Itinerario Completo
Benvenuti alla Galleria degli Uffizi, uno dei musei più importanti al mondo e cuore pulsante dell'arte rinascimentale. Questo itinerario vi guiderà attraverso un viaggio cronologico che dal Duecento si estende fino al Seicento, illustrando l'evoluzione dell'arte occidentale attraverso capolavori assoluti. Ogni sala offre una curata selezione di opere che rappresentano non solo l'eccellenza artistica ma anche l'evoluzione del pensiero e della cultura occidentale. Durante la visita, potrete ammirare i capolavori di Giotto, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio e molti altri maestri che hanno segnato la storia dell'arte.
Museo: Galleria degli Uffizi
Introduzione all'architettura della Galleria degli Uffizi
Visitare la Galleria degli Uffizi non significa soltanto immergersi in uno dei più grandi musei d’arte del mondo: vuol dire anche attraversare un capolavoro architettonico in sé. L’edificio che la ospita è infatti uno dei simboli più raffinati dell’ingegno rinascimentale fiorentino, concepito nel cuore della città da Giorgio Vasari tra il 1560 e il 1580, su incarico del granduca Cosimo I de’ Medici. L’idea originale era quella di riunire in un unico complesso tutte le magistrature fiorentine: da qui il nome “Uffizi”, ovvero “uffici”. Ma ciò che Vasari realizzò fu molto più di un palazzo amministrativo: progettò un luogo di potere e di rappresentanza, dove architettura, arte e politica si intrecciano. Il complesso si sviluppa a forma di U, con due corpi longitudinali paralleli uniti da un corpo trasversale che si affaccia sull’Arno. Questa struttura abbraccia una piazza interna che incornicia visivamente Palazzo Vecchio, stabilendo un potente dialogo simbolico tra il potere civile e quello ducale. Camminando sotto i portici del piano terra si percepisce la forza innovativa del progetto: uno spazio aperto ma monumentale, sobrio e armonico. Le facciate si sviluppano su tre livelli, secondo un ordine ben preciso: il portico, il piano nobile con finestre ornate da timpani alternati e infine la loggia superiore, scandita da eleganti aperture tripartite. Ma è al piano più alto che si trova il cuore pulsante della Galleria: i tre corridoi – di levante, di mezzogiorno e di ponente – che oggi ospitano parte della collezione permanente. Fu proprio da questi ambienti, affacciati sulla città e inondati di luce, che nacque l’uso moderno del termine “galleria” per indicare uno spazio espositivo d’arte. Nel corso dei secoli, gli Uffizi hanno subito ampliamenti, riallestimenti e restauri, ma l’anima del progetto vasariano è rimasta intatta: un luogo pensato per durare nel tempo, capace di trasformare una sede del potere in una casa per la bellezza e la conoscenza. Con questo spirito comincia il nostro itinerario: un viaggio tra arte, storia e architettura, che vi porterà a scoprire i capolavori che hanno reso celebre Firenze nel mondo.
Tappa 1 – Duecento e Trecento (Sale A1–A7)
La visita alla Galleria degli Uffizi comincia con un’immersione nella pittura medievale italiana. Queste sale mostrano l’evoluzione dell’arte sacra dal rigido formalismo bizantino alle prime conquiste di realismo e narrazione. Cimabue, con la sua "Maestà" proveniente da Santa Trinità, rappresenta il punto di partenza: una Madonna in trono ancora ieratica, ma già viva di gesti e sguardi. Di fronte, la "Maestà" di Duccio di Buoninsegna, proveniente da Santa Maria Novella, mostra uno stile più delicato e raffinato, tipico della scuola senese. In mezzo, la "Maestà" di Giotto, dallo stesso soggetto, rivela una svolta rivoluzionaria: lo spazio si fa profondo, le figure hanno corpo, peso e presenza emotiva. Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, protagonisti del gotico senese, portano nelle sale scene dalla "Annunciazione" e dalle Storie della Vergine, con linee eleganti, colori preziosi e grande attenzione ai dettagli decorativi. Chiude questa sezione l’incredibile "Adorazione dei Magi" di Gentile da Fabriano, capolavoro assoluto del gotico internazionale. L’opera, dipinta nel 1423, è un trionfo di ori, broccati e personaggi in un paesaggio minuziosamente ornato, in cui la narrazione sacra diventa anche rappresentazione del potere e del gusto dell’aristocrazia fiorentina. In queste sale, il visitatore percepisce chiaramente la transizione dall’arte come simbolo all’arte come racconto. I volti diventano espressivi, i corpi si muovono nello spazio, la narrazione si arricchisce di dettagli quotidiani: è il primo passo verso il Rinascimento.
