Itinerario completo
Questo itinerario è dedicato al Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica a Cedegolo, in provincia di Brescia. Scopri tutti i segreti su questo Museo con i contenuti in italiano, inglese, tedesco e francese!
Museo: Museo dell'Energia Idroelettrica di Valle Camonica - MUSIL
Esterno
Benvenuti al Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica! Sei nel cuore delle Alpi, in un edificio costruito tra il 1909 e il 1910 su progetto dell’architetto e ingegnere bresciano Egidio Dabbeni.
Si tratta di un capolavoro in cemento armato che è entrato nei libri di storia dell’architettura: a inizio Novecento il cemento armato non era ancora un materiale diffuso: nel 1898 Dabbeni costruì la prima casa di Brescia in cemento armato, ma dovette dormirvi per molti giorni affinché tutti si convincessero che era un posto sicuro.
Immaginate la comparsa di questo edificio, oltre 110 anni fa: una sorta di astronave atterrata a Cedegolo! Guardati intorno: muri, finestre, pavimenti, tutto è rimasto com’era a inizio del secolo scorso. Comincia il viaggio nella tecnologia e nella storia!
Benvenuti al Museo dell’energia idroelettrica di Valle Camonica! Sei nel cuore delle Alpi, in un edificio costruito tra il 1909 e il 1910 su progetto dell’architetto e ingegnere bresciano Egidio Dabbeni.
Si tratta di un capolavoro in cemento armato che è entrato nei libri di storia dell’architettura: a inizio Novecento il cemento armato non era ancora un materiale diffuso: nel 1898 Dabbeni costruì la prima casa di Brescia in cemento armato, ma dovette dormirvi per molti giorni affinché tutti si convincessero che era un posto sicuro.
Immaginate la comparsa di questo edificio, oltre 110 anni fa: una sorta di astronave atterrata a Cedegolo! Guardati intorno: muri, finestre, pavimenti, tutto è rimasto com’era a inizio del secolo scorso. Comincia il viaggio nella tecnologia e nella storia!
Pioggia
Al principio, in un museo dell’energia idroelettrica, c’è l’acqua. La Valle Camonica è stata ed è la più importante riserva di energia idroelettrica in Italia proprio perché ricchissima d’acqua, grazie ai suoi molti torrenti alimentati dal grande ghiacciaio dell’Adamello.
In questa installazione puoi scoprire quanta pioggia è caduta da questa parti, grazie all’impianto di misurazione (il pluviometro) curato dal museo. Ma puoi anche far scoppiare il tuono o aumentare l’intensità della pioggia: segui le tracce luminose e… salta!
Al principio, in un museo dell’energia idroelettrica, c’è l’acqua. La Valle Camonica è stata ed è la più importante riserva di energia idroelettrica in Italia proprio perché ricchissima d’acqua, grazie ai suoi molti torrenti alimentati dal grande ghiacciaio dell’Adamello.
In questa installazione puoi scoprire quanta pioggia è caduta da questa parti, grazie all’impianto di misurazione (il pluviometro) curato dal museo. Ma puoi anche far scoppiare il tuono o aumentare l’intensità della pioggia: segui le tracce luminose e… salta!
Sandbox
Adesso è il momento di giocare con la sandbox, un’installazione interattiva che funziona grazie a un software reso liberamente accessibile dall’Università della California.
Gli altri ingredienti sono semplici: una vasca, un quintale di sabbia, un proiettore e, ovviamente, voglia di giocare!
Spostando la sabbia all’interno della vasca puoi creare montagne o avvallamenti, ma puoi anche far piovere tenendo ferma la mano sotto il proiettore. Ma prova a premere il bottone laterale e vedrai!
Adesso è il momento di giocare con la sandbox, un’installazione interattiva che funziona grazie a un software reso liberamente accessibile dall’Università della California.
Gli altri ingredienti sono semplici: una vasca, un quintale di sabbia, un proiettore e, ovviamente, voglia di giocare!
Spostando la sabbia all’interno della vasca puoi creare montagne o avvallamenti, ma puoi anche far piovere tenendo ferma la mano sotto il proiettore. Ma prova a premere il bottone laterale e vedrai!
