneti Antichi scorreva lenta, segnata dal flusso delle stagioni e dalle pratiche quotidiane.
18. Abitato preromano: fibule per datazione
Il diciottesimo punto d'interesse è riservato nuovamente alle fibule ritrovate nella zona.
Eccoti davanti alla seconda vetrina della sala: sul secondo ripiano dall’alto, trovi una fibula molto importante. La sua forma, del tipo chiamato “Certosa”, permette infatti di datare con sicurezza anche gli altri reperti trovati assieme ad essa e contenuti in questa teca. Risalgono tutti al V sec a.C. Puoi osservare con attenzione anche la macina frammentaria, utilizzata per la macinazione dei cereali. I Veneti Antichi coltivavano farro, orzo, miglio, avena e legumi, come fave e lenticchie. Anche la carne faceva parte dell’alimentazione di queste popolazioni: soprattutto i suini, che venivano allevati proprio a questo scopo, mentre i bovini erano utilizzati soprattutto per la lavorazione dei campi e le capre e le pecore per la produzione di latte e formaggi, o per ricavare lana e pelli. Oltre a praticare l’agricoltura e l’allevamento, i Veneti Antichi continuarono a dedicarsi anche alla caccia e alla pesca. Per conservare e preparare i cibi si utilizzavano anche recipienti in ceramica, materiale che hai già avuto modo di conoscere. A differenza di quella legata alle cerimonie funebri e deposta nei corredi, la ceramica utilizzata nella produzione di stoviglie di uso quotidiano non presenta decorazioni, o raffigurazioni, ed è spesso di fattura più grossolana o impasto meno depurato.
19. Pozzo
Il diciannovesimo punto d'interesse si sofferma sul ruolo del pozzo.
Sei pronto ad un salto nel tempo? Guardando con attenzione questa vetrina puoi catapultarti dalla fase preromana a quella della successiva frequentazione romana del territorio. Vedrai infatti gli oggetti legati al ritrovamento, avvenuto nel 1999, di un pozzo-cisterna in località Cioppa, con reperti databili al II-IV sec d.C. Nel ripiano più in alto sono esposte brocche e anforette, di cui alcune presentano incise delle lettere: sai che cosa significano? Si tratta di un vero e proprio marchio di fabbricazione. Al terzo ripiano puoi vedere un forchettone da fuoco realizzato in ferro. Nel ripiano più in basso le due trullae, cioè recipienti o mestoli in bronzo dal lungo manico. Vedi infine una moneta: si tratta di un’asse in bronzo in circolazione durante l’impero di Domiziano (81-96 d.C.) importante per risalire alla datazione del periodo in cui il pozzo venne utilizzato. Il nome della moneta è legato al suo valore, a sua volta legato alla quantità di metallo con cui era realizzata: il termine as infatti indica un’unità di misura di peso.
20. Pesi da telaio
Il ventesimo punto d'interesse si focalizza sui pesi da telaio.
Il pozzo romano non smette di regalare tesori. Sempre durante gli scavi del 1999 sono stati rinvenuti numerosi pesi da telaio di forma tronco piramidale, i quali portano incisi probabilmente i marchi di produzione, o segni legati alla loro funzione. A che cosa servivano questi pesi? Servivano per mantenere in tensione i fili nei telai verticali utilizzati a quell’epoca dalle donne. Ricordi che anche nella stanza della necropoli preromana era esposto un corredo con strumenti legati alla tessitura? Nel terzo ripiano dall’alto puoi vedere un piccolo tratto di mosaico pavimentale e alcuni frammenti in vetro e ceramica, emersi dagli scavi operati nel 2000 e nel 2001 proprio nella piazza dove sorge il nostro museo, presso quello che oggi é l’ufficio postale. Pensa che ancora oggi all’interno dell’ufficio è visibile una parte delle strutture murarie di una domus (cioè un edificio residenziale) databile all’età romana imperiale. La frequentazione romana di questi luoghi é testimoniata anche da numerose altre attestazioni, tra le quali il sarcofago presente sul lato est della chiesa arcipretale di Mel, e un’iscrizione su lastra marmorea nelle vicinanze del sarcofago.
21. La collezione Sartori
Il ventunesimo punto d'interesse è dedicato alla Collezione Sartori.