Tappa 2 – Il primo Rinascimento (Sale A8–A13)
Entrando nelle sale del Quattrocento, si assiste al trionfo della nuova pittura rinascimentale. La prospettiva, la luce e l’anatomia entrano nel linguaggio degli artisti, e l’uomo, con la sua intelligenza e bellezza, diventa protagonista. Masaccio, con la sua "Madonna col Bambino e Sant’Anna", mostra una forza plastica mai vista prima: la Madonna è una figura solida, immersa in uno spazio tridimensionale, con una luce reale. È una delle prime opere che segnano il passaggio alla pittura moderna. Beato Angelico, con i suoi dipinti delicati e spirituali, come l’"Annunciazione", unisce la purezza gotica con le nuove regole della prospettiva e della luce. Le sue figure sono leggere, quasi eteree, ma perfettamente coerenti con l’ambiente che le circonda. Paolo Uccello, nella "Battaglia di San Romano", esplora le possibilità della prospettiva geometrica applicata al movimento: cavalli, armature e soldati sembrano quasi sospesi in un gioco teatrale fatto di linee e colori brillanti. Piero della Francesca, con la "Doppio ritratto dei duchi di Urbino", introduce una monumentalità nuova: i due profili, uno di fronte all’altro, dominano un paesaggio che si apre all’infinito. È un’opera che unisce la bellezza della persona al valore simbolico del potere. E infine, il trionfo di Sandro Botticelli: la "Nascita di Venere" e la "Primavera" sono tra i quadri più iconici dell’arte italiana. Dipinte con grazia, leggerezza e una raffinatezza unica, queste opere non raccontano episodi religiosi, ma miti pagani riletti alla luce dell’Umanesimo. Il corpo umano, la natura, l’amore e la bellezza diventano strumenti per parlare dell’armonia del cosmo e dell’anima. Queste sale sono il cuore pulsante del primo Rinascimento: un momento irripetibile in cui arte e pensiero si fondono, cambiando per sempre la storia della cultura occidentale.
Tappa 3 – Le Sale Monumentali (Sale A14–A16)
Questa sezione segna una pausa scenografica e concettuale nel percorso espositivo. Ci si trova infatti nelle Sale Monumentali, ambienti di grande fascino e valore simbolico che non ospitano solo opere d’arte, ma celebrano l’idea stessa di collezione e conoscenza. La protagonista assoluta è la Tribuna degli Uffizi (Sala A16), uno degli ambienti più celebri del museo e primo esempio di spazio museale moderno in Europa. Fu progettata tra il 1581 e il 1584 da Bernardo Buontalenti su incarico di Francesco I de’ Medici, non per esporre un tema specifico, ma per creare un ambiente che raccogliesse meraviglie artistiche e naturali in un unico spazio perfettamente organizzato. La pianta ottagonale, il soffitto a cupola ricoperto di conchiglie e coralli, i marmi pregiati e la luce filtrata dalle finestre creano un’atmosfera sospesa, quasi sacra. La Tribuna non segue un ordine cronologico: accoglie opere scelte per la loro eccezionalità. Tra queste, "La Venere Medici", scultura ellenistica che rappresenta la bellezza ideale femminile secondo i canoni classici, e dipinti di maestri come Rubens, Guido Reni e Allori. La sala A14 ospita il Terrazzo delle Carte Geografiche, decorato con mappe dipinte del XVI secolo che raffigurano il mondo allora conosciuto, mentre la sala A15 (lo Stanzino delle Matematiche) espone strumenti scientifici rinascimentali, testimonianza della passione per la scienza coltivata alla corte dei Medici. In queste sale, l’arte si fonde con la meraviglia e la conoscenza. Il collezionismo mediceo non era solo dimostrazione di potere, ma anche desiderio di ordinare il mondo attraverso la bellezza, lo studio e la contemplazione. Il visitatore entra così nel cuore della mentalità rinascimentale, dove l’arte non è solo immagine, ma chiave per comprendere l’universo.
