Piccoli archeologi al Foro Romano
Un itinerario pensato per i più piccoli per esplorare il Foro Romano, il centro della vita nell’antica Roma. Tra templi, archi e antiche strade, i piccoli archeologi potranno vedere da vicino i luoghi dove si prendevano decisioni importanti per l’Impero.
Museo: Foro Romano
Benvenuti al Foro Romano
Ciao piccoli archeologi! Quello che vedete davanti a voi è il Foro Romano, il cuore dell’antica Roma. Anche se oggi è un insieme di rovine, un tempo qui c’era una grande piazza circondata da templi, palazzi e statue. Era il centro della vita della città, dove si prendevano decisioni, si pregava, si faceva commercio e si parlava di politica. All’inizio, però, questo posto non era affatto così. Era una zona paludosa, piena di acqua e fango. Solo verso il 600 a.C., quando governavano i re etruschi, si decise di costruire un grande canale, la Cloaca Maxima**, per far scorrere via l’acqua. Così il terreno divenne più asciutto e fu possibile costruire. Col passare del tempo, il Foro cambiò molto. Durante la Repubblica e poi sotto gli Imperatori, vennero aggiunti edifici sempre più grandi e importanti. Per i cittadini romani, questo era il luogo dove si svolgevano molte attività quotidiane. Dopo la fine dell’Impero, però, il Foro fu abbandonato. Alcuni edifici crollarono, altri vennero riutilizzati per costruire chiese. Alla fine, l’intera area fu ricoperta dalla terra e venne usata come pascolo per gli animali. Per questo per molto tempo fu conosciuta come “Campo Vaccino”, cioè campo delle mucche. Solo a partire dal 1800, con gli scavi archeologici, questo luogo è tornato alla luce. Oggi possiamo visitarlo per capire meglio com’era la vita nell’antica Roma.
L'Arco di Tito
Benvenuti all’Arco di Tito, un imponente arco di pietra costruito tanto tempo fa, quasi duemila anni fa, per ricordare l' imperatore romano chiamato Tito. Questo arco fu fatto costruire da suo fratello, Domiziano, nell’anno 81 dopo Cristo. Era un modo per dire a tutti quanto Tito fosse stato importante e per celebrare una sua vittoria militare: infatti, aveva guidato l’esercito romano nella guerra contro la città di Gerusalemme. L’arco è alto circa 15 metri e largo 13, ed è fatto con un marmo molto bianco e prezioso. Anche se alcune parti non ci sono più, possiamo ancora leggere (grazie a delle tracce sul marmo) cosa c’era scritto sopra: “Il Senato e il Popolo Romano al divino Tito”. Questo vuol dire che Tito, dopo la sua morte, fu onorato come un dio, secondo le tradizioni dell’antica Roma. Se guardate bene dentro l’arco, potete vedere due bellissime immagini scolpite nella pietra: Da una parte ci sono i soldati romani che tornano a Roma portando il bottino preso a Gerusalemme: oggetti sacri come la Menorah, un grande candelabro con sette braccia, e altri vasi preziosi. Dall’altra parte c’è Tito su un carro trainato da cavalli, come nei cortei delle feste. Vicino a lui ci sono figure che rappresentano divinità, come la dea Vittoria. Questo arco ci fa capire quanto fosse importante per i Romani ricordare le loro imprese e costruire monumenti per non dimenticarle. E se un giorno andrete a Parigi o a New York, potrete vedere archi simili ispirati proprio a questo: l’Arco di Trionfo e quello di Washington Square. L’Arco di Tito, insomma, è diventato un esempio per tanti altri monumenti nel mondo!