Ti trovi davanti a tre vetrine dedicate all’esposizione di collezioni private, donate da alcuni cittadini nel corso di vari anni: persone consapevoli dell’importanza storica di questi reperti e desiderose di mostrarle ai visitatori. La storia é un bene di tutti e queste persone lo sapevano bene. Le loro donazioni hanno permesso di arricchire questo piccolo museo, aggiungendo dei piccoli ma importanti tasselli di storia. La collezione Sartori, che puoi ammirare all’ultimo ripiano in basso, è costituita da ben 27 monete di Età Romana, tutte rinvenute nel territorio Zumellese. Talvolta le monete antiche si trovano all’interno o nelle vicinanze dei pozzi, come hai scoperto nella vetrina precedente: ti sei chiesto come mai? Forse Romani distratti mentre cercavano l’acqua perdevano monete dalle tasche delle loro vesti? No, la verità é un’altra: si credeva che il pozzo potesse essere un mezzo utile a raggiungere le divinità che avevano potere nel mondo sotterraneo. Per questo nei pozzi venivano gettati monete ed altri oggetti che avevano la funzione di offerta, secondo una tradizione che è rimasta nel tempo, con l’usanza di gettare monetine nelle fontane. Scopri ora la prossima collezione, continua il percorso.
22. La Collezione Chiarelli
Il ventiduesimo punto d'interesse è dedicato alla Collezione Chiarelli.
Hai appena visto le monete della collezione Sartori. Ora invece stai per vedere la Collezione Chiarelli che raccoglie oggetti di diverse tipologie, tutti provenienti dal territorio di Mel ma databili in periodi tra loro differenti. Nei ripiani più alti di questa teca e nella successiva, puoi vedere vasi e ciotole in ceramica di Età Protostorica, insieme ad oggetti realizzati in materiale metallico come ad esempio le fibule, tra le quali spicca la grande fibula a navicella. Poi ancora oggetti di ornamento come pendagli e bottoni decorativi, ma anche reperti legati all’ambito militare: riconosci le lance in ferro? Il vasetto cilindrico in lamina bronzea é un oggetto davvero molto interessante, perché si tratta di un reperto unico, che serviva da astuccio per unguenti e che veniva portato al collo. Di età romana é anche la base di candelabro, realizzata in bronzo; questa base doveva reggere un fusto sul quale venivano appoggiati uno o più piattini che sostenevano le lucerne.
23. La donazione Curtolo
Il ventitreesimo punto d'interesse racconta la storia e gli oggetti della donazione Curtolo.
Eccoti di fronte alla Donazione Curtolo, che ha arricchito il museo con un corredo tombale proveniente molto probabilmente dalla necropoli di Mel e datato tra la fine del IV e inizi VII. La datazione dei reperti provenienti dalle collezioni private é possibile solo in base alla tipologia degli oggetti, dato che i materiali non provengono da scavo e quindi sono privi di contesto stratigrafico, elemento di fondamentale importanza per raccogliere e comprendere correttamente quanto viene ritrovato. Gli oggetti che accompagnavano il defunto sono la chiave che ci permette di aprire lo scrigno della storia, di viaggiare nel tempo orientandoci nelle diverse epoche. Grazie alle forme, alle tecniche e ai materiali che vengono utilizzati per la loro realizzazione, gli oggetti ci parlano della storia dell’uomo che accompagnano: chi era, che cosa faceva e quale ruolo ricopriva nella società dell’epoca. Avvicinati alla prossima teca, il tuo viaggio nell’Età del Ferro sta per terminare.
24. Materiale sporadico
L'ultimo punto d'interesse chiude la visita al museo.
Eccoti arrivato all’ultima tappa del tuo viaggio nel tempo: dalla necropoli é iniziata la tua visita al museo e con essa termina. In questa teca è raccolto il materiale sporadico proveniente dall’area della necropoli, cioè il materiale non associato a contesti (come le tombe) o a stratigrafie archeologiche. Qui puoi osservare oggetti che già conosci, ma se guardi con attenzione tra tutti questi frammenti puoi notare i resti combusti di una cista. Di che cosa si tratta? La cista era un recipiente di forma cilindrica con coperchio, che poteva servire per contenere oggetti per la cura personale o accessori di abbigliamento, sia maschile che femminile. Contenitori di questo tipo sono presenti anche nelle sepolture e potevano essere utilizzati per le ceneri dei defunti. Il tuo viaggio termina qui, a salutarti il volto enigmatico di un uomo raffigurato su una curiosa applique: la manifattura é sicuramente celtica e risale al III-II sec a.C. Forse vuole ringraziarti per la tua visita e complimentarsi perché ora anche tu conosci la storia di Mel e dei suoi antichi abitanti. Arrivederci e grazie per la visita!
Museo Archeologico di Mel
Informazioni
Orari di Apertura
Sabato e Domenica dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Ingresso libero (per le visite guidate chiedere in segreteria).
Indirizzo
Piazza Papa Luciani, 7, 32026 Mel BL, Italy
Museo Archeologico di Mel
Itinerario completo
Lingua dell'itinerario:

01. Ingresso e presentazione del museo

02. Introduzione e contesto storico

03. Necropoli Preromana: introduzione

04. Necropoli preromana: percorso e corredi

05. Necropoli preromana: tazze, gioielli e coltello

06. Necropoli preromana: tessitura

07. Necropoli preromana: ceramica

08. Necropoli preromana: corredo povero

09. Necropoli preromana: spilloni

10. Necropoli preromana: evoluzione della ceramica

11. Necropoli preromana: decorazione

12. Necropoli preromana: fibule

13. Necropoli preromana: elementi parure

14. Necropoli preromana: teca

15. Influenze dei territori limitrofi

16. Introduzione all’abitato preromano e contestualizzazione storica

17. Abitato preromano

18. Abitato preromano: fibule per datazione

19. Pozzo

20. Pesi da telaio

21. La collezione Sartori

22. La Collezione Chiarelli

23. La donazione Curtolo

24. Materiale sporadico
Itinerario completo
Museo Archeologico di Mel
Questo itinerario racconta i tesori contenuti nel Museo Archeologico di Mel.
90 min
Lingua dell'itinerario:
Percorso di visita

01. Ingresso e presentazione del museo

02. Introduzione e contesto storico

03. Necropoli Preromana: introduzione

04. Necropoli preromana: percorso e corredi

05. Necropoli preromana: tazze, gioielli e coltello

06. Necropoli preromana: tessitura

07. Necropoli preromana: ceramica

08. Necropoli preromana: corredo povero

09. Necropoli preromana: spilloni

10. Necropoli preromana: evoluzione della ceramica

11. Necropoli preromana: decorazione

12. Necropoli preromana: fibule

13. Necropoli preromana: elementi parure

14. Necropoli preromana: teca

15. Influenze dei territori limitrofi

16. Introduzione all’abitato preromano e contestualizzazione storica

17. Abitato preromano

18. Abitato preromano: fibule per datazione

19. Pozzo

20. Pesi da telaio

21. La collezione Sartori

22. La Collezione Chiarelli

23. La donazione Curtolo

24. Materiale sporadico

Museo Archeologico di Mel
Itinerario completo
Lingua dell'itinerario:

01. Ingresso e presentazione del museo

02. Introduzione e contesto storico

03. Necropoli Preromana: introduzione

04. Necropoli preromana: percorso e corredi

05. Necropoli preromana: tazze, gioielli e coltello

06. Necropoli preromana: tessitura

07. Necropoli preromana: ceramica

08. Necropoli preromana: corredo povero

09. Necropoli preromana: spilloni

10. Necropoli preromana: evoluzione della ceramica

11. Necropoli preromana: decorazione

12. Necropoli preromana: fibule

13. Necropoli preromana: elementi parure

14. Necropoli preromana: teca

15. Influenze dei territori limitrofi

16. Introduzione all’abitato preromano e contestualizzazione storica

17. Abitato preromano

18. Abitato preromano: fibule per datazione

19. Pozzo

20. Pesi da telaio

21. La collezione Sartori

22. La Collezione Chiarelli

23. La donazione Curtolo

24. Materiale sporadico