Tappa 4 – Il Rinascimento d'oltralpe (Sale A17–A22)
Dopo l’intensità del Rinascimento fiorentino, l’itinerario si apre al confronto con l’arte del Nord Europa. Nelle sale A17–A22 sono esposte opere di maestri fiamminghi, tedeschi e olandesi attivi tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, in un dialogo affascinante tra stili, culture e sensibilità diverse. L’opera simbolo di questa sezione è il commovente "Trittico Portinari" di Hugo van der Goes. Proveniente dalla chiesa di Santa Maria Nuova a Firenze, fu commissionato dal banchiere fiorentino Tommaso Portinari presso la corte di Bruges. Il pannello centrale raffigura l’Adorazione del Bambino Gesù, con pastori realistici, dettagli botanici straordinari e una composizione complessa. Ai lati, i committenti inginocchiati e i loro santi protettori. Il trittico fu un’opera fondamentale per la diffusione della pittura nordica in Italia, tanto da influenzare artisti come Ghirlandaio. Altri capolavori includono opere di Albrecht Dürer, genio del Rinascimento tedesco, noto per la sua straordinaria capacità grafica e il suo approfondito studio della figura umana. Le sue incisioni e dipinti dimostrano un’attenzione maniacale al dettaglio e una profonda riflessione religiosa. Sono presenti anche opere fiamminghe minori, ma ricchissime di simboli e virtuosismi tecnici: ritratti dai tratti realistici, nature morte, paesaggi e scene sacre immerse in atmosfere silenziose e luci sottili. Queste sale offrono una prospettiva alternativa alla pittura italiana: il mondo del Nord è più attento alla realtà quotidiana, al particolare, al simbolismo nascosto. Meno idealizzazione, più intimità, più narrazione visiva. È un Rinascimento diverso, ma non meno raffinato: anzi, proprio nel confronto tra Nord e Sud si coglie la ricchezza del panorama artistico europeo del tempo.
Tappa 5 – Il secondo Rinascimento (Sale A24–A42)
Questa sezione del secondo piano rappresenta uno dei momenti più alti del percorso espositivo degli Uffizi. Qui si concentrano i capolavori dei grandi maestri del secondo Rinascimento, tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento: Leonardo, Michelangelo, Raffaello, insieme ad altri pittori fiorentini come Perugino, Fra Bartolomeo e Andrea del Sarto. Si comincia con la "Annunciazione" di Leonardo da Vinci, uno dei primi capolavori dell’artista, dipinto quando era ancora molto giovane. La scena, ambientata in un giardino fiorito, colpisce per la calma armoniosa e per l’uso sorprendente della prospettiva e della luce. Ogni dettaglio, dalla piega del vestito alla mano tesa dell’angelo, rivela già l’interesse di Leonardo per la scienza, la natura e l’emozione. Segue la straordinaria "Sacra Famiglia" (Tondo Doni) di Michelangelo, l’unico dipinto su tavola sicuramente autografo dell’artista. Realizzato intorno al 1506, mostra una forza plastica impressionante: le figure sembrano scolpite, i colori sono vibranti, e la composizione a spirale trasmette movimento e tensione. È un’opera che annuncia già il passaggio al Manierismo. In questa sezione si trova anche "La Madonna del Cardellino" di Raffaello, esempio perfetto della dolcezza e dell’equilibrio del pittore urbinate. La composizione triangolare, la delicatezza dei volti e la cura dei particolari rendono questa tavola una delle immagini più serene e poetiche della maternità sacra. Tra le altre opere da segnalare, i "Ritratto di giovane uomo" di Lorenzo Lotto, i dipinti di Fra Bartolomeo con le sue Madonne monumentali, e le opere intense e dinamiche di Andrea del Sarto, ponte tra il classicismo e la nuova sensibilità manierista. Infine, un angolo spettacolare è la Sala della Niobe, una galleria monumentale che ospita sculture antiche raffiguranti il mito della Niobe e dei suoi figli. Le statue, disposte secondo un criterio scenografico e teatrale, creano un ambiente unico che riporta il visitatore nella Firenze delle collezioni granducali. In queste sale, l’Umanesimo raggiunge il suo culmine: la bellezza diventa espressione del pensiero, l’arte dialoga con la filosofia e la scienza, e ogni opera è uno specchio della mente del suo autore.
