Itinerario dedicato alla mostra di Frate Menotti
Questo itinerario si sofferma esclusivamente sulla mostra di Frate Menotti
Museo: Mostra TRA ULIVI E MARE - Alla scoperta di Armando Perotti, con lettere e ricordi
La Satira e l'Arte di Frate Menotti
Menotti Bianchi, noto come Frate Menotti, nasce a Bari il 24 settembre 1863 e diventa una figura di spicco della satira pugliese di fine Ottocento e inizio Novecento. La sua vita iniziale è avvolta nel mistero, ma si ritiene che abbia sviluppato l'arte del disegno grazie all'influenza del padre. Diventa famoso per le sue caricature pungenti, soprattutto nel settimanale satirico Fra Melitone, dove ridicolizzava figure pubbliche e potenti dell'epoca. Menotti era noto per il suo stile eccentrico: barba appuntita, occhiali pince-nez e pipa fumante.
Un personaggio riconoscibile nelle vie di Bari, disegnava caricature per vari giornali, ignorando le diverse linee politiche e creando spesso attriti tra i direttori. La sua satira, tagliente ma mai volgare, lo rese un simbolo di coscienza critica, amato dal popolo e temuto dalla borghesia. Ebbe una profonda amicizia intellettuale con il poeta Armando Perotti; insieme, condivisero idee e ideali satirici e contribuirono a dare voce alla coscienza critica della città. Durante il fascismo, la sua attività fu ostacolata dal regime, che non tollerava la satira politica. Frate Menotti morì l'11 settembre 1924, in povertà, nonostante la sua popolarità e una vasta produzione artistica. La sua vita rifletteva una mente libera, pronta a schernire il potere con ironia e intelligenza.
La Rima, il Poeta e l'infanzia abbandonata (12 febbraio 1893) e Alle Feste di Trani - I Vati (1889-1992)
In questa vignetta Frate Menotti ritrae Armando Perotti in sei pose diverse, catturando vari momenti del suo atteggiamento da conferenziere. Perotti è mostrato mentre si appoggia al tavolo, legge, declama e beve, con le candele che si consumano lentamente, simboleggiando il passare del tempo mentre intrattiene il pubblico. Al centro della composizione, in un'area incorniciata, Perotti è a braccetto con una signora elegante, simbolo della poesia o della musa ispiratrice. La vignetta allude alla conferenza sulla rima tenuta da Perotti il 31 gennaio 1893 a Bari, un evento benefico per gli orfani, citato nell'articolo "Arte" pubblicato il 12 febbraio 1893 sul periodico Fra Melitone. Frate Menotti evidenzia la passione e la teatralità di Perotti, sottolineando sia la sua abilità oratoria che l'effetto scenico dei suoi discorsi.
Nel successivo acquarello bianco e nero si osserva una scena vivace e surreale in cui Armando Perotti sembra discutere dell'Adriatico, indicato dalla scritta in alto, mentre il personaggio non identificato è intento a parlare del sesso degli angeli, rappresentato dal piccolo angelo nudo con ali. La presenza della figura scheletrica della morte che fluttua sullo sfondo aggiunge una nota macabra e ironica, forse un commento visivo sui temi esistenziali che spesso accompagnano le discussioni poetiche. L'atmosfera è quella dei convivi scherzosi tra intellettuali, dove argomenti seri e futili si intrecciavano, evocando un senso di leggerezza filosofica tipico delle “feste dei vati" a Trani.
Vari Personaggi (21 Agosto 1902) e il Circolo... Zoologico (Febbraio 1912)
In questa litografia a colori si osserva la redazione del giornale umoristico barese "Don Ferrante". Riconoscibili l'ing. Ettore Bernich in basso a sinistra; poi «Frate Menotti» che si ritrae con la macchina fotografica, Armando Perotti con la lira, l'avv. Vito Indelli vestito da don Ferrante, Ciccio Attolini vestito da don Abbondio e un altro personaggio non identificato.
Nel successivo disegno a matita e acquarello colorato il Circolo Filologico di Bari è trasformato in uno zoo dove i membri appaiono come animali, enfatizzando le loro caratteristiche. Tra i personaggi: Armando Perotti (gallo), Damaso Bianchi (scimmia seduta), Giuseppe Petraglione (tartaruga), Giovanni Praitano (rinoceronte) e il sindaco Sabino Fiorese (scimmione con bastone) con in braccio Filippo Petrera. Sullo sfondo compaiono anche l'on. Malcangi e il prof. Garrone come una scimmietta sull'albero.
Mostra Provinciale (Maggio 1900), La Farsa di tutte le sere (1915) e Pro-Espulsi (Luglio 1912)
In questa litografia a colori spicca tra i presenti Saraceno, che regge un cartello con la scritta “Laboremus"; subito sotto di lui Antonio De Tullio. Sul piano rialzato si distinguono Mauro Amoruso-Manzari, assessore promotore dell'urbanistica moderna della città, Michele Zonno e Poli. Alla mescita è presente Giuseppe Re David, al piano terra si incontrano Cassano, Ginesi e Armando Perotti.