La Via Sacra
Quella su cui state camminando è una strada molto speciale: si chiama Via Sacra, ed era la strada principale dell’antica Roma! La Via Sacra attraversava il Foro Romano ed era lastricata con grandi pietre scure, che potete ancora vedere sotto i vostri piedi. Pensate: su queste pietre hanno camminato imperatori, soldati, sacerdoti e cittadini romani! Questa strada non serviva solo per spostarsi. Era usata per le cerimonie religiose e per le sfilate di vittoria, quando i generali tornavano da una guerra e festeggiavano insieme al popolo. Da qui passavano anche i cortei funebri dei personaggi importanti di Roma. La Via Sacra partiva dall’Arco di Tito, passava davanti a grandi edifici come la Basilica di Massenzio e il Tempio di Antonino e Faustina, e arrivava fino al Campidoglio, il colle sacro dove si trovavano i templi più importanti. Se guardate bene le pietre, vedrete che sono consumate e lisce: è il segno lasciato da migliaia di piedi e carri passati qui nei secoli! In certi punti, la strada è stata rialzata e sistemata più volte, e questo ci racconta quanto fosse usata e amata dai Romani. La Via Sacra era anche piena di botteghe, tribunali e luoghi d’incontro, ed era sempre piena di vita.
Il Tempio di Antonio e Faustina
Davanti a voi si trova il Tempio di Antonino e Faustina, costruito quasi duemila anni fa. Si tratta di uno dei templi meglio conservati del foro e ad oggi è diventato in parte una chiesa. L’imperatore Antonino Pio lo fece costruire nel 141 d.C. in onore della defunta moglie Faustina, e che i Romani avevano “divinizzato”, cioè credevano fosse diventata una dea. Dopo la morte di Antonino, anche lui venne onorato allo stesso modo, e così il tempio fu dedicato a entrambi. Guardando bene l’edificio, si possono vedere ancora oggi le sue sei grandi colonne corinzie, alte quasi 17 metri, fatte con un marmo chiamato cipollino, con striature verdastre. Questo marmo arrivava dalla Grecia e veniva trasportato fino a Roma con navi e carri. Nel corso del tempo, il tempio è cambiato. Intorno al VII secolo, fu trasformato in una chiesa cristiana dedicata a San Lorenzo, un diacono martire molto venerato. Questa trasformazione ha aiutato a conservarlo nei secoli, quando molti altri edifici romani venivano distrutti o abbandonati. Durante il Medioevo fu aggiunta una scalinata e furono modificati alcuni ingressi. Più tardi, nel 1600, l’interno della chiesa fu sistemato da un architetto di nome Orazio Torriani, che costruì una grande navata centrale con cappelle ai lati. Oggi, al suo interno si possono ammirare anche quadri famosi, come il “Martirio di San Lorenzo” di Pietro da Cortona. Questo edificio è un esempio perfetto di come, nel tempo, storia romana e cristiana si siano unite nello stesso luogo.
La Basilica di Massenzio
Piccoli archeologi, ora ci troviamo davanti a uno degli edifici più grandi e impressionanti dell’antica Roma: la Basilica di Massenzio. Anche se oggi ne resta solo una parte, un tempo questa costruzione era altissima e gigantesca, quasi come una moderno palazzo dei congressi! Fu costruita più di 1.700 anni fa, nel 306 d.C., da un imperatore di nome Massenzio. Ma non riuscì a finirla, perché fu sconfitto in battaglia da un altro imperatore, Costantino, che completò l’edificio poco dopo. Ma che cos’era una basilica nell’antica Roma? Non era una chiesa, come potremmo pensare oggi. Era un luogo pubblico, dove si svolgevano processi, riunioni importanti e contratti commerciali. Insomma, era una specie di tribunale e ufficio tutto insieme! La Basilica era lunghissima, quasi 100 metri, larga 65 e alta come un palazzo di 10 piani! Dentro c’erano tre grandi navate: una centrale più alta e luminosa e due laterali più basse. Il tetto era sorretto da enormi archi e volte a crociera, una tecnica che i Romani avevano già usato nelle terme. Immaginate i marmi colorati sul pavimento, le decorazioni eleganti sulle pareti e una gigantesca statua dell’imperatore, alta circa 12 metri! Di quella statua oggi ci restano solo la testa, una mano e un ginocchio, che si possono vedere ai Musei Capitolini. Questa basilica è un esempio perfetto di come i Romani sapessero costruire cose grandiose e resistenti, e ha perfino influenzato le chiese medievali costruite secoli dopo!