Tappa 6 – Collezione Contini Bonacossi (Sale B1–B8)
Nel cuore degli Uffizi, ma leggermente defilata rispetto al percorso principale, si nasconde una sezione speciale: la Collezione Contini Bonacossi. Questa raccolta porta il nome del suo creatore, Alessandro Contini Bonacossi, raffinato collezionista, imprenditore e figura di spicco della cultura italiana del primo Novecento. La sua vita si è intrecciata con l’arte in modo profondo e autentico. Non collezionava per status o moda, ma per passione, curiosità, senso della bellezza. Ogni pezzo scelto con attenzione, ogni acquisto frutto di studio e gusto personale. Dopo la sua morte, questa splendida collezione fu donata allo Stato, arricchendo il patrimonio degli Uffizi con un gruppo di opere davvero straordinario. Appena si entra, si percepisce subito una differenza di atmosfera. Non si tratta solo di una galleria di capolavori, ma di una casa dell’arte, dove tutto – dalla disposizione degli oggetti, alla luce, ai materiali – rimanda al piacere del collezionare come esperienza personale. Le sale custodiscono dipinti, sculture, mobili antichi, cassoni rinascimentali, maioliche, arredi: un insieme vario, ma sorprendentemente armonioso, che abbraccia i secoli dal Trecento al Settecento. Tra le opere più note, colpisce il San Girolamo penitente di El Greco, con il suo volto intenso, le forme allungate e i colori vibranti: un dipinto che sembra sospeso tra realtà e visione. Poco distante, una Madonna con Bambino attribuita a Giovanni Bellini invita alla contemplazione con la sua dolcezza rarefatta, tutta veneziana. E poi ci sono gli oggetti che raccontano storie: i cassoni intagliati con episodi mitologici e cavallereschi, le ceramiche smaltate, le sculture in marmo e legno, ciascuno con la sua voce sottile ma evocativa. La forza di questa collezione sta nella libertà: non c’è un ordine obbligato, non c’è un messaggio univoco. È piuttosto una passeggiata tra scelte personali, tra bellezze raccolte con cura, tra epoche e stili che convivono senza forzature. Un viaggio nella sensibilità di un uomo che ha amato profondamente l’arte, e che ha voluto condividerla con gli altri non in modo accademico, ma quasi domestico, accogliente. Visitare la Collezione Contini Bonacossi è un’esperienza diversa: più silenziosa, più lenta, più intima. Un angolo di meraviglia nascosta, che completa in modo sorprendente il viaggio dentro gli Uffizi.