Eredità di Ermanno Olmi
Tra i più grandi registi della storia del cinema italiano, autore con “L’albero degli zoccoli” (1978) di un emozionante tributo al mondo contadino, Ermanno Olmi è stato anche un grande narratore dell’industria idroelettrica.
Nel 1947 il giovanissimo Olmi entra alla Edison, storica azienda elettrica milanese, per curare l’attività ricreativa dei dipendenti e qui fa le sue prime esperienze con la macchina da presa, filmando la costruzione di diverse centrali lungo tutto l’arco alpino. Ne escono dei documentari meravigliosi che raccontano le radici idroelettriche dell’Italia del “miracolo economico”.
Il Maestro ebbe modo di visitare e apprezzare il nostro museo, che ha poi dedicato all’illustre ospite proiezioni ed eventi: il tempo del cinema di Olmi non si è fermato.
Tra i più grandi registi della storia del cinema italiano, autore con “L’albero degli zoccoli” (1978) di un emozionante tributo al mondo contadino, Ermanno Olmi è stato anche un grande narratore dell’industria idroelettrica.
Nel 1947 il giovanissimo Olmi entra alla Edison, storica azienda elettrica milanese, per curare l’attività ricreativa dei dipendenti e qui fa le sue prime esperienze con la macchina da presa, filmando la costruzione di diverse centrali lungo tutto l’arco alpino. Ne escono dei documentari meravigliosi che raccontano le radici idroelettriche dell’Italia del “miracolo economico”.
Il Maestro ebbe modo di visitare e apprezzare il nostro museo, che ha poi dedicato all’illustre ospite proiezioni ed eventi: il tempo del cinema di Olmi non si è fermato.
Dighe
Le dighe sbarrano fiumi o torrenti per creare un bacino d’acqua con cui irrigare campi, dissetare le popolazioni, raccogliere l’acqua in eccesso o (ecco quello che più ci interessa!) avviare il ciclo di produzione dell’energia elettrica.
Esistono diversi tipi di dighe, il primo video della nostra installazione ce ne mostra alcuni: dighe in terra o in cemento, dighe a gravità o ad arco.
Il secondo video racconta la più grande tragedia accaduta in questo territorio, poco più di 100 anni fa: il 1 dicembre 1923 la diga del Gleno crollò a causa di gravi errori di costruzione, causando la morte di oltre 350 persone. Ricordiamoci di non dimenticare.
Le dighe sbarrano fiumi o torrenti per creare un bacino d’acqua con cui irrigare campi, dissetare le popolazioni, raccogliere l’acqua in eccesso o (ecco quello che più ci interessa!) avviare il ciclo di produzione dell’energia elettrica.
Esistono diversi tipi di dighe, il primo video della nostra installazione ce ne mostra alcuni: dighe in terra o in cemento, dighe a gravità o ad arco.
Il secondo video racconta la più grande tragedia accaduta in questo territorio, poco più di 100 anni fa: il 1 dicembre 1923 la diga del Gleno crollò a causa di gravi errori di costruzione, causando la morte di oltre 350 persone. Ricordiamoci di non dimenticare.
Condotte forzate
Le condotte forzate sono grandi tubi che convogliano l’acqua di vasche o pozzi all’interno delle centrali idroelettriche. Si tratta di strutture tecnologicamente avanzate: le condotte devono dare garanzie in fatto di durata e di resistenza a pressioni molto alte. Il diametro della condotta è dimensionato in base alla portata da convogliare in centrale.
Le caratteristiche dello spazio che separa il “sopra” (la vasca) dal “sotto” (la centrale) determina le caratteristiche della condotta, che può essere aerea, in galleria o interrata. Anche i materiali variano: le condotte possono essere in acciaio, cemento armato, ghisa, materiale plastico o legno.
Scorri anche tu come l’acqua nella nostra condotta e... sentirai che succede!
Le condotte forzate sono grandi tubi che convogliano l’acqua di vasche o pozzi all’interno delle centrali idroelettriche. Si tratta di strutture tecnologicamente avanzate: le condotte devono dare garanzie in fatto di durata e di resistenza a pressioni molto alte. Il diametro della condotta è dimensionato in base alla portata da convogliare in centrale.
Le caratteristiche dello spazio che separa il “sopra” (la vasca) dal “sotto” (la centrale) determina le caratteristiche della condotta, che può essere aerea, in galleria o interrata. Anche i materiali variano: le condotte possono essere in acciaio, cemento armato, ghisa, materiale plastico o legno.