Nel successivo inchiostro e acquarello colorato, Armando Perotti è a Bari durante la guerra e si batte ogni giorno in appassionate polemiche con il medico Tommaso Storelli. Sullo scudo di Perotti è presente il ritratto di un generale prussiano.
Si passa poi ad un altro inchiostro e acquarello colorato dove, con la Guerra Italo-Turca (1911-1912) l'Italia conquistò Libia, Dodecaneso e Rodi. Tuttavia questo danneggiò l'economia del Sud, poiché i prodotti agricoli delle colonie abbassarono i prezzi locali. Intanto circa 50.000 italiani furono espulsi dall'Impero Ottomano e i rapporti commerciali subirono boicottaggi. In questo contesto, il questore Calabrese, De Romita, Gadaleta, Narducci, Sereno e Armando Perotti sono raffigurati mentre assistono gli espulsi rientrati a Bari.
II Pronunciamento dei Nazionalisti all'Annunzio della Pace (1912) e Sul Trasimeno (1909)
In questo inchiostro e acquerello colorato si osserva una manifestazione di protesta contro la pace di Losanna del 18 ottobre 1912, che concluse la Guerra Italo-Turca. Tra i protagonisti, spiccano figure satiriche come il commendator Laudisi in carriola, il prof. Fiorese con una stampella, l'avv. Petruzzelli con forbici, Gadaleta con trombetta, il giudice Epifania con cappello napoleonico, e Armando Perotti che innalza un cartello, unendo la sua voce ai nazionalisti in difesa dell'orgoglio nazionale.
Nel successivo acquerello bianco e nero si nota una caricatura, che fa parte di un piccolo album realizzato da Frate Menotti con ritratti satirici di vari personaggi dell'epoca, ritrae Armando Perotti come un “prelato” della letteratura pugliese, un cardinale con mantello rosso e berretta, conferendogli un'aria autorevole. Perotti tiene il suo libro di poesie "Il Trasimeno" (1887).
Armando Perotti presenta il suo libro Bari Ignota (1908) e a Bisceglie durante il Bombardamento del 2 Agosto (Agosto 1916)
In questo acquerello colorato si evidenzia l'opera più celebre del poeta barese Armando Perotti, “Bari Ignota", uno studio approfondito sulle tradizioni popolari pugliesi, in cui l'autore si presenta come attento osservatore e custode delle realtà locali. Questo testo, insieme ad altri, testimonia il legame di Perotti con la sua terra, unendo ricerca e passione per il folklore. Perotti ha dedicato numerose opere alla cultura popolare e al patrimonio immateriale della Puglia, tra cui: Bari dei nostri nonni, Vita pugliese, Puglia e Venezia tra mito e storia, Storia e storielle di Puglia, Il libro dei canti e Nuove storie e storielle di Puglia. Questi lavori offrono una finestra unica sulle usanze, storie e leggende del territorio, preservando la memoria collettiva pugliese. Oltre al folklore, Perotti si interessò anche di toponomastica, difesa dei beni culturali, dialetto, tutela dell'ambiente e di questioni sociali ed economiche legate al lavoro e al mercato.
Nel successivo inchiostro e acquerello colorato si fa riferimento al 2 agosto del 1916 quando, nel corso del primo conflitto mondiale, due cacciatorpediniere austriache bombardarono la città di Bisceglie: l'inaspettato evento bellico provocò il ferimento di nove persone, tra le quali due donne e la distruzione di varie abitazioni. Armando Perotti, a Bisceglie con la moglie, si nasconde in cantina fra le botti.
Non toccate il Porto Vecchio (1910) e Qui non si sbarca! (1910)
In questo acquerello, Armando Perotti guida una manifestazione per difendere il Porto Vecchio di Bari, con i dimostranti che sventolano il vessillo di San Nicola. Perotti, figura culturale di spicco e direttore della Biblioteca Nazionale, era un fermo oppositore degli sventramenti edilizi che minacciavano la città vecchia, impegnandosi per la tutela del patrimonio storico. Tuttavia, nel Porto Vecchio fu costruito il Teatro Margherita, la cui realizzazione fu fortemente criticata da Perotti, che la definì una "criminosa follia". Paradossalmente, il tratto di costa "Lungomare Perotti" fu intitolato a lui, nonostante vi fossero stati edificati gli ecomostri di "Punta Perotti", poi demoliti nel 2005.
Nel successivo inchiostro e acquerello, Perotti è ritratto come un fiero soldato su uno scoglio, simbolizzando il suo ruolo di "guardiano" della costa barese. Con un fucile e una bicicletta, assume una posa eroica e determinata, accompagnata dalla frase "Qui non si sbarca!", a sottolineare la sua volontà di difendere il territorio dalle minacce straniere. La scena riflette le tensioni politiche con l'Austria e la questione dell'Adriatico, trattate da Perotti con articoli per il Corriere delle Puglie e una conferenza al Teatro Piccinni il 5 giugno 1910. Durante la conferenza, rivolgendosi ai volontari ciclisti, Perotti dichiarò fermamente "Di qui non si passa!", esprimendo il patriottismo e la resistenza contro le ambizioni austriache.