Tappa 7 – La Galleria degli Autoritratti (C1-C12)
Questa tappa è dedicata a chi l’arte l’ha creata: gli artisti stessi. La Galleria degli Uffizi ospita infatti una delle collezioni di autoritratti più estese e significative al mondo, un vero e proprio viaggio nella storia dell’autocoscienza artistica, dal Rinascimento fino ai nostri giorni. La raccolta nasce nel Seicento da un’intuizione di Cristina di Lorena, moglie di Ferdinando I de’ Medici, che iniziò a collezionare ritratti di pittori famosi da esporre come testimonianza della loro fama e del valore culturale dell’arte. Il progetto fu poi portato avanti con grande impegno dal cardinale Leopoldo de’ Medici, che contattava direttamente pittori, scultori e architetti chiedendo loro un proprio autoritratto. Così nacque un “ritratto collettivo dell’arte occidentale”, un album unico che ha continuato ad arricchirsi nei secoli, fino a comprendere oggi oltre 1.700 pezzi. La raccolta è oggi allestita in parte all’interno di sale dedicate e in parte lungo il rinnovato Corridoio Vasariano. Questo celebre passaggio sopraelevato, costruito nel 1565 da Giorgio Vasari per volere di Cosimo I de’ Medici, collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti passando sopra il Ponte Vecchio e offre uno sfondo affascinante e simbolico per ospitare i volti di chi ha fatto la storia dell’arte. Visitare questa sezione significa guardare in volto gli artisti di ogni epoca. Alcuni si mostrano con orgoglio e consapevolezza: come Giorgio Vasari, l’ideatore stesso della Galleria, che si raffigura come artista e architetto, o Annibale Carracci, che sottolinea il suo ruolo di riformatore della pittura. Altri preferiscono un approccio più intimo e malinconico, come Rembrandt, maestro del chiaroscuro psicologico, il cui sguardo rivela introspezione e vulnerabilità. Non mancano le presenze femminili, rare ma potenti: Artemisia Gentileschi, che si mostra con fierezza e consapevolezza in un mondo dominato da uomini, ed Elisabetta Sirani, giovane pittrice bolognese di talento precoce, morta a soli 27 anni ma entrata nella leggenda. Tra gli autoritratti esposti figurano anche Rosalba Carriera, specialista del pastello e icona del Settecento veneziano, Giacomo Ceruti, pittore dell’umanità popolare, e molti altri. La sezione moderna e contemporanea è altrettanto affascinante: troviamo il simbolismo onirico di Marc Chagall, la pittura carnale e intensa di Lucian Freud, la riflessione identitaria e concettuale di Cindy Sherman, l’universo psichedelico e ossessivo di Yayoi Kusama, e l’energia scultorea di Giuseppe Penone. Dopo aver ammirato le opere, i miti, le storie e le epoche, ci ritroviamo faccia a faccia con chi ha reso tutto questo possibile. Un incontro umano, estetico e spirituale, che chiude il percorso con profondità e intimità.
Tappa 8 – Il Cinquecento (Sale D1–D18)
Scendendo al primo piano, il percorso prosegue con le sale dedicate al Cinquecento e alla Maniera, una fase artistica che segue l’armonia del Rinascimento classico, spingendosi verso forme più complesse, eleganti e talvolta audaci. In questa sezione brillano i nomi di Bronzino, Pontormo, Rosso Fiorentino, Parmigianino e Salviati, protagonisti del cosiddetto Manierismo. Questo stile, sviluppatosi dopo il 1520, si allontana dai modelli di equilibrio di Raffaello e Leonardo, per cercare soluzioni nuove, sperimentali, più intime o teatrali. Un’opera emblematica è il "Ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni" di Agnolo Bronzino, dipinto intorno al 1545. La duchessa è ritratta con una compostezza regale, indossa un abito in broccato finemente dettagliato e lo sguardo è distante, quasi freddo. Il quadro è un esempio perfetto dell’arte come affermazione politica e identitaria. Altro capolavoro è la "Deposizione" di Pontormo, con le sue figure allungate, fluttuanti, immerse in una luce irreale: un’immagine intensa e commovente, carica di spiritualità e turbamento. Rosso Fiorentino, con le sue tinte accese e le composizioni drammatiche, rappresenta il lato più inquieto e sperimentale della corrente. Troviamo anche i ritratti di Parmigianino, celebri per le loro forme affusolate e le pose eleganti, e le opere allegoriche e intellettuali di Salviati. Completano il percorso gli "Studioli", ambienti più raccolti che illustrano il collezionismo erudito dell’epoca, e le Sale delle Dinastie, che raccontano i legami politici tra le famiglie dominanti attraverso ritratti ufficiali e oggetti d’arte. Questa tappa mostra come, nel passaggio dal Rinascimento al Manierismo, l’arte si faccia più raffinata, psicologica e ambigua. È un momento di transizione e riflessione, in cui l’artista non cerca più solo la perfezione, ma l’espressione dell’animo umano nella sua complessità.