Il tempio di Vesta e la dimora delle sacerdotesse
Davanti a voi c’è un tempio davvero speciale: il Tempio di Vesta. È rotondo, piccolo e somiglia a una capanna... ma non una qualunque! Qui dentro, nell’antica Roma, bruciava il fuoco sacro della città, un fuoco che non doveva mai spegnersi. Perché? Perché quel fuoco rappresentava la forza e la protezione di Roma. Se si spegneva, i romani pensavano che potesse accadere qualcosa di brutto al popolo! A prendersi cura di questa fiamma importantissima c’erano delle sacerdotesse chiamate Vestali. Erano sei ragazze, scelte quando avevano solo 6 o 10 anni. Vivevano proprio qui accanto, in una grande casa chiamata Atrium Vestae. La loro casa era bellissima, con un grande cortile, portici eleganti e tante stanze. Le Vestali dovevano proteggere il fuoco di Vesta e rimanere caste per ben 30 anni. In cambio, avevano dei privilegi incredibili: posti riservati nei teatri, potevano testimoniare nei processi e gestire i propri beni, cosa davvero rara per le donne romane. Ma attenzione… se una Vestale rompeva le regole, la punizione era molto severa e poteva essere sepolta viva. Questo complesso architettonico ci racconta non solo della religione romana, ma anche del ruolo unico che queste donne ricoprivano in una società dominata dagli uomini.
La Curia Julia: la casa delle grandi decisioni
Eccoci arrivati alla Curia Julia! Il grande Giulio Cesare aveva pensato di costruirla nel 44 a.C. per sostituire una vecchia Curia che era stata distrutta da un incendio. Ma non riuscì a vederla finita, perché ci pensò il suo successore, Augusto, che la inaugurò nel 29 a.C. Guardate la facciata di mattoni: è molto ben conservata perché, tanti anni dopo, nel VII secolo, è stata trasformata in una chiesa! Questo l'ha protetta dai saccheggi, che purtroppo sono accaduti a tanti altri edifici romani. Entrando dentro, guardate il pavimento! È un mosaico fatto con bellissimi marmi colorati che venivano da tutte le parti dell’Impero. Le pareti un tempo erano ricoperte di marmi preziosi, e c’erano anche tante statue di divinità e imperatori. La Curia Julia poteva ospitare 300 senatori, che erano persone molto importanti. Qui si decidevano le leggi, se Roma doveva andare in guerra, o anche se un imperatore doveva essere divinizzato o meno! Era il cuore di Roma, dove ogni aspetto della vita pubblica poteva essere discusso. Una particolarità della Curia Julia è che, grazie alla sua forma speciale, la voce di chi parlava si sentiva molto bene in tutta la sala. La stanza era fatta in modo che la larghezza, la lunghezza e l’altezza fossero perfettamente uguali, per creare un equilibrio perfetto.