A Pompa Continua (1909) e l'Amarissimo Adriatico (1908)
In questo disegno a matita e acquerello colorato Armando Perotti è ritratto nell'atto di "sfornare" pubblicazioni per il Corriere delle Puglie, un'immagine che rende con vivacità l'intensa attività intellettuale e giornalistica che caratterizzava il suo impegno quotidiano. Giornalista di spicco e figura di grande rilievo nella cultura pugliese, Perotti contribuiva instancabilmente a diffondere idee, riflessioni e approfondimenti sulle questioni sociali e culturali della sua epoca.
Nel successivo inchiostro e acquerello colorato Gabriele D'Annunzio e Armando Perotti, in chiave satirica, versano simbolicamente zucchero e miele nel mare Adriatico per addolcirne le acque. L'espressione "Adriatico amarissimo" di D'Annunzio allude alla dominazione austro-ungarica fino al 1914, che gravava su queste coste e popolazioni con una secolare opprimente presenza straniera. Menotti evoca il desiderio di liberazione delle terre e dei popoli adriatici da secoli sotto influenza straniera, qui simboleggiato dal tentativo, per quanto vano, di addolcire l'amarezza del mare stesso.
Questa l'ho fatta io (1900) e Buon Anno
In questa vignetta si vedono il comm. Antonio De Tullio e Armando Perotti. De Tullio sicuro di sé procede con il petto in fuori mostrando un atteggiamento fiero e quasi pomposo indicando un cartello in terra, con sopra delle feci stilizzate, che riporta la scritta "Esposizione Pugliese 1900": De Tullio sembra si attribuisca la responsabilità o il “merito” di ciò che è rappresentato in terra. Armando Perotti, turandosi il naso, sembra scappare via, guardando con disgusto quelle feci in terra. Una chiara satira sulla situazione e sulle vicende legate all'Esposizione Pugliese del 1900.
Nella successiva litografia, Martino Cassano, direttore del Corriere delle Puglie (poi Gazzetta del Mezzogiorno), augura un buon anno insieme ad altri personaggi tra cui Armando Perotti con la sua lira.
Luglio (1910) e Maggio (Agosto 1910)
In questo acquerello bianco e nero si può notare l'ironia per due eventi significativi per Bari nel 1910: l'inaugurazione della rete tranviaria cittadina (13 luglio) e l'organizzazione dell'Esposizione Storica del diciannovesimo secolo per il centenario del Borgo Murattiano. A sinistra, un personaggio non identificato manovra un piccolo tram come fosse un giocattolo, allusione satirica al controllo esercitato sui progetti infrastrutturali della città. A destra, Armando Perotti emerge da un calderone fumante con un cartello recante la scritta “Esposizione del 1913” suggerendo come l'Esposizione fosse immersa in un contesto di tensione politica. Perotti, rappresentato come un critico "bollente" nel calderone delle divergenze politiche, simboleggia le accese discussioni e i contrasti legati alle celebrazioni e ai progetti di espansione urbana.
La successiva vignetta rappresenta una scena in cui il senatore Antonio De Tullio, intraprende relazioni diplomatiche con l'Impero Ottomano. Sotto, Armando Perotti, con un megafono rivolto al mare, sembra lanciare un appello o una protesta, con navi all'orizzonte che alludono a presenze straniere. L'illustrazione riflette le tensioni tra Bari e l'influenza ottomana, con Perotti nel ruolo di voce critica e difensore della città.
Frate Menotti e Armando Perotti in visita al cimitero (1912) e Armando Perotti morente (Maggio 1924)
In questo acquerello, Frate Menotti e Armando Perotti sono ritratti durante una visita al cimitero, un momento di riflessione e raccoglimento. La scena, malinconica, mostra i due amici tra cipressi e lapidi, simbolo della caducità della vita e del loro legame profondo. Menotti annota una lista delle sue visite, riflettendo sulla morte. Questo disegno simboleggia la loro amicizia, che durerà oltre la vita: entrambi moriranno nel 1924 a pochi mesi di distanza.
Nel successivo acquerello, Perotti, segnato dalla malattia, è ritratto in un momento di fragilità. Menotti lo omaggia con affetto e ironia, riflettendo sulla sua carriera. Perotti, poeta e storico, condivideva con Menotti un impegno civile e un amore per Bari. Il loro legame intellettuale nasce con la collaborazione sul periodico "Don Ferrante" (1902-1907). L'8 maggio 1924, Menotti fece visita a Perotti per un ultimo saluto, prima di morire a settembre. Quest'opera è un tributo finale a un'amicizia che la morte non avrebbe mai spezzato.