Scorri anche tu come l’acqua nella nostra condotta e... sentirai che succede!
Turbina
Una turbina converte l’energia di un fluido (acqua, vapore, gas o vento) in energia meccanica. Prima di una turbina idraulica, l’acqua scorre all’interno della condotta, nella quantità e con la velocità che abbiamo deciso. Dopo il passaggio attraverso la turbina, l’acqua ritorna nel fiume dopo aver svolto il suo lavoro – quello di far ruotare l’albero motore.
Le turbine idrauliche sono di tre tipi e prendono il nome dai loro inventori. Qui, dipinta di azzurro, abbiamo la più diffusa, la turbina Francis: inventata nel 1849 da James Bicheno Francis, un inglese autodidatta, questa turbina è adatta per corsi d’acqua di media portata e ha un caratteristico condotto a spirale.
Lester Allan Pelton fu un americano che lavorò a lungo nei cantieri minerari: la turbina che prende il suo nome è adatta agli impetuosi corsi d’acqua montani. Viktor Kaplan è l’unico tra gli inventori di turbine con una preparazione universitaria: nato nell’attuale Austria, il prof. Kaplan concepì una turbina adatta per corsi d’acqua ampi e tranquilli.
Una turbina converte l’energia di un fluido (acqua, vapore, gas o vento) in energia meccanica. Prima di una turbina idraulica, l’acqua scorre all’interno della condotta, nella quantità e con la velocità che abbiamo deciso. Dopo il passaggio attraverso la turbina, l’acqua ritorna nel fiume dopo aver svolto il suo lavoro – quello di far ruotare l’albero motore.
Le turbine idrauliche sono di tre tipi e prendono il nome dai loro inventori. Qui, dipinta di azzurro, abbiamo la più diffusa, la turbina Francis: inventata nel 1849 da James Bicheno Francis, un inglese autodidatta, questa turbina è adatta per corsi d’acqua di media portata e ha un caratteristico condotto a spirale.
Lester Allan Pelton fu un americano che lavorò a lungo nei cantieri minerari: la turbina che prende il suo nome è adatta agli impetuosi corsi d’acqua montani. Viktor Kaplan è l’unico tra gli inventori di turbine con una preparazione universitaria: nato nell’attuale Austria, il prof. Kaplan concepì una turbina adatta per corsi d’acqua ampi e tranquilli.
Alternatore
L’alternatore è un generatore elettrico rotante che trasforma l'energia meccanica ricevuta dalla turbina in energia elettrica. Magia? Assolutamente no, leggi scientifiche e tecnologia!
Il principio fondamentale è quello dell’induzione elettromagnetica. In base a questa legge, se agitiamo una calamita vicino a un filo metallico, generiamo nel filo una corrente elettrica. L’alternatore fa proprio questo: l’albero motore, messo in movimento dalla turbina, fa ruotare la parte interna dell’alternatore, coperta di magneti. La parte esterna dell’alternatore è fissa ed è coperta di cavi in rame. I magneti, ruotando, generano nei fili una corrente elettrica alternata.
Guarda la ditta produttrice, è la Gadda e Brioschi Finzi: Giuseppe Gadda fu lo zio di uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, Carlo Emilia Gadda, non a caso conosciuto come “l’ingegnere”. Anche questa società, come la Riva-Monneret (produttrice della turbina), è di Milano, capitale italiana della tecnologia idroelettrica.
L’alternatore è un generatore elettrico rotante che trasforma l'energia meccanica ricevuta dalla turbina in energia elettrica. Magia? Assolutamente no, leggi scientifiche e tecnologia!
Il principio fondamentale è quello dell’induzione elettromagnetica. In base a questa legge, se agitiamo una calamita vicino a un filo metallico, generiamo nel filo una corrente elettrica. L’alternatore fa proprio questo: l’albero motore, messo in movimento dalla turbina, fa ruotare la parte interna dell’alternatore, coperta di magneti. La parte esterna dell’alternatore è fissa ed è coperta di cavi in rame. I magneti, ruotando, generano nei fili una corrente elettrica alternata.