La Rostra: la tribuna dei grandi oratori
Eccoci alla Tribuna degli Oratori, detta anche Rostra. Questo nome deriva dalle "rostri", ovvero degli speroni di bronzo messi sulle navi nemiche che i romani avevano conquistato dopo una grande vittoria nel 338 a.C. Questi speroni venivano usati per decorare la tribuna e mostrare quanto fossero potenti i romani in battaglia. All'inizio, la tribuna si trovava in un altro posto, ma poi il grande Giulio Cesare, nel I secolo a.C., decise di spostarla nel Foro Romano, dove la possiamo ammirare oggi. Questo edificio fu completato da Augusto. La nuova tribuna, chiamata Rostra Augusti, era molto lunga (circa 24 metri!) e alta (3 metri), e sopra aveva i rostri delle navi nemiche. Da questa piattaforma, gli oratori (cioè le persone incaricate di parlare in pubblico) si rivolgevano al popolo di Roma. Qui Marco Antonio, uno degli uomini più importanti di Roma, tenne un famoso discorso per Cesare, che infiammò la folla e fece arrabbiare tantissimi romani. Cicerone, un altro famoso oratore, parlò qui contro Marco Antonio, e anche tanti tribuni della plebe, che erano i rappresentanti del popolo, presentavano le loro idee per migliorare la vita a Roma.
L'arco di Settimo Severo
Eccoci all'Arco di Settimio Severo, un monumento davvero imponente che si trova nella parte nord-ovest del Foro Romano, Questo arco è stato costruito nel 203 d.C. per celebrare le vittorie di Settimio Severo, l'imperatore di Roma, e dei suoi figli Caracalla e Geta, contro un popolo chiamato i Parti, che viveva nell'attuale Iran. L'arco è altissimo: misura quasi 23 metri di altezza e 25 metri di larghezza! È fatto di un marmo bianco che veniva da una zona chiamata Proconneso, che oggi fa parte della Turchia. La struttura ha tre aperture: una grande al centro e due più piccole ai lati. Guardate con attenzione i quattro grandi pannelli sui lati dell'arco. Raccontano le storie delle battaglie e degli assedi durante la guerra contro i Parti. Non sono solo scene di battaglia, ma anche momenti speciali come quando l'imperatore parlava alle sue truppe o quando i re sconfitti venivano portati davanti a lui. Sopra l’arco, c'è una scritta che era dedicata all'imperatore e ai suoi figli. Ma c'è una cosa interessante: inizialmente, la scritta parlava anche di Geta, ma quando Caracalla fece uccidere suo fratello per diventare l'unico imperatore, il suo nome venne cancellato da tutte le iscrizioni ufficiali. Questo è un atto che si chiama "damnatio memoriae", che significa che si voleva cancellare ogni traccia di Geta dalla storia. Un tempo, sopra l'arco c'era una quadriga bronzea, cioè una carrozza trainata da cavalli, con Settimio Severo e i suoi figli sopra. Purtroppo, questa statua non esiste più, probabilmente è stata distrutta o riciclata nel corso dei secoli. Nel Medioevo, l'arco è stato incluso in una chiesa chiamata Santi Sergio e Bacco, e grazie a questo, si è conservato fino a oggi!
Il Tempio di Saturno
Davanti a voi ci sono otto colonne altissime e imponenti, fatte di granito grigio e rosa. Queste colonne fanno parte di uno degli edifici più importanti dell'antica Roma: il Tempio di Saturno! La prima costruzione di questo tempio risale al 497 a.C., poco dopo che i romani cacciarono i re etruschi e nacque la Repubblica romana. A quel tempo, costruire un grande tempio per Saturno, il dio dell'abbondanza e dell’età dell’oro, era molto importante, perché significava festeggiare un nuovo inizio per Roma, sotto il segno della prosperità e della stabilità. Il tempio, però, è stato ricostruito più volte, l'ultima nel 283 d.C., dopo che un grande incendio lo aveva distrutto. Le colonne che vedete oggi sorreggono ancora parte del frontone, e su di esso c'è una scritta che significa "Il Senato e il popolo di Roma hanno ricostruito ciò che l'incendio aveva distrutto". Il Tempio di Saturno non era solo un posto dove i romani pregavano il dio Saturno, ma anche il luogo dove veniva custodito il tesoro di Roma, chiamato Aerarium. Qui si trovavano l'oro dello Stato, i documenti più importanti e le insegne militari. Ogni anno, tra il 17 e il 23 dicembre, Roma festeggiava una festa chiamata Saturnalia. Durante questa festa, il tempio diventava il centro delle celebrazioni. Le statue del dio Saturno venivano liberate dai fili di lana che normalmente le avvolgevano, come simbolo di libertà dalle regole. In quel periodo, le gerarchie venivano invertite: anche gli schiavi potevano sedersi a tavola con i loro padroni! Il Tempio di Saturno si trovava proprio ai piedi del Campidoglio, il posto più importante di Roma. Chiunque entrasse nel Foro passava prima di tutto da qui, e l’edificio mandava un messaggio chiaro: Roma era potente e stabile. Il podio del tempio, fatto di tufo e travertino, è ancora oggi uno degli esempi più belli della tecnica costruttiva dei romani.