Tappa 9 – Ingresso Corridoio Vasariano (Sale D19-D28)
Con la Tappa 9 ci addentriamo in una delle sezioni più raffinate e suggestive della Galleria: le sale D19–D28, dove la pittura veneziana del Cinquecento trova piena espressione, e dove ha inizio il leggendario Corridoio Vasariano, il passaggio segreto dei Medici. La visita prende il via nella Sala D19, che segna simbolicamente l’accesso al Corridoio Vasariano. Questo lungo passaggio sopraelevato, ideato da Giorgio Vasari nel 1565 su incarico di Cosimo I de’ Medici, collega gli Uffizi a Palazzo Pitti attraversando Ponte Vecchio e sovrastando il cuore di Firenze. La sua funzione era strategica e simbolica: permettere al Granduca di muoversi senza essere visto, affermando la continuità tra il potere amministrativo e quello personale. Nella Sala D20 si trova la Cappellina veneziana, uno spazio intimo in cui si può cogliere l’influenza del gusto veneziano anche in ambiti religiosi raccolti, con opere dai colori brillanti e ricchi chiaroscuri. Seguono le sale D21–D24, dedicate a maestri del tardo Rinascimento e del primo Seicento veneziano. Tra le opere più importanti spicca nella Sala D23 la celeberrima Venere di Urbino di Tiziano, uno dei capolavori assoluti della pittura europea. Realizzata nel 1538 per il duca Guidobaldo della Rovere, la tela raffigura una giovane donna nuda adagiata su un letto, lo sguardo diretto e consapevole. È una celebrazione della bellezza femminile ma anche una riflessione sull’amore coniugale e la fertilità. Lo stile di Tiziano, fatto di morbide pennellate, sensualità cromatica e costruzione spaziale calibrata, rappresenta un punto di svolta nella ritrattistica e nella nudo femminile. Le sale D25–D28 ampliano il discorso sulla pittura veneta con opere di artisti come Tintoretto e Veronese, maestri della narrazione monumentale e teatrale. In D25, Tintoretto si distingue per le composizioni dinamiche e luminose, mentre in D26 e D27, Veronese affascina con i suoi colori vividi e le architetture fastose. La Sala D28, detta anche il Verone, conclude con una spazialità aperta e grandiosa, a richiamare lo spirito della pittura decorativa tipica del tardo Cinquecento. Questa sezione è anche una tappa meditativa: mentre ci si avvicina all’Arno e all’estremità sud degli Uffizi, lo sguardo si apre sulle dimensioni più teatrali dell’arte rinascimentale. La pittura qui racconta non solo il sacro, ma il fasto, l’identità politica, la celebrazione della nobiltà.
Tappa 10 – Seicento (Sale E4–E7)
Con le sale dedicate al Seicento, il percorso entra in un’epoca di grandi contrasti e nuove emozioni. Qui l’arte si fa più diretta, teatrale e coinvolgente, grazie alla rivoluzione portata da Caravaggio e dai suoi seguaci. L’opera simbolo di questa sezione è la celebre "Medusa" di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Realizzata su uno scudo, rappresenta il volto pietrificato della Gorgone nel momento della decapitazione. La forza espressiva è straordinaria: la bocca spalancata, i serpenti che si contorcono, gli occhi sbarrati. La luce radente e il fondo scuro accentuano il senso di dramma e realismo. Caravaggio dipinge con una violenza visiva mai vista prima, rendendo ogni dettaglio vivo e inquietante. Accanto a lui troviamo le opere di Artemisia Gentileschi, una delle prime pittrici a ottenere successo nel mondo dell’arte. I suoi dipinti, come "Giuditta che decapita Oloferne", mostrano donne forti e determinate, immerse in un chiaroscuro intenso. Artemisia unisce la lezione di Caravaggio a una sensibilità tutta personale, fatta di coraggio e profondità psicologica. Il Seicento è anche l’epoca del barocco fiammingo, rappresentato qui da maestri come Peter Paul Rubens, con le sue figure dinamiche e sensuali, e Anthony van Dyck, raffinato ritrattista delle corti europee. Rubens trasmette vitalità e movimento, Van Dyck eleganza e introspezione. Tra i capolavori anche Rembrandt, il grande maestro olandese, presente con ritratti carichi di introspezione e calore umano. I suoi volti non sono solo immagini, ma vere e proprie anime dipinte. In queste sale, l’arte si fa dramma, luce e ombra, corpo e passione. L’emozione diventa protagonista, e il visitatore si trova coinvolto in un mondo che non vuole più solo essere ammirato, ma sentito.
