Itinerario completo
Questo itinerario racconta la storia del Museo Civico della navigazione Fluviale di Battaglia Terme.
Museo: Museo Civico della Navigazione Fluviale
Storia della navigazione fluviale
Questa sezione si sofferma sulla storia della navigazione fluviale nell'area euganea e sul ruolo svolto dai barcari.
I fiumi e i canali furono utilizzati, fin dall’antichità, come le naturali e più sicure vie di comunicazione per il trasporto delle merci e dei passeggeri. In particolare, nel Veneto, la fitta rete fluviale influenzò lo sviluppo delle relazioni sociali ed economiche, favorito da una vasta ed evoluta varietà di imbarcazioni. La posizione baricentrica del territorio padovano, vero e proprio punto nodale tra la laguna di Venezia e l’entroterra padano, ha permesso lo sviluppo dei collegamenti attraverso i fiumi Brenta e Bacchiglione e le loro diramazioni. La facilità d’accesso ai corsi d’acqua principali, grazie ad un sofisticato sistema di canali di collegamento, sostegni ed altri manufatti idraulici, ha consentito la valorizzazione delle già fiorenti attività agricole, artigianali ed industriali, offrendo un bacino commerciale più ampio.
Il borgo di Battaglia Terme
In questa sezione si approfondisce la storia del borgo di Battaglia Terme.
In questo quadro Battaglia Terme rappresentò il fulcro di una vasta rete di traffico: al centro di un’area caratterizzata da intense attività manifatturiere e soprattutto estrattive, era il punto di confluenza di importanti idrovie per il collegamento dell’area collinare e della Bassa Padovana con le principali vie d’acqua dell’Italia nord-orientale. E’ posta infatti nel punto in cui dai canali Bisatto e Battaglia, provenienti rispettivamente da Este e da Padova, si diparte il canale Vigenzone che collega Battaglia a Bovolenta, Pontelongo e arriva fino a Chioggia.
La nascita e lo sviluppo del paese sono strettamente legati al commercio fluviale e allo sfruttamento dell’energia idraulica (mulini, cartiera, magli). Fra il 1189 e il 1201 fu scavato il Canale Battaglia, “superstrada” fluviale realizzata per collegare direttamente l’avamposto fortificato di Monselice e i Colli con la città di Padova. Nei secoli, il salto d'acqua che si veniva a creare di oltre 7 metri venne utilizzato come forza idraulica per opifici e da oltre un secolo per la produzione d'energia idroelettrica.
Il ruolo vitale dei barcari
Questa sezione si sofferma sul ruolo vitale dei barcari lungo i canali euganei.
L’afflusso di numerosi lavoratori per la realizzazione dell’opera e il successivo insediamento delle famiglie di figure professionali legate al fiume come i barcàri, cavalànti, cariolànti, sabionari, squeraròi, mugnai costituirono il primo nucleo abitativo di Battaglia. Quella dei “lavoratori del fiume” è una civiltà portatrice di una propria cultura, legata a specifici oggetti di lavoro, con un uso razionale delle risorse, e che si adegua al lento e spesso irregolare fluire delle acque.
Tra il barcàro e la propria imbarcazione da carico (burcio o padovana) si stabiliva un rapporto di fatica e di emozioni. La barca così era una vera e propria casa e soprattutto il contesto nel quale si svolgevano i piccoli, grandi avvenimenti della vita. Il burcio non trasportava solo merce, era anche il mezzo per conoscere il “mondo” che il barcáro vedeva scorrere dal fiume e nel quale si immergeva durante i lunghi periodi di sosta in attesa del carico o dello scarico, di poter passare le conche e delle cosiddette butà, ondate di piena che venivano provocate artificialmente due volte alla settimana per sopperire alla scarsezza di fondali.
Percorso museale esterno
Questa sezione fornisce alcune informazioni sulla location del museo e sul suo legame con le realtà vicine.
Nel cortile esterno del Museo sono esposti fèri (ancore), argani, motori e brìcole (pali da ormeggio o per delimitare i passaggi fluviali). Con una breve passeggiata, il visitatore può raggiungere un altro punto d’interesse collegato al Museo nei pressi del Castello Catajo: la conca di navigazione.
Eccellente manufatto di ingegneria idraulica inaugurato nel 1923 e recentemente restaurato che consente di superare un dislivello massimo superiore ai sette metri collegando così il canale di Battaglia, ovvero il territorio padovano ed euganeo, con il canale Rialto-Vigenzone, cioè con il mare. In prossimità della conca sono collocati a terra, il burcio “Luisa”, una peata e i rimorchiatori “Pavia” e “Sparviero”. Sullo sfondo della conca si trova inoltre una piccola cavana (tettoia sospesa sull’acqua) sotto la quale è ormeggiata la caorlina “Giorgia” recentemente restaurata.
Percorso museale interno
Questa sezione si sofferma sulle sale interne del museo e sugli strumenti del mestiere dei barcari.
L'edificio museale è sviluppato su 3 piani e sono esposti oltre 3.000 reperti in 5 sezioni: modelli di barche, squero, contesto, mezzi di propulsione e la vita a bordo delle barche.