Guarda la ditta produttrice, è la Gadda e Brioschi Finzi: Giuseppe Gadda fu lo zio di uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, Carlo Emilia Gadda, non a caso conosciuto come “l’ingegnere”. Anche questa società, come la Riva-Monneret (produttrice della turbina), è di Milano, capitale italiana della tecnologia idroelettrica.
Trasformatore
L’elettricità ottenuta grazie al gruppo turbina-alternatore, per poter essere trasmessa a grande distanza, deve essere trasformata: ed eccolo qua, un trasformatore!
Prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, l'energia elettrica passa quindi attraverso questa macchina, che abbassa l'intensità della corrente prodotta dal generatore elettrico rotante, elevandone però la tensione.
Abbiamo distinto l’intensità della corrente elettrica dalla tensione: la prima si misura in ampère, in onore del grande André-Marie Ampère, definito “il newton dell’elettricità”. Invece, la tensione si misura in volt, in onore dell’italiano Alessandro Volta, l’inventore della pila.
L’elettricità ottenuta grazie al gruppo turbina-alternatore, per poter essere trasmessa a grande distanza, deve essere trasformata: ed eccolo qua, un trasformatore!
Prima di essere convogliata nelle linee di trasmissione, l'energia elettrica passa quindi attraverso questa macchina, che abbassa l'intensità della corrente prodotta dal generatore elettrico rotante, elevandone però la tensione.
Abbiamo distinto l’intensità della corrente elettrica dalla tensione: la prima si misura in ampère, in onore del grande André-Marie Ampère, definito “il newton dell’elettricità”. Invece, la tensione si misura in volt, in onore dell’italiano Alessandro Volta, l’inventore della pila.
Storie di lavoro
Chi ha costruito le dighe? Chi ha posato le condotte forzate? Chi ha installato turbine e alternatori? Chi ha fatto funzionare le centrali? Nei due schermi puoi incontrare le persone (operai, tecnici, ingegneri) che hanno fatto del sistema idroelettrico di Valle Camonica uno dei motori dell’industrializzazione italiana.
La costruzione degli impianti idroelettrici, all’inizio del Novecento, ha rivoluzionato la valle: dopo secoli di povertà ed emigrazione, arriva il lavoro moderno. Purtroppo, con il lavoro (quasi sempre durissimo), arrivarono anche infortuni e malattie: in particolare, gli scavi in galleria causarono moltissimi centinaia di morti per silicosi, la malattia dell’apparato respiratorio tipica dei minatori.
Chi ha costruito le dighe? Chi ha posato le condotte forzate? Chi ha installato turbine e alternatori? Chi ha fatto funzionare le centrali? Nei due schermi puoi incontrare le persone (operai, tecnici, ingegneri) che hanno fatto del sistema idroelettrico di Valle Camonica uno dei motori dell’industrializzazione italiana.
La costruzione degli impianti idroelettrici, all’inizio del Novecento, ha rivoluzionato la valle: dopo secoli di povertà ed emigrazione, arriva il lavoro moderno. Purtroppo, con il lavoro (quasi sempre durissimo), arrivarono anche infortuni e malattie: in particolare, gli scavi in galleria causarono moltissimi centinaia di morti per silicosi, la malattia dell’apparato respiratorio tipica dei minatori.
Bici elettriche
Abbiamo incontrato l’alternatore, che è un generatore di corrente elettrica industriale. Ma anche la dinamo di una bicicletta funziona in modo molto simile: anche qui abbiamo un magnete viene fatto ruotare e il suo movimento genera una corrente elettrica nel filo che avvolge il magnete.
Più pedali, più aumenti la velocità della ruota, più fai ruotare il magnete, più corrente elettrica produci.
Forza!
Abbiamo incontrato l’alternatore, che è un generatore di corrente elettrica industriale. Ma anche la dinamo di una bicicletta funziona in modo molto simile: anche qui abbiamo un magnete viene fatto ruotare e il suo movimento genera una corrente elettrica nel filo che avvolge il magnete.
Più pedali, più aumenti la velocità della ruota, più fai ruotare il magnete, più corrente elettrica produci.
Forza!
Traliccio
Inizialmente, l’energia prodotta negli impianti idroelettrici poteva essere utilizzata soltanto entro un raggio di pochi chilometri. Solo all’inizio del Novecento l’elettricità iniziò a essere portata a distanza.