Il tempio del Divo Giulio
Nel cuore dell’antica Roma, qui dove vi trovate, sorgeva il Tempio del Divo Giulio, costruito proprio nel posto in cui Giulio Cesare fu cremato dopo il suo famoso assassinio alle Idi di marzo nel 44 a.C. L'idea di costruire un tempio per lui venne da Ottaviano, che sarebbe diventato l’imperatore Augusto. Ottaviano voleva onorare il suo padre adottivo Cesare e, allo stesso tempo, rafforzare il suo potere a Roma. Il tempio fu inaugurato nel 29 a.C., durante una grande festa per le vittorie di Ottaviano in Egitto. Questo fu il primo tempio dedicato a un cittadino romano che era diventato un dio, ed è stato l'inizio di un nuovo culto: quello degli imperatori divini. Immaginate come doveva essere questo tempio: sorgeva su un alto podio (una specie di base rialzata), decorato con rostri, che sono gli speroni di bronzo delle navi nemiche, simbolo della vittoria nella battaglia di Azio. La facciata del tempio era probabilmente decorata con colonne ioniche o corinzie, e dentro c’era una grande statua di Cesare con sopra una stella, per indicare che, dopo la sua morte, era diventato uno degli dèi. Oggi possiamo ancora vedere parte di questo podio, fatto di blocchi di tufo e travertino, e proprio al centro, c’è una nicchia rettangolare. Questo era il posto dove si trovava l’altare funerario su cui fu bruciato il corpo di Cesare.
Foro Romano
Piccoli archeologi al Foro Romano
Lingua dell'itinerario:
Benvenuti al Foro Romano
L'Arco di Tito
La Via Sacra
Il Tempio di Antonio e Faustina
La Basilica di Massenzio
Il tempio di Vesta e la dimora delle sacerdotesse
La Curia Julia: la casa delle grandi decisioni
La Rostra: la tribuna dei grandi oratori
L'arco di Settimo Severo
Il Tempio di Saturno
Il tempio del Divo Giulio
Piccoli archeologi al Foro Romano
Foro Romano
Un itinerario pensato per i più piccoli per esplorare il Foro Romano, il centro della vita nell’antica Roma. Tra templi, archi e antiche strade, i piccoli archeologi potranno vedere da vicino i luoghi dove si prendevano decisioni importanti per l’Impero.
Lingua dell'itinerario:
Percorso di visita
Benvenuti al Foro Romano
L'Arco di Tito
La Via Sacra
Il Tempio di Antonio e Faustina
La Basilica di Massenzio
Il tempio di Vesta e la dimora delle sacerdotesse
La Curia Julia: la casa delle grandi decisioni
La Rostra: la tribuna dei grandi oratori
L'arco di Settimo Severo
Il Tempio di Saturno
Il tempio del Divo Giulio
Foro Romano
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Benvenuti al Foro Romano
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Il Tempio di Antonio e Faustina
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Il tempio di Vesta e la dimora delle sacerdotesse
La Curia Julia: la casa delle grandi decisioni
La Rostra: la tribuna dei grandi oratori
L'arco di Settimo Severo
Il Tempio di Saturno
Il tempio del Divo Giulio