Imbarcazioni e componentistica
La sezione illustra le parti delle imbarcazioni, i vari tipi per il trasporto delle merci e delle persone e le caratteristiche costruttive. Di particolare interesse sono i modelli in scala del burcio “Lina”, uno degli ultimi barconi di questo tipo funzionanti, e della sezione maestra di un burcio padovano, il tipo di barca diffuso nel Veneto e simbolo della navigazione fluviale. Addossato ad una parete troviamo il timone del burcio “Spes”, alto 4,50 m., completo di rigòla (barra), di cui si mette in evidenza la riduzione operata a seguito della motorizzazione del natante.
Cantieristica
Espone le attrezzature impiegate negli squeri, cantieri per la costruzione e manutenzione delle barche, un tempo numerosi anche lungo i fiumi. Vi lavoravano, oltre ai maestri d’ascia, i fabbri, i calafati, i segantini ed altre figure professionali. La sala ospita un argano da cantiere di legno e le relative tàje (paranchi) per l’alaggio e il varo delle imbarcazioni. Su alcuni pannelli sono raccolti i vari arnesi degli squeraroi per tagliare, segare, misurare, sagomare, forare le assi, e campioni di materiali come la pégola da spalmare sulle carene.
Manufatti idraulici, lavoro e commercio
Nella sala sono raccolte le testimonianze relative alle vie d’acqua, ai manufatti idraulici, alle merci trasportate. Alcune carte idrografiche sottolineano l’importanza e la complessità del sistema idroviario del Padovano, alimentato dai fiumi Brenta e Bacchiglione.
Sasso trachitico e scaglia calcarea provenienti dai Colli Euganei, sabbia estratta dal letto dei fiumi con il bailón, carbone, cereali e concimi provenienti dal porto di Marghera, erano le merci che i burchi solitamente trasportavano. Battaglia era il centro di smistamento del materiale proveniente e diretto ai Colli e questo suo ruolo fu rafforzato con la costruzione della conca di navigazione nel 1923 che aprì la via breve verso la laguna e che qui è riprodotta con un grande modello in scala.
Mezzi di propulsione
Le barche da carico erano mosse dal vento, tirate dai cavalli o spinte dagli stessi barcari, parandocon lunghi remi. Nell’ultimo dopoguerra questi mezzi di propulsione furono soppiantati dal motore entrobordo. Da una parte della sala sono raccolti i mezzi tradizionali di propulsione (una vela maestra di 93 metri quadrati, un tronco dell’albero del burcio “Nuovo Antonio”, remi e fórcole, sistemi funicolari, ecc.), dall’altra le componenti della motorizzazione (assi ed eliche, invertitore, massiccio, luci di via, modello e fotografie di rimorchiatori). Vita di bordo e navigazione.
La barca non era solo uno strumento di lavoro, ma anche una vera e propria casa. Sotto coperta, a prua, vivevano marinèro (marinaio) e morè (mozzo), sotto poppa il capobarca, che poteva essere lo stesso parón (proprietario) o più spesso il barcaro. Oltre agli accessori occorrenti per la navigazione, come le ancore, il mezzo marinaio, la sèssola, i barcàri tenevano tutto il necessario per la vita di bordo, per esempio la bóta per l’acqua, il moschéto per tenere lontani gli insetti dalle vivande, le valigie in legno per la biancheria e la stufa a legna.
Il fondatore Riccardo Cappellozza e il gemellaggio con il “Maison du Canal d’Ille et Rance” di Hédé in Bretagna (Francia)
Questa sezione fornisce alcuni approfondimenti aggiuntivi sul museo.
Riccardo Cappellozza, classe 1931, è figlio d’arte: viene da una famiglia di barcari che aveva cominciato a navigare sull’Adige, e si è poi trasferita a Battaglia, nel Padovano, dove è nato lui.
Nel 1945, finita la guerra, suo padre aveva bisogno di aiuto: così a neanche 14 anni si è imbarcato, e da allora non è più sceso a terra fino al 1962, quando il progressivo quanto rapido decadimento della navigazione interna l’ha costretto a inventarsi un mestiere diverso. Da mozzo è diventato capitano di uno dei più grandi burci in circolazione, prima a vela e poi motorizzato, lungo il Po, l’Adige e la rete di fiumi e canali del Nordest fino all’Isonzo, nonché la fascia delle lagune.
Anche costretto a “emigrare” in terraferma, non ha tuttavia perso l’antica passione; e un po’ alla volta è riuscito a dar vita a un Museo della navigazione interna che si trova a Battaglia, facendone la testimonianza di un’epoca attraverso strumenti di bordo, parti di barche e oggetti della vita quotidiana in navigazione.
Una realtà unica, per molti aspetti commovente, che parla dì una vita dura, povera ma ricca di serenità e di orgoglio.
Da segnalare poi il gemellaggio tra questo museo e il museo francese “Maison du Canal d’Ille et Rance” di Hédé in Bretagna per la diffusione della cultura della navigazione interna.