Galleria degli Uffizi
Itinerario Completo
Lingua dell'itinerario:
Introduzione all'architettura della Galleria degli Uffizi
Tappa 1 – Duecento e Trecento (Sale A1–A7)
Tappa 2 – Il primo Rinascimento (Sale A8–A13)
Tappa 3 – Le Sale Monumentali (Sale A14–A16)
Tappa 4 – Il Rinascimento d'oltralpe (Sale A17–A22)
Tappa 5 – Il secondo Rinascimento (Sale A24–A42)
Tappa 6 – Collezione Contini Bonacossi (Sale B1–B8)
Tappa 7 – La Galleria degli Autoritratti (C1-C12)
Tappa 8 – Il Cinquecento (Sale D1–D18)
Tappa 9 – Ingresso Corridoio Vasariano (Sale D19-D28)
Tappa 10 – Seicento (Sale E4–E7)
Itinerario Completo
Galleria degli Uffizi
Benvenuti alla Galleria degli Uffizi, uno dei musei più importanti al mondo e cuore pulsante dell'arte rinascimentale. Questo itinerario vi guiderà attraverso un viaggio cronologico che dal Duecento si estende fino al Seicento, illustrando l'evoluzione dell'arte occidentale attraverso capolavori assoluti. Ogni sala offre una curata selezione di opere che rappresentano non solo l'eccellenza artistica ma anche l'evoluzione del pensiero e della cultura occidentale. Durante la visita, potrete ammirare i capolavori di Giotto, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio e molti altri maestri che hanno segnato la storia dell'arte.
Lingua dell'itinerario:
Percorso di visita
Introduzione all'architettura della Galleria degli Uffizi
Tappa 1 – Duecento e Trecento (Sale A1–A7)
Tappa 2 – Il primo Rinascimento (Sale A8–A13)
Tappa 3 – Le Sale Monumentali (Sale A14–A16)
Tappa 4 – Il Rinascimento d'oltralpe (Sale A17–A22)
Tappa 5 – Il secondo Rinascimento (Sale A24–A42)
Tappa 6 – Collezione Contini Bonacossi (Sale B1–B8)
Tappa 7 – La Galleria degli Autoritratti (C1-C12)
Tappa 8 – Il Cinquecento (Sale D1–D18)
Tappa 9 – Ingresso Corridoio Vasariano (Sale D19-D28)
Tappa 10 – Seicento (Sale E4–E7)
Galleria degli Uffizi
Itinerario Completo
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Introduzione all'architettura della Galleria degli Uffizi
Tappa 1 – Duecento e Trecento (Sale A1–A7)
Tappa 2 – Il primo Rinascimento (Sale A8–A13)
Tappa 3 – Le Sale Monumentali (Sale A14–A16)
Tappa 4 – Il Rinascimento d'oltralpe (Sale A17–A22)
Tappa 5 – Il secondo Rinascimento (Sale A24–A42)
Tappa 6 – Collezione Contini Bonacossi (Sale B1–B8)
Tappa 7 – La Galleria degli Autoritratti (C1-C12)
Tappa 8 – Il Cinquecento (Sale D1–D18)
Tappa 9 – Ingresso Corridoio Vasariano (Sale D19-D28)
Tappa 10 – Seicento (Sale E4–E7)