Fu allora che l’idroelettrico divenne un grande business. Fino ad allora, infatti, gli impianti erano di proprietà di piccole società locali. Con la possibilità di trasportare l’energia ovunque scoppiò la “febbre dell’oro bianco”: l’acqua divenne un bene preziosissimo per ragioni anche economiche.
Gli abitanti e i comuni del posto non poterono resistere all’assalto delle grandi società di Brescia e Milano, che si arricchirono enormemente, lasciando ai locali le briciole.
Il traliccio è il simbolo di quella svolta: è grazie a strutture come queste che elettricità e soldi lasciano la valle Camonica.
Inizialmente, l’energia prodotta negli impianti idroelettrici poteva essere utilizzata soltanto entro un raggio di pochi chilometri. Solo all’inizio del Novecento l’elettricità iniziò a essere portata a distanza.
Fu allora che l’idroelettrico divenne un grande business. Fino ad allora, infatti, gli impianti erano di proprietà di piccole società locali. Con la possibilità di trasportare l’energia ovunque scoppiò la “febbre dell’oro bianco”: l’acqua divenne un bene preziosissimo per ragioni anche economiche.
Gli abitanti e i comuni del posto non poterono resistere all’assalto delle grandi società di Brescia e Milano, che si arricchirono enormemente, lasciando ai locali le briciole.
Il traliccio è il simbolo di quella svolta: è grazie a strutture come queste che elettricità e soldi lasciano la valle Camonica.
Macchine elettriche
Esposti nelle teche trovate una serie di macchine storiche, utilizzate dai tecnici degli impianti idroelettrici. Sono in buona parte strumenti per misurare l’energia elettrica, dal funzionamento non semplice da spiegare, a non specialisti.
Concentriamoci sul design: come vedete, sono macchine esteticamente curate, ben conservate da chi le ha usate, magari per decenni. Sono macchine del Novecento, esempi di industrial design: solide, metalliche, pensate per durare.
Esposti nelle teche trovate una serie di macchine storiche, utilizzate dai tecnici degli impianti idroelettrici. Sono in buona parte strumenti per misurare l’energia elettrica, dal funzionamento non semplice da spiegare, a non specialisti.
Concentriamoci sul design: come vedete, sono macchine esteticamente curate, ben conservate da chi le ha usate, magari per decenni. Sono macchine del Novecento, esempi di industrial design: solide, metalliche, pensate per durare.
Sulla Valle Camonica
La Valle Camonica è una delle più grandi valle alpine italiane, diventata capitale dell’energia idroelettrica grazie all’immenso serbatoio del ghiacciaio dell’Adamello.
Qui puoi vedere dighe e centrali della Valle, ma puoi anche renderti conto della vastità di questa montagna: l’Adamello è alto più di 3.500 metri e il suo ghiacciaio occupa un’area vastissima.
Oggi, purtroppo, il cambiamento climatico sta riducendo la sua estensione: dai 15,7 chilometri quadrati nell'agosto 2007 si è passati a 13,1 km nel 2022. Con questo ritmo, il ghiacciaio scomparirà nel 2080.
Sta anche a noi fare qualcosa.
La Valle Camonica è una delle più grandi valle alpine italiane, diventata capitale dell’energia idroelettrica grazie all’immenso serbatoio del ghiacciaio dell’Adamello.
Qui puoi vedere dighe e centrali della Valle, ma puoi anche renderti conto della vastità di questa montagna: l’Adamello è alto più di 3.500 metri e il suo ghiacciaio occupa un’area vastissima.
Oggi, purtroppo, il cambiamento climatico sta riducendo la sua estensione: dai 15,7 chilometri quadrati nell'agosto 2007 si è passati a 13,1 km nel 2022. Con questo ritmo, il ghiacciaio scomparirà nel 2080.
Sta anche a noi fare qualcosa.
Ciclo dell'acqua
Dall’acqua all’energia idroelettrica, un riassunto su parete interattiva: tocca con la mano ben aperta le aree colorate di azzurro per vedere cosa è possibile fare con l’energia prodotta. Inutile parlare, bisogna provare!
Dall’acqua all’energia idroelettrica, un riassunto su parete interattiva: tocca con la mano ben aperta le aree colorate di azzurro per vedere cosa è possibile fare con l’energia prodotta. Inutile parlare, bisogna provare!
Saper fare
Conservare e trasmettere la memoria del lavoro è una delle principali missioni del nostro museo. Ne è un esempio l'installazione dedicata a Battista Pacchiotti, che al proprio centro il tornio su cui Battista ha lavorato per decenni.
La personalità e l'entusiasmo di Pacchiotti, meccanico, tipico esponente di quell'aristocrazia del lavoro formatasi attorno alle centrali idroelettriche camune, sono restituite dai filmati con videointervista che completano l'allestimento.
Il tutto si pone in un dialogo ideale con i documentari realizzati da Ermanno Olmi, a cui Battista Pacchiotti era molto legato, avendolo aiutato nei lavori per il capolavoro "Il Tempo si è fermato", realizzato dal Maestro negli impianti idroelettrici della valle.
Conservare e trasmettere la memoria del lavoro è una delle principali missioni del nostro museo. Ne è un esempio l'installazione dedicata a Battista Pacchiotti, che al proprio centro il tornio su cui Battista ha lavorato per decenni.
La personalità e l'entusiasmo di Pacchiotti, meccanico, tipico esponente di quell'aristocrazia del lavoro formatasi attorno alle centrali idroelettriche camune, sono restituite dai filmati con videointervista che completano l'allestimento.
Il tutto si pone in un dialogo ideale con i documentari realizzati da Ermanno Olmi, a cui Battista Pacchiotti era molto legato, avendolo aiutato nei lavori per il capolavoro "Il Tempo si è fermato", realizzato dal Maestro negli impianti idroelettrici della valle.
Illuminazione
Acqua, turbine, alternatori, d’accordo. Ma alla fine, l’elettricità che vediamo oggi giorno è spesso quella delle lampadine: lampadine a incandescenza o a LED, di mille forme diverse.
Nel “bar elettrico” ne trovi alcune, accompagnate da spiegazioni e disegni visibili sui tavoli. Anche se non ti interessa, approfittane per sederti e riposarti un attimo: sei quasi alla fine della visita, te lo meriti!
Acqua, turbine, alternatori, d’accordo. Ma alla fine, l’elettricità che vediamo oggi giorno è spesso quella delle lampadine: lampadine a incandescenza o a LED, di mille forme diverse.
Nel “bar elettrico” ne trovi alcune, accompagnate da spiegazioni e disegni visibili sui tavoli. Anche se non ti interessa, approfittane per sederti e riposarti un attimo: sei quasi alla fine della visita, te lo meriti!
Centrale virtuale
Grazie al visore digitale e alla ricostruzione in 3D dell'interno della Centrale è possibile immergersi nella sala macchine in funzione: turbine, alternatori, rumori... Tutto come un tempo, tutto vero, tutto (quasi) reale.
Oggetto della simulazione 3D è a sala macchine, attiva fino agli anni Quaranta. I quattro gruppi generatori turbina-alternatore trasformavano in elettricità l'acqua immessa da due condotte forzate che, oltrepassando il fiume, univano la vasca di carico soprastante alla centrale.
Grazie al visore digitale e alla ricostruzione in 3D dell'interno della Centrale è possibile immergersi nella sala macchine in funzione: turbine, alternatori, rumori... Tutto come un tempo, tutto vero, tutto (quasi) reale.
Oggetto della simulazione 3D è a sala macchine, attiva fino agli anni Quaranta. I quattro gruppi generatori turbina-alternatore trasformavano in elettricità l'acqua immessa da due condotte forzate che, oltrepassando il fiume, univano la vasca di carico soprastante alla centrale.
Conclusione
Vi ringraziamo per la visita e vi ricordiamo che il museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo è solo una delle tre sedi del MUSIL – Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia.
A Rodengo Saiano, in Franciacorta, si trova il Magazzino Visitabile e a Brescia si trova il bellissimo Museo del Ferro.
Vi aspettiamo anche nelle altre 2 sedi!
Vi ringraziamo per la visita e vi ricordiamo che il museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo è solo una delle tre sedi del MUSIL – Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia.
A Rodengo Saiano, in Franciacorta, si trova il Magazzino Visitabile e a Brescia si trova il bellissimo Museo del Ferro.
Vi aspettiamo anche nelle altre 2 sedi!